lunedì, marzo 10, 2008
DEAD ELEPHANT - Lowest Shared Descent
Anno: 2008
Etichetta: Donna Bavosa/Robot Radio
Tracklist:
1. Introducing My Eye, In Flames
2. Another Fuckin’ Word to Say We Miss You
3. Post Crucifixion
4. Black Coffee Breakfast
5. Abyss Heart
6. Clopixol
7. The Same Breath
8. The Worst & The Best
Nato nel 2004, il power-trio di Fossano (Cuneo) esordisce l’anno successivo con l’ep “Sing the Separation”, quattro pezzi penalizzati da una registrazione deficitaria ma che già mettevano in mostra un potenziale davvero elevato, fatto di brani capaci di mischiare noise-rock, post-hardcore, ambient e psichedelia.
Numerosi concerti, come apertura di bands quali Capricorns, Zu, Lair of the Minotaur portano la band a costruirsi una certa fama ed apprezzamento nel panorama underground, in particolar modo all’estero più che in Italia.
Il debut sulla lunga distanza in questione ha avuto una gestazione particolarmente travagliata, già che esce solamente ora dopo essere stato registrato nel 2006, ma ci regala una band in forma smagliante, incisiva e compatta, micidiale nel proporre un visionario noise-rock ad alto voltaggio, figlio bastardo di Unsane, Jesus Lizard, Today is the Day e Rapeman tra gli altri.
Brani come l’opener Introducing My Eye, In Flanes e la successiva Another Fuckin’ Word to Say ‘We Miss You', sono esplicite ed esemplificative in questo senso.
Con Post Crucifixion il sound si apre ad altre suggestioni sonore, come il free jazz sugellato dal sax di Luca Mai (Zu).
Black Coffee Breakfast è con ogni probabilità il capolavoro dell’album, ove ambient e psichedelia, accostabili ai recenti lavori di Neurosis ed Ufomammut, si fondono a sfuriate noise e stoner.
Abyss Heart sono sette acidi minuti di puro noise/industrial/ambient, assolutamente ipnotici, ove Cluster e Lustmord si sposano agli Swans, per poi sfociare nei meandri strumentali post-core ( vengono in memte Neurosis e Isis) di Clopixol.
Eugene Robinson presta la sua voce (e le liriche) per The Same Breath, accostabile chiaramente al lavoro degli Oxbow, ma “in potenza”.
La conclusiva The Worst & The Best pone fine alle ostilità tirando in ballo i migliori Today is the Day e musicando alla perfezione un testo di Bukowski.
La produzione grezza ma incisiva (con un basso davvero "spesso") si adatta alla perfezione al sound della band, senza per altro coprire o celare tutte le sue sfumature.
In definitiva ci troviamo di fronte ad un disco noise che, almeno in Italia, non teme confronti; chiaramente sono meno appetibili e facilmente fruibili rispetto agli ottimi Il Teatro Degli Orrori, ma se ben supportati possono ottenere grandi riscontri con questo debut, per altro condito da un pregevole digipack e dall’artwork a cura di Marco Corona. Non fateveli sfuggire.
-Edvard-
Dead Elephant @Myspace
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