mercoledì, maggio 21, 2008

INFECTION CODE - Intimacy



Anno: 2007
Etichetta:
Beyond Productions/Masterpiece Distribution

Tracklist:
01. (E)motionless
02. Sweet Taste Of Sickness
03. Bleeding
04. A Perfect Failure
05. The Man And His Silence
06. Heart Shaped Box (Nirvana Cover)
07. Cold Surface
08. Slumber


Gli Infection Code sono sempre stati una delle formazioni più originali ed interessanti dell’underground italiano, arrivando con il secondo lavoro del 2004, “Sterile”, a raggiungere una certa fama a livello internazionale proponendo una miscela di death metal, industrial e noise.
Il feeling malsano e disturbante tipico della band piemontese raggiunge il picco massimo proprio con “Intimacy”, ultimo (sofferto) parto sulla lunga distanza, sotto etichetta Beyond Productions.
I Nadir Studio di Tommy Talamanca (Sadist) vengono di nuovo scelti per queste registrazioni, ma stavolta in fase di mixaggio e mastering vi è lo zampino di Billy Anderson, già al lavoro con Neurosis, Swans, Brutal Truth, tra gli altri; opportunità direi perfettamente sfruttata, in quanto in grado di dare maggior risalto e qualità al nuovo amalgama sonoro, così disturbante, soffocante e ricco di sfumature.
Già dall’opener (E)motionless pare subito chiaro che l’uso dell’elettronica andrà a segnare indelebilmente tutta la tracklist del nuovo disco; atmosfere ampie, moderne ma terribilmente sporche, acide e freddamente cupe.
Sweet Taste Of Sickness non dà scampo, puntando su un impatto tendenzialmente vicino ai nomi grossi del post-hardcore moderno, su tutti vengono in mente i seminali Today Is The Day di Steve Austin.
Bleeding è forse il pezzo più facile a cui approcciarsi, perfetto simbolo del mood e di quello che è il contenuto lirico del disco: amore e odio, un dualismo sempre più sotto gli occhi di tutti, visto e filtrato attraverso tutte le relazioni interpersonali dell’uomo nella società moderna.
"Intimacy" è molto eterogeneo e nulla concede ad un ascolto poco smaliziato ed attento, ma alllo stesso tempo risulta incredibilmente coeso negli intenti, opera cangiante ed estrema (Slumber, Cold Surface), claustrofobica (The Man and his Silence), ineluttabile nel riversare impietosamente sull’ascoltatore le proprie psicosi e contraddizioni (A Perfect Failure).
Da rimarcare è la cover, davvero sorprendente, di Heart Shaped Box dei Nirvana, rivista e riletta secondo le coordinate sonore ed umorali proprie della band; un grido di dolore sparato in faccia senza porsi problemi e carico di effettistica noise.
Un platter di valore internazionale quindi, che nonostante anzi, proprio perché così lontano dai cliché imperanti, merita l’attenzione di chiunque voglia sperimentare ed assorbire la musica, che come pulsione artistica non deve essere solo passivamente fruita.

-Edvard-

Infection Code@Myspace

Nessun commento: