martedì, febbraio 23, 2010

TOMYDEEPESTEGO



A due anni di distanza dall'uscita di Odyssea, ecco finalmente il secondo disco in casa ToMyDeepestEgo: Chronophage. Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere insieme ad Edoardo, chitarrista della band:


Ciao ragazzi! Ben ritrovati sulle pagine di NeuroPrison. Sono passati circa due anni tra l’uscita di Odyssea e Chronophage, come è stato il periodo di gestazione del nuovo disco?

Edoardo (TMDE): Il processo di creazione/scrittura dei Tomydeepestego e' non-stop. Alcuni pezzi di Chronophage sono nati mentre stava uscendo il precedente disco, Odyssea. Questo perche' la creatura TMDE non e' proprio fatta per fermarsi ed adagiarsi su ipotetici allori. Siamo quello che siamo perche' amiamo fare musica. Produrre qualcosa in primis per noi stessi, e poi per esprimere qualcosa a chi ha voglia di ascoltare. Ogni disco e' per noi quindi un fermo-immagine del processo evolutivo che abbiamo intrapreso da quando ci siamo formati.


In sede di recensione è saltato fuori inevitabilmente un paragone con i Pelican, notando come il percorso evolutivo sia stato molto simile ma con risultati diversi: siete riusciti nell’intento di fare nettamente meglio, segno di un grande lavoro dietro il disco. Roma batte Chicago a questo giro?

E: Apprezzo molto quello che dici ma a dire il vero sono anche un po' stanco di sentir parlare dei Pelican. Non perche' non li abbia apprezzati (piu' in passato che ora ad essere sinceri), ma perche' vorrei che si andasse oltre il fatto che siamo strumentali come loro e facciamo un qualcosa che si avvicina piu' al metal che al cosiddetto “post-rock” piu' “delicato” se vogliamo. Con questo non intendo dire che i TMDE siano meglio o peggio dei Pelican. Semplicemente penso che obbiettivamente parlando, Chronophage, pur avendo al suo interno riferimenti/influenze disparate, sia comunque un qualcosa “simile a nulla”. Detto questo ribadisco che sono comunque lusingato dal fatto che qualcuno pensi che siamo riusciti a produrre qualcosa forse superiore a gruppi molto piu' famosi di noi!


Una prima cosa che salta all’orecchio è il minutaggio notevolmente ridotto rispetto agli standard del “genere”, una mossa coraggiosa ma soprattutto intelligente viste le derive sbadiglianti di molti altri act. Scelta voluta o percorso naturale?

E: Entrambe le cose. Abbiamo fatto molta autocritica, altro fattore fondamentale per la propria evoluzione a nostro avviso, e abbiamo voluto essere molto piu' diretti rispetto al precedente lavoro. Quando poi ci siamo trovati effettivamente a scrivere i pezzi ci siamo accorti che era una dimensione anche piu' consona a noi. Avevamo piu' piacere a suonare i pezzi, e quindi il tutto e' venuto fuori in maniera molto naturale, senza forzare nulla. Odyssea aveva comunque un suo senso, e un suo fine, per cui il minutaggio aveva anche un altro significato allora. Con Chronophage abbiamo deciso di fare in modo che l'ascoltatore, se possibile, non perdesse mai l'attenzione.


Artwork e titolo fanno pensare a un’idea dietro, in particolar modo riguardante il Tempo. Numeri intrappolati nella testa ma che progressivamente volano via. Cosa potete dirci al riguardo?

E: Quello che dici e' corretto. Tutto il concept dell'abum e' basato su questa idea del tempo che sempre e comunque si porta qualcosa via. Un po' un modo di vedere il tempo non come una cosa che “passa” ma come un qualcosa che via via si assottiglia, fino a “finire”, mangiandosi tutto.


Se ciò non bastasse ci sono tre riferimenti eccellenti alla Divina Commedia; come mai avete scomodato Dante questa volta?

E: I tre pezzi di cui parli sono legati a dei periodi molto particolari (a livello personale). Sono il risultato di un passaggio per tre “stadi” emotivi ben definiti. Non c'era niente di meglio del nostrano Dante per esprimere (se possibile) queste esperienze.


Odyssea, Divina Commedia..avete mai pensato di dedicare un disco alla vostra città, così ricca di storia e di poesia? Quanto cozza l’immagine passata di Roma con il vissuto presente?

E: Il pensiero di un concept sulla nostra amata citta' e' sempre presente, e forse un giorno potremmo anche farlo. Da quando e' nato il gruppo abbiamo sempre fatto in modo di mettere dei richiami a Roma o comunque alla nostra cultura, se vogliamo, nei nostri lavori. Questo perche', pur amando molto paesi/scene straniere, rimaniamo orgogliosi di essere nati nella citta' eterna.


Una delle canzoni si intitola El Hombre Loco (Desde Generaciones); hanno contribuito gli studi di registrazione di Valerio Fisik (Hombre Lobo) ?

E: Il nome del pezzo richiama il nome dello studio del nostro quinto uomo, Valerio, ma non e' proprio riferito a quello. Sta di fatto che e' stato l'unico pezzo interamente scritto la' in studio in una notte (e quando dico “notte” intendo proprio “notte fonda”!).


A livello sonoro non c’è stato alcuno stravolgimento, ma si può notare un intenso lavoro di limatura e soprattutto di appesantimento delle chitarre in molti punti. Pensate di aver detto tutto con questa formula e punterete ad altro in futuro?

E: Non siamo affatto arrivati ad alcun traguardo. Abbiamo lavorato molto con Valerio Fisik per trovare diverse soluzioni di espressione del nostro suono. Siamo molto soddisfatti di come il tutto suoni ben amalgamato, ma non e' finita qua, questo e' certo. Proveremo altre soluzioni e limeremo ancora una volta il tutto. Di sicuro il suono di Chronophage e' molto meno “rock” (se cosi' si puo' dire) di Odyssea, e piu' tendente verso il metal come pesantezza. Ma non abbiamo ancora detto tutto con la nostra musica.


Di recente avete suonato a Roma insieme a Scott Kelly (Neurosis). Che esperienza è stata?

E: A livello personale, ed umano, e' stata un'esperienza unica. Condividere il palco con qualcuno che ha scritto i dischi con cui sei cresciuto e' qualcosa di indescrivibile. Lui poi e' stato gentilissimo e disponibilissimo.

Bene o male tutti voi hanno altri progetti musicali, come riuscite a conciliare tutte le esperienze? Potete dirci cosa bolla in pentola in “casa altrui” e a casa vostra?

E: Chi ama la musica non ha veramente bisogno di far conciliare le cose, viene tutto naturale, a nostro avviso. Non possiamo aiutarti riguardo “casa altrui”, ma per quanto riguarda i TMDE continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto: scrivere e suonare in giro. Quando smetteremo di essere in continua evoluzione vorra' dire che saremo finiti.


Bene ragazzi, siamo giunti alla fine. Un grande in bocca al lupo da parte della prigione; come sempre a voi l’onere di chiudere, ma vorrei anche chiedervi un’altra cosa: con Luigi degli Juggernaut non riusciamo a venirne a capo riguardo alla ricetta dell pasta alla carbonara, potete darci una mano?

Simone: Non è una domanda semplice... partendo dal presupposto che la si sappia comuque cucinare, ci sono ben 3 punti cruciali/misteriosi:
1) mai pancetta. sempre guanciale.
2) uovo, formaggio, sale e pepe si mischiano prima o si aggiungono alla pasta separatamente? (io personalmente mischio prima)
3) ... il più difficile: cipolla o aglio?! Qui non rivelerò mai la mia inclinazione.

E: Detto questo ti ringraziamo molto per l'intervista e mandiamo un saluto a tutti i lettori/frequentatori di neuroprison. E' bello vedere che c'e' ancora qualcuno che aiuta a mantenere viva la scena underground, continuate cosi'. TMDE.


Neuros

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