mercoledì, febbraio 27, 2008

INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE - Cerebral Heart



Anno: 2008
Etichetta: Myphonic Records

Tracklist:
Food
Analysis
Wait
Seasons
Hope
Slave
Born
Awakening
Vibrated

Nati nel 2002, i toscani Incoming Cerebral Overdrive si mettono subito in luce grazie ad un promo di tre brani che l’anno successivo portò ad ampi consensi da parte di alcune delle più note ‘zines del settore; grazie anche al passaparola, la band si costruisce una solida reputazione nell’underground nazionale che porta ad una intensa attività live, culminante nella data romana di supporto ai gloriosi Unsane.
Tre anni più tardi, subito dopo l’entrata nella lineup del nuovo bassista Alessio, i ragazzi tornano ai Fear Studio di Ravenna per registrare il loro debut sulla luna distanza, ovvero il disco in questione intitolato Cerebral Heart.
Iniziamo subito col dire che il titolo scelto sintetizza alla perfezione non solo il contenuto lirico dei brani ma anche e soprattutto l’approccio stilistico delle composizioni; post-hardcore è un’etichetta al giorno d’oggi decisamente abusata e che può voler dire tutto o nulla, ma che in questo caso ben si presta ad una rapida descrizione del loro sound.
Brani violenti, ricchi d’urgenza espressiva, ed esaltati in fase di mixaggio e masterizzazione dal lavoro rispettivamente di Kurt Ballou (chitarrista dei Converge e non solo) e Alan Douches (già alle prese con Converge, Dillinger Escape Plan, Everytime I Die, Hatebreed, tra gli altri); accanto e trasversalmente al lato più passionale del loro sound si fa strada la componente cerebrale, fatta di strutture ritmiche al limite del math-core e figlie di nomi quali Botch (in primis) e Norma Jean.
Dal punto di vista chitarristico l’approccio è improntato sì al noise-core ma sempre rimanendo entro confini ben definiti; niente rumore o divagazioni fini a sé stesse quindi, bensì la dimostrazione di un totale e costante controllo delle linee melodiche di base dei pezzi (Seasons e Analysis ne sono gli esempi più chiari), a volte sottolineate dall’efficace presenza di un synth (Food), altre incorniciate da stacchi od improvvise aperture d’ampio respiro, ove fanno capolino suggestive clean vocals (Wait, Born, Awakening).
Slave, con un’apertura riconducibile ai Meshuggah e dalla coda finale jazz, è il brano maggiormente incentrato sul refrain e si pone senza dubbio tra gli highlights del disco; ma è Hope che si rivela probabilmente come l’episodio più sentito, con la dicotomia solitudine/speramza che esplode in tutta la sua carica nell’intenso finale.
Spetta invece a Vibrated chiudere l’album, un outro in pieno stile dub-step che ribadisce la natura implicitamente riflessiva ed introspettiva del sound del quartetto toscano.
Cuore e mente quindi, ed i temi trattati nei testi non potevano non andare in questa direzione, parlando sì di vita, sensazioni, ineguatezze e problematiche quotidiane, ma essenzialmente come spunto per una indagine interiore che permetta di mantenere o meglio ricercare l’equilibrio perduto.
Non resta che parlare dell’artwork e della confezione: un curato digipack (limited edition e con contenuti interattivi, tra cui l’animation video di Slave) che esce sotto etichetta Myphonic Records (grazie ad un contratto recentemente firmato), e che verrà distribuito su scala internazionale via PlasticHead Distribution dal mese di Aprile.

-Edvard-

Incoming Cerebral Overdrive @Myspace

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