lunedì, luglio 14, 2008

PUTIFERIO - Ate Ate Ate


Tracklist:
1.Give Peace a Cancer
2.Aristocatastrophism
3.Carnival Corpse For Servers
4.Putiferio Goes to War
5.Hate Ate 8
6.Where Have All the Razors Gone?
7.HOLES Holes HOLES


Non è più una novità il fermento dell’underground musicale italiano, al quale ora vanno ad aggiungersi anche i Putiferio.
Non stiamo però parlando degli ultimi arrivati, visto che dietro questo progetto si celano nomi noti agli ascoltatori più attenti: Giulio Favero (One Dimensiona Man, Il Teatro Degli Orrori) dietro le pelli, Woolter (Kelvin) e Mirco (ex Bluid) alle chitarre, Panda (ex Huck) al basso e voce. Non è giusto parlare di all-star band per pochi ma importanti motivi: non vogliono essere delle star, non si atteggiano da star, hanno una dedizione verso la musica maggiore di una qualsiasi “star”. Sono un gruppo di amici, solo (e non è poco) questo.
La band nasce nel 2003, ma solo quest’anno dà alle stampe il suo album di debutto, “Ate Ate Ate”, distribuito da RobotRadio Records, come sempre attentissima a valorizzare le realtà più interessanti di casa nostra.
E come da tradizione per l’etichetta, i Putiferio vanno a collocarsi tra Lucertulas e Dead Elephant, formazioni che hanno saputo scomporre le formule più canoniche del rock con un gusto tipicamente italiano.
Una formula spigolosa ma allo stesso tempo pregna di melodia, che risente della lezione del noise-rock a cavallo tra ’80 e ’90, fatta propria e proposta con originalità e frenetica goliardia.
Il terzetto che apre l’album è letale, un assalto frontale senza compromessi che si sbatte in faccia (e nelle orecchie) dell’ascoltatore; “Give peace a cancer” è snella e fluida, scorre via "leggera" fino alla sua metà, dove le chitarre si inspessiscono in riff tellurici. “Aristocatastrophism” non vuole essere da meno e presenta intrecci chitarristici da brivido, capaci di stamparsi subito in testa; “Carnival corpse for servers” è nevrosi allo stato puro, sorretta dal drumming serrato e quadrato di Giulio, che fa da tappeto e chitarre ubriache e taglienti, sulle quali si poggia l’urlo di Panda. Sono passati poco più di sette minuti, troppo poco per comprendere da quale parte arrivino le bordate, e allora la band ci viene in soccorso con la marziale “Putiferio Goes To War”. E’ palese che ci si trovi dinanzi ad una traccia particolare, prima di tutto per la durata, circa il doppio rispetto alle prime tre del lotto, e poi l'apertura : pochi arpeggi ben presto intrecciati dall’elettronica, scelta inusuale per una band del genere. Tutta la canzone è un altalena di suoni ed emozioni, sfuriate memori dell’hardcore secondo i Jesus lizard si alternano a parentesi ambientali pregne di psichedelia, seguite da ipnotiche percussioni. Il finale rialza i toni ma è una rabbia controllata, pronta a sfumare di lì a poco.
“Hate Ate 8” comincia da dove si era chiusa la precedente canzone, rivelandosi a sua volta come un’autentica sorpresa, ovvero il loro modo di intendere la new wave, con l'ottimo lavoro di Panda dietro il microfono.”Where Have All The Razors Gone?” torna a picchiare duro, arricchita da un prezioso cameo di Luca Mai (Zu), che pare averci preso gusto con questo genere di collaborazioni, non ultimi i Dead Elephant. Il finale dell'album è affidato a “HOLES holes HOLES”, capace di richiamare i Neurosis di Cleanse, con roboanti percussioni coadiuvate da efferatezze musicali varie ed assortite.
Per concludere, il lato visivo non è da meno rispetto a quello musicale, e come ogni uscita RobotRadio artwork e booklet risultano curatissimi e di sicuro fascino, con i testi presenti anche in italiano. Nient’altro da aggiungere su di un disco che ad oggi è una delle migliori uscite in ambito italiano (e non), un acquisto consigliato, e per gli amanti di certe sonorità assolutamente obbligatorio.

Neuros

Puriferio @Myspace

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