venerdì, marzo 21, 2008

INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE




Dopo la recensione di Cerebral Heart, loro debut sulla lunga distanza per la Myphonic Records, ecco l'intervista a quella che si può tranquillamente considerare come una delle più interessanti nuove realtà del panorama nazionale in campo metal/hardcore...


Ciao ragazzi, innanzitutto potete tracciarci una breve biografia della band, dalla prima incarnazione per arrivare alla pubblicazione di Cerebral Heart?

Ciao a tutti! Il progetto iniziale si chiamava EON, suonavamo death-core. In seguito, dopo vari cambi di line-up, decidemmo di cambiare stile e monicker nell’attuale IncomingCerebralOverdrive . Nel 2003 registrammo ai Fear Studio 3 dei primi 4 pezzi composti; questo ep ci permise di farci conoscere un minimo grazie a recensioni e qualche live, uno su tutti quello a Roma di supporto agli UNSANE. Il 2005 fu segnato da un altro cambio di line-up con l’arrivo di Alessio al basso e l’estate dell’anno successivo tornammo ai Fear Studio per le prese del nostro debut CEREBRAL heART. Nel frattempo la collaborazione con Alkemist Fanatix ci permise di prendere contatti con Kurt Ballou ed Alan Douches per il mixaggio e il mastering.

Come avete ottenuto il contratto con la Myphonic records?

A distanza di qualche mese dal termine del master durante un festival cui prendemmo parte in quel di Torino conoscemmo Andrea di Myphonic Records, il quale si propose di pubblicare il lavoro. Le prime impressioni furono ottime e stanno via via migliorando con il procedere del progetto anche grazie alla dedizione e la fiducia che Andrea ha nei nostri confronti, una fiducia sicuramente ricambiata visto il rapporto e la voglia di lavorare che c’è da entrambe le parti.

La prima cosa che colpisce all’ascolto del disco è la qualità e la potenza dei suoni; quanto ha influito sul risultato finale il lavoro di Kurt Ballou e Alan Douches?

Sicuramente lavorare con tali personaggi è una garanzia sul prodotto finale. Secondo noi il risultato abbraccia a piene mani lo stile e la potenza che avevamo in mente per questo album. Kurt ed Alan sono riusciti a comprendere le nostre richieste e a confermare le nostre aspettative. Ovviamente, come è giusto che sia, entrambi hanno aggiunto quel qualcosa in più grazie alla loro esperienza e stile personale.

Come è stato recepito finora l’album a livello mediatico?

L’attività promozionale sta partendo in questi giorni, quindi non abbiamo ancora ricevuto feedback se non da singole persone che hanno acquistato il cd ai live o sul web. La prima recensione di CEREBRAL heART è stata fatta proprio da Neuroprison, fatto, questo che dimostra che è una bella realtà che segue con attenzione il panorama Post HC italiano.

Voi suonate post-hardcore ma con uno stile piuttosto originale e fresco rispetto a quelle che sono le coordinate usuali del genere; mi riferisco in particolare alle melodie e alle aperture atmosferiche che spezzano e si integrano splendidamente con l’impatto noise di base, chiaramente debitore di bands come Botch e Norma Jean. Come siete giunti a sviluppare questo mix sonoro e con questi risultati?

Se leggi la nostra prima biografia trovi scritto che uno degli scopi di questo progetto è cercare di fare coesistere “rumore e melodia”, quindi direi che sicuramente questo mix di noise e aperture atmosferiche era in qualche modo voluto e cercato fin dall’inizio. Ovviamente se ascolti il vecchio promo, capisci che molto è cambiato in questo senso, d’accordo il mix di questi due aspetti, ma studiato e strutturato in maniera diversa dai primi pezzi composti. Man mano che andiamo avanti con la composizione di nuovo materiale cerchiamo, sempre di più, di studiare in maniera sempre nuova questa coesistenza, in modo da ottenere atmosfere e sensazioni sempre nuove e instabili.

Parlateci delle vostre influenze e dei principali ascolti musicali, immagino piuttosto ampi..

Unendo gli ascolti musicali di tutti e 5 i componenti si va ad abbracciare una quantità tale di generi diversi impossibili da riassumere qui. Posso però cercare di cogliere gli estremi entro i quali racchiudere tutte le nostre influenze: il primo occhio lo getterei sul passato, mi riferisco al rock, al prog anni 70 e alla sperimentazione psichedelica ideata e portata avanti in quegli anni. Guardando ai giorni nostri invece andrei dalle “evoluzioni” più estreme dell’hc e del metal, fino alla psichedelia odierna.

Vibrated, l’outro dub-step del disco, è da considerare come un esperimento o invece può essere visto come parte integrante del vostro sound in futuro?

Vibrated è per noi un pezzo particolare perché è stato composto con un nostro grande amico Kote dei VIBRATACORE. Direi che è parte integrante di CEREBRAL heART più che del nostro futuro sound, ma possiamo anticipare che abbiamo in cantiere altri “esperimenti sonori” per il nostro prossimo album che si discosteranno sicuramente dalle aspettative che si potrebbero avere nel nostro genere di riferimento. Per Vibrated cercavamo qualcosa di conciso ed espressivo che fosse in grado di racchiudere in se, le sensazioni che l’album voleva dare nel suo complesso. In questo è stato bravissimo Kote che è riuscito attraverso campionamenti vari ad ottenere atmosfere inquietanti e apprensive, noi poi abbiamo ristrutturato e “condito” il tutto con una spruzzatina di synth.

Sia il titolo dell’album che i testi richiamano la duplice matrice del vostro sound, quella più cerebrale, ricercata e tecnica contrapposta ad una più viscerale, passionale e dall’urgente impatto espressivo; avevate già ben chiare questa coordinate o il tutto è venuto in conseguenza delle vostre influenze?

Diciamo che siamo riusciti a portare avanti in maniera coerente le aspettative che avevamo all’inizio. Ci eravamo preposti di realizzare un lavoro in cui si sentisse sia un aspetto “meccanico” (passami il termine), intendo con ciò la strutturazione di parti tecniche studiate e costruite quasi a tavolino, sia un aspetto piu “genuino, spontaneo”, improntato su orme un pochino piu noise e messo assieme in modo più immediato, cercando di farlo risultare più accessibile anche a un primo ascolto, per non appensantire troppo l’album, pur mantenendo tuttavia, al di sotto di questo impianto, armonie instabili e dissonanti. A questo aggiungi comunque che i nostri ascolti, com’è normale, influenzano tanto il modo di comporre e arrangiare i pezzi.

Riguardo proprio i testi, tra l’altro tra i più interessanti che abbia mai letto nel genere, quali sono le fonti di ispirazione?

I testi vengono composti sulla base di sensazioni, impressioni e stati d’animo di un momento particolare. Rapportano il nostro essere con il mondo ma, come si può capire leggendoli, non toccano aspetti materiali, vagano, in cerca di una stabilità nella nostra parte irrazionale, estraniandosi comunque dalla quotidianità e dalla concretezza della vita. Fluttuano nella ricerca dell’astrattezza di inquietudini e paure, sensazioni che di solito sono invece riferite a qualcosa di tangibile e concreto.

Come stanno andando le vostre prime esibizioni live?

Diciamo che da qualche mese le cose ai live stanno migliorando. Prima, nella maggior parte delle date, la gente non ci conosceva, magari non aveva nemmeno mai sentito nominare il gruppo. Ultimamente notiamo con piacere che qualcuno inizia a conoscerci magari solo di nome o avendo ascoltato qualcosa su internet, questo ovviamente non puo che farci piacere.

Avete già in programma o cmq siete intenzionati a suonare molto al di fuori dei confini nazionali?

Vista l’attività di promozione che sta partendo, stiamo cercando di indirizzarla, oltre all’Italia, anche verso alcuni paesi nei queli abbiamo in progetto di andare a suonare. Per ora stiamo valutando varie ipotesi, ma niente di concreto, speriamo si riesca a materializzare qualche tour all’estero, stiamo lavorando in questa direzione.

Come giudicate a livello generale la scena italiana e quali sono le bands che più vi hanno colpito in questi ultimi anni?

Non ci mettiamo a far nomi di una band piuttosto che un’altra, in generale comunque la scena italiana negli ultimi anni sta tirando fuori nomi che a livello internazionale potrebbero tranquillamente competere con chiunque. La cosa più piacevole comunque a parer nostro è che realtà validissime le possiam trovare sia a nord che a sud Italia, almeno in questo ambito i preconcetti sui dislivelli culturali si annullano.

Dopo l’animation video di Slave avete pensato per il futuro di realizzare un vero videoclip?

Mah, guarda, onestamente siamo rimasti così soddisfatti dal lavoro realizzato da Alberto (colui che ha fatto il video) che molto probabilmente continueremo su questa strada. Riteniamo che lavori di animazione come quello di Slave si adatti alla perfezione con ciò che volevamo trasmettere scrivendo quella canzone. Secondo noi un effetto del genere con riprese “dal vivo” sarebbe stato molto più difficile da ottenere.

E’ tutto ragazzi, avete qualcos’altro da aggiungere? Ad ogni modo spero di vedervi live il prima possibile…

Direi che abbiam detto tutto quello che c’era da dire. Mandiamo un grazie immenso a tutto lo staff di Neuroprison per il lavoro fantastico che sta facendo e per lo spazio concessoci. Siamo orgogliosi di farne parte!
Date un occhio a:

www.incomingcerebraloverdrive.com
www.myspace.com/incomingcerebraloverdrive
www.myphonic.com
www.myspace.com/myphonic_records

-Edvard-

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