martedì, luglio 01, 2008

VIBRATACORE - Behind This Rapture



Anno: 2008

Etichetta:
AudioZero Records

Line-up:
Andrea (voce)
Fango (chitarra)
Ivano (basso)
Kote (batteria)

Tracklist:
01. Behind this rapture
02. The battle with myself
03. Candy
04. Rosaries to the civilization
05. Unexploded attitude
06. Reflect
07. Urlo la mia rabbia
08. Sennoun
09. De-human love
10. Ready to fight


I Vibratacore, band abruzzese in attività dal 2002, arrivano finalmente al debutto sulla lunga distanza dopo due lodevoli demo (“Trust away” e “Empty Box”) ed una serie di positive partecipazioni ad importanti concorsi e manifestazioni nazionali quali “Piceno on the rock”, “Sotterranea”, “Rock TV Tour”, “Altri suoni” e “Arezzo Wave Abruzzo”.
Il loro nome è un gioco di parole che indica il luogo di provenienza (Val Vibrata, Teramo), ma anche “cuore” ("core" nel dialetto locale) e “vibrazione hardcore”.
“Behind this rapture” si rivela tappa fondamentale nell’attività del quartetto in quanto, oltre ad essere il loro primo album, segna una decisa svolta stilistica, anticipata tra l’altro nel 2005 dall’entrata in formazione di un nuovo cantante (Andrea).
Il disco, registrato alla Baia dei Porci Recording Studio di Nereto (TE) da Stefano Lelii e mixato da quest'ultimo insieme alla band, esce sotto AudioZero, etichetta personale ed autogestita, creata dal chitarrista Fango con l’obbiettivo di portare alla luce gruppi del panorama hardcore italiano.
Dicevamo del cambiamento stilistico: se prima la loro musica si reggeva su un dinamico crossover incorporando elementi hardcore e nu-metal, ora il sound si è fatto decisamente più compatto e pesante, per un risultato accostabile al lavoro di Coalesce, Botch e Norma Jean, con indovinati ed accattivanti influssi alternative.
La title-track apre il platter e fin dal primo riff mette in chiaro cosa ci aspetta lungo questi 30 minuti (poco più): furia e groove da sperimentare tutti d’un fiato; il pezzo, di cui è stato realizzato anche un video, unisce alla perfezione le caratteristiche del post-hardcore a quelle del post-thrash, il tutto esaltato dall’intensa prova vocale di Andrea, che si rivela importante aggiunta nell’economia dei nuovi brani e sugli scudi per tutta la durata di essi.
La resa sonora è di ottimo livello ed esalta il pregevole lavoro chitarristico da parte di Fango, elemento principale dell’amalgama sonoro, sorretto dal preciso e potente drumming di Kote.
The battle with myself parte e si sviluppa di nuovo in modo impetuoso per poi lasciare il posto ad una lunga coda di grande intensità emozionale, mentre Candy si rivela episodio di totale impatto frontale, servendosi del possente contributo vocale di Ivan dei Straight Opposition.
In Rosaries to the civilization gli influssi alternative rivestono un certo peso, con soluzioni che spaziano da corpose ritmiche portanti ad aperture di maggior respiro.
Unexploded Attitude e Reflect rivedono in maniera assolutamente personale la lezione dei maestri Coalesce, mentre Urla la mia rabbia è l’unico episodio ove fa capolino l’italiano, per il resto totalmente soppiantato dall’inglese, e che si rivela tra i momenti più coinvolgenti del platter, un classico istantaneo in sede live.
Sennoun, breve intermezzo strumentale contraddistinto dalla presenza di due Didjeridoo suonati da Kote e Fango, introduce la conclusiva De-human love, brano liricamente ispirato dalla storia del serial killer Jeffrey Dahmer ed in cui torna preponderante la componente post-thrash.
L’outro Ready to fight, dalle fosche tinte industrial ambientali, chiude enigmaticamente l’album e ci consegna una band dal potenziale veramente notevole, anche a livello internazionale, nonché già in possesso di una maturità compositiva non indifferente. Non perdeteveli.

-Edvard-

Vibratacore @Myspace

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