lunedì, aprile 14, 2008

GERDA - Cosa Dico Quando Non Parlo



Anno: 2007

Etichette: Donnabavosa / Wallace Records / Sons Of Vesta / Concubine / Shove

Tracklist:
01. Cosa Devo Fare
02. Vedersi
03. Dominio Della Mia Lotta
04. Un Fiume Giusto
05. Il Mese Dell’Iceberg
06. Vendicare Questo Orrore
07. 25 Aprile


Quattro anni dopo l’omonimo debut torna il quartetto di Jesi, e lo fa con un lavoro che trasuda rabbia, dolore, ma anche speranza da ogni accordo. Diciamo subito che si tratta di un disco non facile, le cui radici si ritrovano nel noise-rock degli Unsane, nel sound sporco e corrosivo dei primi Breach, nell’urgenza del post-hardcore più violento ed ai margini della scena.
Cosa Dico Quando Non Parlo è titolo profetico, in quanto la band nel corso di questi sette brani scaraventa al volto dell’ascoltatore tutto l’urto insostenibile che spesso porta con sé il silenzio. L’opener Cosa Devo Fare apre il discorso con due minuti di puro impatto, alla maniera dei Converge, per poi lasciare il passo ai sei minuti di Vedersi, senza dubbio il pezzo più visionario del platter: arpeggi dissonanti, un basso pulsante e slabbrato, brevi aperture che danno un minimo di respiro e che si alternano a sfuriate noise….insomma un piccolo capolavoro.
Dominio Della Mia Lotta è furia controllata, ma spietata e deflagrante come poche, mentre Il Mese Dell’Iceberg è breve ma intensa cavalcata noise che anticipa i due pezzi di chiusura, tra le cose migliori ascoltate ultimamente se si parla di rumore.
Vendicare Questo Orrore si apre senza compromessi, con un riffing veloce e punkeggiante, poi nel mezzo un break dove tornano a farla da padrone noise ed arpeggi dissonanti. 25 Aprile chiude il discorso con una partitura obliqua, intrecci ostici tra momenti degni della quiete prima della tempesta e lo scatenarsi della furia senza compromessi. Ottima per tutta la durata del disco la performance vocale di Alessandro, un urlo di rabbia e dolore che lascia il segno sull’ascoltatore.
Da rimarcare inoltre la produzione, d’impatto e chiaramente di confine, con suoni abrasivi e votati al concetto di rumore in musica, ma sempre comunque ben udibili e distinguibili tra loro.

-Edvard-

Gerda @Myspace

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