giovedì, aprile 03, 2008
AT THE SOUNDAWN - Red Square: We Come in Waves
Line-up:
Mirco - vocals
Andrea - guitar
Matteo - guitar
Alessio - bass
Enrico - drums
Tracklist:
1. Slight Variations
2. Submerged
3. One Day Before
4. Phone Will
5. Sundown In Rome
6. Rain Falls
7. Frames Of You
Si muovono all’interno di un quadrato rosso gli At The Soundawn. Un quadrato rosso visibile nell’artwork e nel titolo; dentro quel quadrato sono loro i padroni del suono.
Pubblicato per UKDivision (ma tra poco ristampato da LifeForce Records, nuova etichetta della band), Red Square è l’album di debutto della band modenese.
Già il monicker da un indicazione dei lidi sonori nei quali si muove la band: un tributo al debut “At The Soundless Dawn” dei Red Sparowes. Un suono liquido e ricco di sfumature, atte a lavorare più sul piano emozionale che su quello fisico.
L’apertura dell’album è affidata a Slight Variations, che si presenta con vocals aggressive accompagnate da un’ ottima melodia di sottofondo, mettendo subito in risalto le capacità della band di destreggiarsi tra differenti sfumature sonore. Vengono in mente gli ultimi Cult Of Luna visti i suoni roboanti e melliflui allo stesso tempo, ma le vere sorprese arrivano nel finale : vocals pulite che ricordando addirittura i Coldplay e l’inserito di una tromba che serve a tessere deliziosi ricami.
Saltano alla luce riff fuzzosi che richiamano lo stoner come nella successiva Submerged o in Frames Of You, canzone finale dell’album; entrambe sono poi caratterizzate da ritmi abbastanza sostenuti, inusuali per il genere. I suoni sono ottimi e si incastrano ottimamente tra loro, segno di una band affiatata.
One Day Before è isterica nel suo incedere, con clean vocals che questa volta ricordano i Dredg di “Catch Without Arms”.
La qualità è davvero elevata pur trattandosi di un debutto e la band si concede una parentesi strumentale: Sundown in Rome. Sorretta da una linea di basso delicata, è canzone in punta di piedi, perfetta per il tramonto dichiarato nel titolo; azzeccato il lavoro di batteria, mai invasiva.
Rain Falls è l’unica canzone del lotto a non possedere il carattere vivace delle altre, cupa e potente.
Il vero highlight dell’album è però Phone Will, aperta da chitarre lontane, con un attacco elettrico memore degli ultimi Neurosis; le linee di basso di Alessio sono ottime e sorreggono l’intera struttura del pezzo. Il ritornello vede poi alternarsi vocals graffianti e pulite in un climax emotivo crescente; il finale è un’esplosione di solare melodia che cattura sicuramente grazie anche al ritorno della tromba, arma in più della band.
In conclusione, un disco validissimo, forse ancora acerbo in qualche passaggio ma di sicuro fascino, che non deluderà i fan di queste sonorità. Ora poi che è imminente la pubblicazione tramite LifeForce Records è sicuramente un’acquisto consigliato.
Neuros.
At the Soundawn @Myspace
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