lunedì, gennaio 25, 2010
TIM HECKER - An Imaginary Country
Tracklist:
1. 100 Years Ago
2. Sea Of Pulses
3. The Inner Shore
4. Pond Life
5. Borderlands
6. A Stop At The Chord Cascades
7. Utropics
8. Paragon Point
9. Her Black Horizon
10. Currents Of Electrostasy
11. Where Shadows Makes Shadows
12. 200 Years Ago
Era il Gennaio o Febbraio di un anno fa quando venivamo a contatto per la prima volta con An Imaginary Country, ultimo disco edito da Kranky firmato da Tim Hecker.
Un lavoro immenso sotto ogni punto di vista, onirico e psichedelico, un' immensa tavolozza di colori elettronici che ci vengono mischiati sotto gli occhi ad ogni traccia fino a formare paesi immaginari (mai titolo fu più azzeccato) sconosciuti e lontani.
Hecker è un ottimo pittore, se così possiamo definirlo, crea sfumature sonore capaci di trasformare in immagini il suono,
quasi fosse stato dove noi non possiamo pensare di andare, illustrandocelo in questo disco dolcissimo e drammatico al medesimo tempo. E' quasi impossibile parlare di questo lavoro senza far riferimento ad immagini, ogni suono è parte integrante di un quadro, e l’insieme di questi quadri forma una visione unica, globale, come una sorta di grande affresco rappresentante un sogno.
Noise, Drone, Ambient, tre generi che Hecker maneggia con cura maniacale senza lasciare nulla al caso. 100 Years Ago è la stazione di partenza verso cui si snoda questo viaggio mistico fatto di colori sonici e luci magiche.
C’è molta desolazione, ma questa non crea panico o angoscia, riesce a mescolarsi a luci morbide che accompagnano l’ascoltatore attraverso dodici paesaggi diversi, uno per traccia, uno per ogni sogno che ci viene dipinto con le note.
Traccia dopo traccia, rumore e droni si rincorrono mischiandosi e sovrapponendosi con un immenso riverbero che dona un' idea di apertura totale, come se le note fluissero libere nell’aria.
Ascoltare questo disco è una vera e propria esperienza sensoriale, chiudere gli occhi e farsi cullare non ha prezzo; un lavoro immenso, dolcissimo e solitario, definirlo eterno non credo risulti eccessivo, ciò che Hecker ci dice con questo album non ha data di scadenza, reggerà nel tempo ed ad ogni ascolto creerà paesaggi nuovi in cui sprofondare lentamente.
PostNero
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