lunedì, aprile 19, 2010

Thrones + Nadja + OvO @ Milk Club, Genova







13/04/2010

Appuntamento veramente interessante per tutti gli amanti di certe sonorità loud, sonorità forse fin troppo abusate ultimamente, ma qua non stiamo parlando di ragazzini ma di maestri, gente che milita nelle prime file da diversi anni, il tutto contornato da una location tipica del posto: club piccino situato su una stretta strada sul mare, praticamente in pieno centro abitato. Senza tener conto dell'orario pubblicizzato (che ormai è una legge in Italia), partono per primi gli OvO (freschi freschi di collaborazione con i prossimi Nadja) con un set ben diverso dall'ultimo show che vidi nel 2008, molto più coinciso ma altrettanto d'effetto. Il duo si presenta mascherato, Dorella terrificante in canotta e maschera da wrestling, tante onde ultra basse e tanti rituali (Sunn O)))?). Dopo neanche venti minuti dalla fine salgono i canadesi Nadja, di nuovo un duo uomo/donna (mooolto meno terrificanti), ma con un approccio ben diverso: il live è composto da un singolo brano in pieno stile Aidan, ovvero chitarre psichedeliche, basso in sottofondo, basi di batteria ultra doom (comandate da un iPod!) e una montagna di effetti che scuotono l'aria. Il suono, che pare estremamente compatto, prende l'ascoltatore per la mente facendolo ''viaggiare'', quasi costringendo ad immaginare quel fluido di suoni e forse banalmente sopperendo alla mancanza di video proiettati.
Senza farsi aspettare troppo sale sul palchetto l'ormai non più tanto giovane Joe Preston, storico bassista di band come Melvins, Earth e High On Fire (per dirne tre a caso), con il suo progetto solista Thrones. Il set è composto da una prima parte molto ''rock'' (con pezzi di Sperm Whale), una parte centrale molto più riflessiva alla Earth (come potrete sentire nel video pubblicato sotto), tornando a pezzi più suonati nella terza parte. Un live piacevole ma che, al contrario dei primi due, alla lunga ha annoiato, forse con qualche brano in meno sarebbe stato tutto più scorrevole.
Esco dal locale orgoglioso di aver visto due tra le band più importanti del genere (quale genere?) ma altrettanto triste nel venire a sapere che eravamo gli unici due ''forestieri'' (contando un pubblico di circa 80 persone).







James "Sawyer" Ford

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