sabato, luglio 26, 2008

STALKER



Dopo aver recensito l'ottimo debut album della band, abbiamo contattato Luca e Alberto, che fanno il punto della situazione per gli Stalker...


Ciao ragazzi, innanzitutto parlateci di come sono nati gli Stalker; quali erano le vostre esperienze musicali precedenti?

Gli Stalker sono nati nell’estate del 2006. Il gruppo, di 5 persone, è composto da 4 membri dei Kafka (Michele P., Mauro S., Luca V. e Luca G. ) ed 1 membro degli Ex-Otago (Alberto) alla voce.
Tutti noi abbiamo poi avuto altre esperienze precedenti, ma probabilmente queste sono meno significative rispetto ai Kafka.
Inoltre alcuni di noi suonano in altri gruppi attualmente in attività, come Ex-Otago, Ur, Downright….
Tanto per dare qualche informazione meno nozionistica spendo una parola nello spiegare quali sono le motivazioni che ci hanno spinto a terminare un progetto, parlo ovviamente dell’esperienza Kafkiana, per creare questo nuovo gruppo.
Dopo circa 12 anni di attività molti di noi si erano “stancati” di suonare quel genere di musica, per le nostre orecchie ormai solito e quasi routinario. Parlo ovviamente da un punto di vista prettamente “estetico” non dell’entourage nel quale questa musica prende forma.
Un nuovo progetto ci da la possibilità di costruire da zero qualcosa di nuovo dedicandoci nuovamente alla ricerca musicale e dandoci nuovi stimoli.
Inoltre le realtà personali dei componenti del gruppo sono mutate radicalmente: in pratica abbiamo iniziato a suonare insieme che eravamo 5 ragazzini, mentre ora siamo 5 adulti con figli,lavori,impegni.
In poche parole abbiamo terminato un’esperienza per iniziarne una nuova più congrua alla nostra situazione attuale e che ravviva il nostro interesse per la musica

Il vostro album di debutto è stato pubblicato dalla Produzioni Sante Records (Cibo, Go Down Moses, Santantonio). Come siete entratti in contatto con la label e qual’è il vostro rapporto con questa?

Il tutto è successo all’ AntiMtvDay dello scorso anno. La serata è stata bellissima sia per i gruppi che suonavano che per la partecipazione delle persone venute al concerto.
Siamo ancora grati a Nico dei Laghetto per l’invito. Di quella sera ricordo molti gruppi interessantissimi, tra cui GiJoe, Laghetto, SiNonSedesIs, Ovo... Quella sera c’era anche Luca di Produzioni Sante che si è appassionato alla nostra musica, e da li è nato tutto.

Il vostro suono è molto potente e allo stesso tempo secco, d’impatto. Come si è svolta la fase di produzione e mixing del disco; siete soddisfatti di come suoni?

La fase di registrazione è stata lunga e complicata: le canzoni non erano ancora nella fase definitiva, quindi abbiamo scelto una situazione di compromesso: abbiamo registrato la batteria al Green Fog Studio di Genova e tutto il resto per conto nostro. In questo modo abbiamo avuto la possibilità di registrare con calma scegliendo i campioni e le sovra-incisioni più opportune. Per quanto riguarda i suoni ho cercato di mantenere la timbrica propria dei nostri strumenti che erano già adatti per il genere, cercando di dare più tiro possibile ad ognuno mantenendo la naturalezza del timbro. Questo perché i suoni moderni e digitali da nu-metal non ci piacciono gran che (vedi line6 e compagnia bella).
In fine abbiamo portato il risultato del mixing di nuovo al Green Fog, dove Mattia (chitarrista Meganoidi) ha fatto il mastering finale rifinendo l’insieme.
Il risultato del tutto mi sembra buono, soprattutto considerando il budget che abbiamo investito (ovviamente in questi conteggi le decine di ore che sono state necessarie per arrivare alla fine non si contano mai!!!)

Wave Your Hand Goodbye è la traccia d’apertura dell’album, introdotta da un citazione tratta da “Un Borghese Piccolo Piccolo”; cosa vi ha spinto a questa scelta ?

In realtà la scelta è molto meno studiata di quel che si potrebbe immaginare, anche perché testo e campione sono stati realizzati separatamente, quindi non c’è un’integrità concettuale piena tra i due.
Più che altro ci sembrava molto azzeccato l’abbinamento tra il tono apocalittico del Sacerdote che, autoinvestitosi di un’autorità morale, sentenzia ed addirittura augura la “Morte Generale” all’umanità, e le atmosfere create dalla musica.
Poi, ma qui parlo personalmente, mi piace dare dei contenuti ai pezzi che riguardino la vita reale delle persone. A volte i pezzi metallosi apocalittici vertono un po’ troppo al fantasy, mentre nel film viene riportata una situazione di disagio sociale reale (vedi i patetici e disperati tentativi di fare avere al figlio un posto nel pubblico impiego arrivando addirittura ad assecondare dei ridicoli riti massonici, le morti che avvengono, la pazzia che giunge per la non accettazione di una situazione così tragica...insomma le tragedie che possono riguardarti quotidianamente )

Una carattestica del vostro suono è quella di alternare poderosi muri a sonori con parentesi di più ampio respiro; come avviene il processo compositivo in questo senso e chi si occupa del songwriting?

La composizione avviene sempre in modo corale in saletta, per quanto il maggior contributo creativo è quello di Mauro (Chitarra).
Io da parte mia sto orientando la mia ricerca in direzioni differenti dalla composizione dei riff, infatti sto cercando di costruire degli effetti (vedi DIY), ma penso che i risultati di questo lavoro si vedranno solo tra un po’.
La struttura delle canzoni non è definita a priori, ci piace per l’appunto alternare riff molto pesanti dove cerchiamo di creare un ritmo molto scandito ed un tiro sempre presente a parti più minimaliste o psichedeliche, dove ovviamente la portanza va a perdersi in favore di parti più “rilassate”.
Inoltre cerchiamo di avere una dinamica molto più ampia di quanto non facessimo con i Kafka dove tutti i pezzi erano lanciati e fracassoni dall’inizio alla fine.

L’artwork è cupo, austero, urbano; pare riflettere fedelmente la musica.

In effetti per trovare quello più adatto c’è voluto un bel po’. Ci siamo avvalsi per la parte grafica dell’aiuto di un nostro amico Alessandro Falcone (http://www.flickr.com/photos/zena011/) e per le fotografie di un altro caro amico e collaboratore, Davide Pambianchi (http://www.freaklance.net/) che ci ha gentilmente concesso l’utilizzo delle fotografie del cementificio, dell’ ospedale psichiatrico e di tutto l’altro materiale contenuto nel libretto.
Alla fine siamo arrivati a questo bellissimo risultato.
A me è piaciuto moltissimo la reinterpretazione apocalittica dei paesaggi urbani della nostra città.
Di per se i soggetti usati sono parecchio inquietanti, infatti sia l’ospedale psichiatrico che il cementificio non sono proprio i posti migliori dove passare la domenica pomeriggio.
In qualche modo le pareti di queste strutture, abbandonate già da anni, trasudano ancora la drammaticità delle vite che si sono consumate al loro interno. Ovviamente se siete appassionati di fotografia e di “archeologia della decadenza” (quindi di costruzioni abbandonate, archeologia industriale...) allora si che vi divertireste a fare un giretto in questi edifici. La nostra città ne è piena.

Da dove traggono ispirazione i vostri testi? Alla luce della citazione di cui parlavamo prima pare che cinema e letteratura siano molto importanti, o sbaglio?

(Alberto) : Cinema e letteratura sono molto importanti anche per gli altri componenti del gruppo… per i testi mi ispiro parecchio alle situazioni,agli eventi,ai fatti che incontro nel quotidiano... successivamente le emozioni rimaste (un po’ come 1 un colino) vengono portate all'esasperazione...apocalittica.

Siete compaesani dei Vanessa Van Basten, con i quali avete anche condiviso il palco più di una volta. Loro hanno dedicato una canzone, “Il Faro” , alla città di Genova. Come sono i vostri rapporti con essa, e quanto influisce sulla vostra musica?

Vivo nella mia città con grande piacere. Penso sia evidente a tutti come questa sia particolare: tra mare e monti, piena di gente proveniente da tutto il mondo (e non alludo ai turisti), così singolare ad ogni colpo d’occhio.
E’ l’unico posto al mondo che ho visto dove ogni strada, angolo, vicolo è diverso dagli altri: le strade si adattano al paesaggio e non viceversa e le case si arrampicano sulle pareti scoscese delle colline semiaride. Inoltre il centro storico è per molti aspetti decadente, sia per l’incuria degli occupanti che per l’architettura in se, ed il fatto che sia chiuso al traffico lo rende come un paesino perso nel tempo all’interno della metropoli. E poi il porto, il mare...

Quale suono ricercate in una vostra canzone? Potreste illustrarci sulla vostra strumentazione?

Il set dei nostri strumenti è abbastanza classico, batteria Pearl, testate Peavy, basso Ampeg. Poi abbiamo in dotazione alcuni effetti (delay e riverberi), i campioni realizzati al pc, ed ultimamente stiamo cercando di inserire qualche traccia di sax. Infatti ci piacerebbe arricchire le canzoni con parti suonate da altri musicisti (come nel caso del sax, vedi David Avanzini degli UPON http://www.myspace.com/unsolvedproblemsofnoise ) in modo tale che gli Stalker diventino un progetto aperto e non un gruppo come normalmente viene inteso. Dal momento poi che muoversi in tanti è sempre difficile abbiamo pensato che registrare le tracce delle persone che suonano con noi e usare come campioni sia la soluzione più facile da usare.

Se doveste dirmi una band e una figura fondamentali per la vostra crescita musicale e nella vita, chi scegliereste?

Tanti: Black Sabbath, Isis, Aphex Twin, WithLove, Botch, Pink Floyd, Ministry ed un’infinità di altri. Per quanto riguarda la figura non ho particolari riferimenti, non mi piace il divismo ne tantomeno idealizzare le persone, vedo solo tante singole idee.
Questo potrebbe aprire un discorso molto interessante sul fatto che le creazioni artistiche o in generale le cose prodotte dagli uomini siano una conseguenza naturale del tempo e che in qualche modo, al momento giusto, debbano necessariamente essere scoperte, rilegando ad un ruolo secondario l’importanza soggettiva delle persone. C’è una bellissima canzone di Bjork , "The Modern Things"che dice:

“all the modern things
like cars and such
have always existed

they've just been waiting in a mountain
for the right moment...”

Probabilmente Bjork alludeva ad altre cose e pensieri, ma il testo viene a pennello per questa riflessione. In altre parole è come se l’importanza individuale venisse in qualche modo ridimensionata. Come dire: “ E’ vero che Einstein era un genio e solo lui poteva fare tutto quel che ha fatto, ma non si è inventato tutto da solo, ha solo applicato la meccanica razionale al relativismo galileiano ovvero ha applicato uno strumento innovativo del suo tempo e l’ha applicato ad un concetto vecchissimo. Penso che su questo argomento si potrebbero scrivere dei trattati e non ho ne il tempo ne le competenze per farlo, quindi mi fermo.

L’album sta ricevendo i primi positivi responsi da stampa cartacea e virtuale. Vi aspettavate questo interesse nei vostri confronti? E come è l’accoglienza in fase live?

Quando abbiamo iniziato questo progetto non sapevamo cosa aspettarci, per diversi motivi: è infatti vero che con i Kafka abbiamo girato per largo e per lungo conoscendo moltissime persone, ma il cambio di genere è stato veramente totale. Come detto le canzoni dei Kafka erano tutte tirate, e la gente veniva ai concerti per dimenarsi e fare stage diving. Insomma era una musica assolutamente d’impatto, quasi come la technazza sebbene ovviamente da un punto di vista contestuale il panorama, il mood e le idee delle persone che venivano ai concerti erano completamente differenti. Con il nuovo gruppo invece la musica è divenuta molto più “meditativa e celebrale”, ovvero pur essendoci parti sostenute la maggior parte dei pezzi è molto lenta ed ossessiva.
Inoltre mentre prima i pezzi erano composti da un’insieme di riffs in rapida successione adesso privilegiamo sviluppare un’idea inserendo molte più variazioni all’ interno di un unico riff, assecondando un po’ di più l’idea della modularità e del campionamento tipico del mondo della musica elettronica e del sampling. In pratica la ripetizione esasperante di una stessa base sulla quale però si alternano linee strumentali o suoni diversi nel tentativo di creare crescendi dinamici.
In realtà la risposta che abbiamo avuto è stata entusiasta. La cosa che mi ha sorpreso di più è che la nostra musica sembra piacere non solo alle persone che ci ascoltavano prima (vedi a sottovalutare l’apertura mentale delle persone!!!) ma anche ai fonici. A volte scappano frasi del tipo : “figo, roba alla Neurosis”, e tu silenziosamente gioisci nel di dentro.

Cosa pensate riguardano la scena musicale della vostra città e dell’Italia in generale? E riguardo i locali nei quali suonare?

Negatività!!! Purtroppo la situazione non è assolutamente rosea. I locali scarseggiano, anzi sono praticamente scomparsi. Vige infatti nella nostra città una volontà nefasta da parte delle istituzioni di voler chiudere tutti i locali ed i club musicali “underground” in favore di quegli splendidi ed asettici wine bar da 7 euro al bicchiere dove oltre i soliti cd di finissima musica lounge non c’è mai nulla di interessane.
R.I.P.: Madeleine Café (con la gestione precedente che organizzava i concerti), il Fitzcarraldo, il Mascherona…... Fortunatamente gli organizzatori (vedi Matteo Casari di Disorderdrama http://www.disorderdrama.org/, la Claudia di 2ndskin http://www.myspace.com/2ndskininc, i 2Novembre con il Santo Rock http://www.myspace.com/2novembre .....) non si lasciano demoralizzare e riescono a trovare i pochi spazi rimasti disponibili come La Buridda, (www.buridda.org/) , il Milk club (www.myspace.com/milkclub) , il Checkmate (http://www.myspace.com/checkmateclub) , lo Zapata ....
In Italia poi non saprei , gli eventi ai quali abbiamo partecipato ultimamente (vedi: AntiMTVDay, Leoncavallo, FeelTheirPainFest…) sono stati tutti molto belli, ma purtroppo rari a trovarsi. In generale sono convinto che la musica dal vivo sia ormai un tipo di entertainment inflazionato e pure fuori moda, quindi..

Quali sono i vostri progetti nell’immediato futuro?

E’ appena uscito il cd, quinto vorremmo fare un po’ di date in giro, e nel frattempo continuiamo a comporre pezzi nuovi…

Grazie per la disponibilità ragazzi e ancora complimenti. A voi uno spazio personale per concludere a vostro piacimento!

Grazie a voi dello spazio dedicatoci, keep on doing!

Neuros

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