martedì, febbraio 26, 2008

TOMYDEEPESTEGO - Odyssea



Anno: 2007 Etichetta: Subsound Records

Line-up:
Valerio De Lucia - guitars
Edoardo Lucà - guitars
Daniele Lunardi - bass
Simone Giannangeli - drums

Tracklist:
1. Euskadia
2. Mizar
3. Ius Primae Noctis
4. Renovatio
5. Liver
6. Tora
7. Mediterraneo
8. Crepuscolo

Due anni di silenzio, dal 2004 al 2006, altri due anni e finalmente Odyssea vede la luce.
Proprio in quei mesi di stand-by Edoardo Lucà ha deciso di non abbandonare alle correnti il progetto ToMyDeepestEgo, e i fatti gli hanno dato ragione.
Con una line-up rinnovata, composta da amici come lui stesso afferma, la band è maturata, è cambiata dinanzi ai propri occhi, è riuscita a plasmare a proprio piacimento il suono. Ma quale?
Difficile dirlo, difficile descriverlo. La scelta di correre senza un vocalist può essere arma a doppio taglio, può rivelare insidie, ma la band romana è riuscita ad evitarle con grande maestria.
Nessun particolare punto in cui focalizzare l’attenzione, o forse focalizzarla sull’insieme.
Sì perché è un flusso sonoro quello di cui parliamo, un’onda che si infrange sugli scogli, in maniera perenne, che lascia vendere però il fondale nel momento di risacca. Un’anima che si sdoppia, che sa essere aggressiva, imponente, per poi addolcirsi poco dopo. Movenze adottate da maestri come Isis e Pelican, e soprattutto al combo di Chicago sembrano guardare con attenzione i nostri quattro giovani. La lezione di The Fire In Our Throats Will Beckon The Thaw è stata assimilate, fatta propria, e riadattata per le circostanze, con un gusto per la melodia che sì, potremmo definire tipicamente italiano. Riff massicci, ipnotici come nella tradizione del post-core più psichedelico, squarciati da arpeggi di chitarra che ricordano Mogwai e Red Sparowes, e non hanno niente da invidiare a questi in canzoni come Ius Primae Noctis, dal crescendo emotivo esaltante, o nella conclusiva Crepuscolo, che pacata, quasi in punta di piedi, chiude l’album in maniera straordinaria. Al contrario Euskadia, che potente ci da il benvenuto nel disco.
Composizioni che avvolgono e coinvolgono, calde, passionali si potrebbe dire, è un fatto che salta subito all’orecchio, il trasudare sentimento da ogni nota.
Ecco allora che ci si perde nelle lunghe Mizar e Tora, in Liver, contornata da archi delicatissimi, un trittico che supera abbondantemente la mezz’ora, un susseguirsi di chiaro/scuri che scavano nel profondo.
Renovatio colpisce per il suo piglio arcigno, interrotta bruscamente nel suo climax oscuro, che poi riprende sotto altre spoglie nel finale, e poi Mediterraneo, che riprende quel concetto di onda di cui si parlava in precedenza, un mare di note che si susseguono in maniera esaltante, in un finale da brividi.
Suoni evocativi quindi, con i titoli delle canzoni che sono da meno, riuscendo a trasmettere in una sola parola quello che spetterebbe a interi testi. E l’artwork, bellissimo, ad opera di Seldon Hunt, già all’opera con Five Star Prison Cell, Nadja e, soprattutto, Neurosis.
I margini di miglioramento per rendere ancora più personale la proposta sono ampi, ma se queste sono le premesse un futuro roseo attende i ToMyDeepestEgo.

Neuros

Tomydeepestego @Myspace

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