mercoledì, maggio 07, 2008

UFOMAMMUT - Idolum



Anno: 2008
Etichetta: Supernatural Cat

Tracklist:
1. Stigma
2. Stardog
3. Hellectric
4. Ammonia
5. Nero
6. Destroyer
7. Void/Elephantom


Sono passati due anni dall’ultimo Lucifer Songs, ma ecco finalmente arrivare il nuovo capitolo discografico per gli Ufomammut : Idolum. Una parola latina, dai mille significati, ma “specchio” e “immagine mentale” sono sicuramente i più incisivi. “Specchio” perché mai come in quest’album la musica pare legata al monicker di Ufomammut, un pachiderma proveniente dallo spazio più lontano, una mole impressionante di suoni cosmici che riescono a portare alla mente dell’ascoltare “immagini” sempre nuove, dai contorni non distinti, sfumati, un viaggio stellare.
Idolum è un album ingannevole, è esagerato nei suoni, resi ottimali da Lorenzer dei Lento, che è riuscito ad ampliarli, a renderli deflagranti, da ascoltare obbligatoriamente a volume altissimo; allo stesso tempo emerge una qualità fondamentale come l’ordine nei particolari, che vanno a incastonarsi in maniera egregia, esaltandosi reciprocamente.
Stigma e Stardog sono i due monoliti sonori che aprono l’album, marziali e ossessivi, come se volessero aprire con la forza la nostra testa e guidarci per mano in nuove realtà; le chitarre di Poia sono corpose, sorrette dal basso deflagrante di Urlo, il volume contiua a crescere nel corso di entrambe le canzoni, smorzate unicamente dalle tessiture ambientali che lentamente fanno capolino, proponendo dei finali liquidi e lisergici, soprattutto nella prima traccia.
Una botta di suono del genere sfinirebbe chiunque, band e ascoltatore, ma i primi continuano imperterriti il loro depravato cammino, i secondi invece non si curano delle orecchie che già sanguinano.
Helletric è viscerale, un mantra condotto dalla batteria di Vita, un climax che cresce in maniera esponenziale e poi si spegne di colpo, una piccola pausa di riflessione per poi deflagrare nuovamente, contagiando gli andamenti di Nero.
Destroyer già nel titolo è una dichiarazione di intenti, massiccia e instabile, nervosa negli andamenti; la chitarra graffia come non mai, prodigandosi anche in un breve ma efficace solo e con il passare dei minuti le note si allontanano, lasciando emergere gli effetti di sottofondo che sgorano in superficie. E’ curioso come tra le due tracce più roboanti dell’album faccia capolino Ammonia, barlume di pace in tale marasma sonoro. I ritmi si fanno pacati, chitarra e basso appaiono lontane, formano un tappeto liquido sul quale si adagia Rose Kemp, soave cantautrice britannica, che dona carattere etereo alla canzone, che si perde nel tempo e nello spazio.
La chiusura infine, affidata a Void/Elephantom dove l’ospite è Lorenzer stesso, complice così nell’erigere un muro sonoro di cinica portata, incurante di ogni cosa, mosso unicamente dal desiderio di libertà mentale, raggiungibile unicamente con la musica.
Idolum è la sintesi di tutto ciò che la band ha proposto in precedenza, dalla psichedelica di Snaikling alla ridondanza di Lucifer Songs, dove le parti vocali che si fondono con la musica stessa.
L’ascolto dell’album non è qualcosa di materiale, è un’esperienza da vivere interiormente, è l’Odissea Nello Spazio 2008 diretta dagli Ufomammut.

Neuros.

Ufomammut@Myspace

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