sabato, settembre 12, 2009

INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE - Controverso

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Tracklist:
1. Reflections
2. Oxygen
3. Controversial
4. Science
5. Magic
6. Sound
7. Colours
8. There



Seconda prova in studio per la band pistoiese fresca di contratto con la SupernaturalCat, label ormai ampiamente affermata a livello internazionale grazie a Ufomammut, Morkobot e Lento. Proprio l’uscita del disco per una label così importante e riconosciuta è senz’altro da giudicare scelta coraggiosa da ambo le parti visto che le coordinate stilistiche degli Incoming Cerebral Overdrive sono sensibilmente lontane da ciò che l’ etichetta aveva prodotto fino ad ora. Detto questo si può tranquillamente affermare che la band un’opportunità del genere se la sia ampiamente meritata e se qualche afecionados della SupernaturalCat potrebbe storcere il naso nell’approcciare “Controverso” resta difficile non rimanere colpiti dall’impatto e dal micidiale amalgama sonoro a cui sono giunti nella loro sorprendente evoluzione questi cinque ragazzi, un netto passo avanti rispetto al pur valido album precedente, “Cerebral Heart”.
L’impianto sonoro di base è sempre quello, un mathcore legato alla lezione di bands seminali quali Botch e Coalesce, ma ora vengono lasciati da parte retaggi nu-metal con inserti di voce melodica in favore di un maggior urto frontale mediante l’utilizzo di continui cambi di tempo ed il susseguirsi di riff a profusione, senza rinunciare a stacchi dalle tinte psichedeliche ed a tratti reminescenti la scena progressive rock italiana dei 70’s. Su tutto si erge la performance vocale di Samuele Storai, parte integrate ed anzi decisiva nel rendere psicotica ed incontrollabile la rinnovata proposta della formazione toscana grazie ad uno stile decisamente variegato, capace di passare da un’ impostazione prettamente hardcore ad urla di stampo black metal, per arrivare al growl tipico del death metal.
L’apertura dell’album è quanto di più folgorante si possa ascoltare negli ultimi tempi nel panorama internazionale grazie al trittico Reflections/Oxygen/Controversial; la prima è senza dubbio tra gli highlights del platter ed in grado di miscelare mirabilmente furia hardcore, partiture complesse ad alto tasso tecnico e svisate progressive condite da un sapiente uso del synth, la seconda una scheggia impazzita di soli due minuti che prepara l’assalto della title-track, sbalorditiva nella sua potenza e fluidità, senza dubbio un singolo dall’altissimo potenziale (infatti ne è stato un girato un videoclip). La parte centrale del platter (Science e Magic) mostra invece delle aperture verso territori più imprevedibili ed atmosfere meno serrate, accentuando le tonalità ombrose che caratterizzano un pò tutta la tracklist, particolare che tocca il culmine nella conclusiva There, episodio atipico in cui si costruisce un’ intrigante atmosfera in crescendo ove non è difficile percepire rimandi ai Tool.
Otto pezzi per poco più di mezz’ora si rivelano una buona scelta in quanto l’ascolto non viene appesantito anzi, complice la scorrevolezza dei pezzi una volta concluso la cosa più naturale da fare è quella di ripremere il tasto play; ciononostante avremmo preferito ascoltare qualche traccia in più, magari con la speranza di vedere ulteriormente esplorata quella vena sperimentale legata al lato più progressivo della proposta e di cui Magic è senza dubbio l’episodio più significativo e riuscito.
Forse è cercare il pelo nell’uovo o forse, più semplicemente, è l’essere particolarmente esigenti con una band che si è visto crescere e che al momento, con ogni probabilità, non ha assolutamente rivali in Italia nel settore e deve confrontarsi con bands estere ben più famose ed acclamate.

-Edvard-

ICO @Myspace

domenica, settembre 06, 2009

MY JERUSALEM - Without Feathers



[1] Sweet Chariot
[2] Under Your Skin
[3] Heroin(e)
[4] Turtledove
[5] Remember Everything


My Jerusalem potrebbe essere il titolo di una storia che vede protagonista il songwriter americano Jeff Klein, il quale dopo parecchie esperienze soliste decide di formare una band, My Jerusalem per l'appunto, con alcuni dei musicisti incontrati lungo le innumerevoli collaborazioni. La storia continua attraverso le cinque canzoni dell' ep di debutto “Without Feathers”, splendida e candida riunione di atmosfere delicate dagli arrangiamenti ben orchestrati che denotano una particolare attenzione ai dettagli.

“Sweet Chariot” è l'episodio migliore ondeggiando tra pop, indie e folk ci entra dentro e non ci molla più. La seguente “Under Your Skin” invece ha il vago sapore di un ipotetico crocevia tra U2 e Bob Dylan, ci scappa via tra le dita lasciandoci un tenue e pacifico senso di giocosità e tenerezza. Continui gli ascolti e percepisci qualcosa che pare magico tra le note di un piano solitario (“Heroine”) o di un flusso rilassante tale da sembrare il sussurro di un amico eterno (“Turtledove”). I My Jerusalem giocano benissimo le loro carte regalandoci la sintesi perfetta di quello che vorremo sentire ampliato presto su lunga distanza. Tuttavia il breve (circa quindici i minuti totali di durata) “Without Feathers” è una piccola ma grandiosa perla da non perdersi di questo frenetico duemilanove musicale.

Sephiroth

My Jerusalem @Myspace