mercoledì, febbraio 27, 2008

THE SECRET - Disintoxication



Anno: 2008
Etichetta: Goodfellow Records

Tracklist:
01. Morte
02. Intoxication
03. Inferno
04. Poisoned Blood is Never Enough
05. In Limbo
06. Saul
07. Funeral Monolith
08. Umea
09. Death to Pigs
10. Kill the Dead

Lungamente atteso, ecco che il secondo e nuovo lavoro a firma The Secret vede finalmente la luce.
Se Luce fu proprio il titolo del loro debut per l’ottima GoodFellow Records, in questo caso di tutto si può parlare tranne che di un disco incline ad aperture solari, o comunque di maggior respiro; Disintoxication è un lavoro dalle atmosfere cupe e ferali, con suoni devastanti, abrasivi ed esaltati dalla produzione a cura di Magnus Lindberg (Cult of Luna) ai Tonteknik Recordings di Umea, Svezia.
La band triestina, nata nel 2003 dalle ceneri dei From The Dying Sky, aveva impressionato e raccolto decisi consensi già con il debut targato 2004, ma grazie a questo nuovo parto ora si può davvero parlare di un imminente sbarco sul panorama internazionale ai più alti livelli, tanto è aumentata la compattezza e la coesione di una band ora pienamente consapevole delle proprie capacità.
I Converge rimangono un’influenza ben presente, ma se prima ciò era da riferirsi più al lato metalcore della loro proposta, ora siamo dalle parti di un Jane Doe o di un No Heroes; si possono inoltre avvertire rimandi ai Knut ed ai mai troppo lodati Breach (quelli di Venom), in particolare negli stacchi più rallentati e sulfurei, nonché un approccio vocale vicino ad un certo black metal scandinavo. Va detto che tutto ciò non significa che i The Secret siano dei cloni di bands più famose ed affermate, in quanto queste influenze vengono ben miscelate all’interno di un sound ormai riconoscibile e dall’impatto debordante come pochi in circolazione.
La breve durata complessiva del platter (32 minuti) aiuta a rendere l’ascolto ancor più coinvolgente, e se a questo aggiungiamo una maggior sperimentazione sonora rispetto al passato, ed una particolare cura a livello di arrangiamenti, il piatto è servito.
I brani si susseguono sfociando uno nell’altro, dando la sensazione di essere di fronte ad uma sorta di concept riguardo le frustrazioni ed i momenti bui che sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, invitando ad esorcizzarli e liberarcene; Inferno, Funeral Monolith (dal finale sludge/noise monumentale), Saul e Umea si rivelano come gli episodi migliori di un disco nel complesso pressochè inattacabile…. non ci sono scuse, fatelo vostro.

-Edvard-

The Secret @Myspace

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