venerdì, maggio 14, 2010

FROHIKE RECORDS




Abbiamo dato ampio spazio alle band del suo roster, abbiamo apprezzato le scelte grafiche ed etiche che si celano dietro ogni loro lavoro: finalmente ora diamo la parola a Simone e Marta, ovvero coloro che tramano dietro il monicker Frohike.
E' riduttivo chiamarla etichetta, ci piace chiamarla sensibilità.



Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Neuroprison. Gli argomenti da trattare non mancano, andiamo quindi in ordine cronologico. Quando nasce Frohike e sotto quali stimoli?

S - Frohike nasce nel 2007 ma la prima uscita arriva solo ad inizio 2008. Era una cosa totalmente diversa da oggi, eravamo diversi noi, era diversa la situazione. Eravamo una goccia nel mare di piccole label nate con la rivoluzione del 2.0, nulla di più. Chiedi gli stimoli, mi verrebbe più da parlare di voglia di emulazione, o comunque di voler essere parte di un qualche cosa, piuttosto che veri e propri stimoli artistici. Diciamo che volevamo sguazzare pure noi.


Per un pò di tempo le produzioni sono andate a singhiozzo, salvo poi riprendere con costanza da un po’ di tempo a questa parte, con risultati davvero ottimi: quale è stato il punto di svolta?

S - Sicuramente il punto di svolta è stato l'ingresso di Marta, che passando da fan sfegatata a parte integrante del progetto, ha portato voglia di cambiamento, voglia di serietà. L'amicizia che ci lega ha fatto da collante e da reagente, rimasti soli abbiamo avuto la libertà di fare le cose come volevamo. Abbiamo voluto rischiare e abbiamo avuta molta fortuna, inizialmente. Non avevamo molti soldi (non che adesso sguazziamo nell'oro eh!) e affascinati dai Dyskinesia ci siamo buttati nella produzione del loro disco anche se non l'abbiamo gestita direttamente noi, per questo motivo siamo rimasti fermi per parecchi mesi, diciamo che è stata una situazione un po' complicata, ecco. Ma in quei mesi abbiamo messo le basi per il nostro futuro: abbiamo conosciuto Giacomo degli Up There: the Clouds, Francesco dei Three Steps to the Ocean, Giulio Santaniello. Diciamo che abbiamo conosciuto le persone giuste al momento giusto. Siamo ragazzi fortunati. Molto.


Appellarsi a Frohike con il nome di “etichetta” è sicuramente riduttivo, e lo si può ben cogliere leggendo il vostro manifesto (www.frohikerecords.com/manifesto.ht.../manifesto.html); le parole sulle quali vorrei ci soffermassimo sono tre: adolescenza, sporcarsi le mani, ambiente. Iniziamo con la prima, essendo voi giovanissimi come conciliare i vostri impegni, esigenze, idee con il progetto Frohike?

S - Purtroppo è difficile. Per lo split Corpoparassita/Dyskinesia abbiamo passato circa 3 mesi a incastrare la produzione nella vita di tutti i giorni, abbiamo "sacrificato" interi fine settimana per chiuderci in una cantina a serigrafare o impastare carta. Ne è valsa la pena... Pensandoci, l'essere studenti è una fortuna, non oso immaginare quando avremo orari fissi da 8 ore giornaliere cosa riusciremo a fare. Per ora cerchiamo di cavarcela con l'aiuto di amici e familiari.

M - Per quanto riguarda le nostre idee ed esigenze invece riusciamo ad integrarle per il semplice fatto che sono realmente incarnate da Frohike, è un progetto in eterno movimento appunto perchè cresce con noi. L'unico inconveniente della nostra "giovane" età è l'assenza di esperienza, che lentamente si stà costruendo sul campo, come è giusto che sia.


Sporcarsi le mani: gran parte del lavoro è fatto da voi, dagli artwork alle grafiche, all’assemblamento. Come nasce ogni progetto? Quanto fa sentire vivi prendere parte a una propria passione e contribuire alla sua creazione?

S - Difficile descrivere un modus operandi generale. Non essendo professionisti del settore, o meglio, non essendo professionisti di nessun settore, ci limitiamo a giocare. Il tutto si sviluppa un po' per caso, un po' ragionando a freddo con i gruppi, tra di noi. La cosa abbastanza divertente è che nulla è deciso né definito fino alla fine perchè ogni santa volta succede sempre qualcosa che ti fa rimescolare le carte in tavola. E allora devi inventarti qualcosa per risolvere i problemi, fondamentale quindi il lavoro di squadra e l'aiuto di tutti. Penso sia proprio questo ciò che ti fa sentire realmente parte di un progetto.


Ambiente: negli ultimi lavori di Up There the Clouds e Corpoparassita/Dyskinesia avete donato particolare attenzione al rapporto prodotto-ambiente, focalizzando l’attenzione sulla necessità di unire musica e sensibilizzazione, ad esempio verso la questione del sughero. Come nasce la ricerca dei materiali e l’input verso un certa tematica?

S & M - Come ogni progetto, non c'è un piano stabilito a tavolino. Siamo persone abbastanza curiose e interessate al mondo nella sua diversità. Ci piace guardarci attorno, scoprire e provare cose nuove. Questo aspetto si riflette nella vita di ogni giorno, per questo capita di incappare in problemi e tematiche che tentiamo di metabolizzare, in modo da darci da fare nel nostro piccolo. Siamo abbastanza realisti, non abbiamo sogni di gloria né intenti rivoluzionari, pensiamo semplicemente che ognuno debba fare la propria parte, tutto qui. Pensiamo la musica debba comunicare qualcosa, ci sembra un mezzo perfetto. Può comunicare emozioni, sentimenti, sensazioni e idee. E la comunicazione non si deve fermare solo alla musica, deve uscire dal supporto ed avvolgere tutta la confezione. Amiamo vedere i dischi nella loro totalità. Noi ci preoccupiamo del "contorno", di tutto ciò che accompagnerà la musica, al resto ci pensano i gruppi.

I gruppi presenti sotto la vostra ala cominciano ad essere molti e assolutamente eterogenei. Riuscite voi a tracciare un punto in comune tra tutti?

S - La voglia di dire qualcosa, in qualsiasi forma o modo. Ci piace chi tenta nuove strade, chi si mette in discussione, chi sbaglia e poi paga le conseguenze, chi è ancora capace di sorridere o piangere o incazzarsi, chi sa dare il giusto valore alle parole, chi viene sempre male in fotografia.

M - Non esiste una congiunzione reale tra loro, ci hanno solo catturato, ognuno a modo suo


Di recente avete organizzato il Mag Mell Fest, potete raccontarci come è andata?

M - Il Mag Mell è stato un po' un modo per metterci alla prova, essendo il primo evento a cui abbiamo partecipato seriamente come organizzatori. La cosa è nata con la proposta, da noi felicemente accettata, di Mike (Hypershape Records, Viscera///...) che già stava iniziando a prender accordi con i ragazzi della Rebel Kid. Saltando direttamente alle conclusioni si può dire che i risultati di mesi di impegno da parte di tutti e tre sono stati ripagati con due belle serate, insomma, energie ben investite. Unica nota è che nonostante ci sia stato un buon afflusso di pubblico, da questo punto di vista, si poteva far di più.


Ci sono altre sensibilità (giusto per non chiamarle etichette) alle quali vi sentite vicini o dalle quali avete preso qualche spunto?

S - Sinceramente sono in difficoltà a rispondere ad una domanda del genere. Strada facendo abbiamo conosciuto molti altri ragazzi di altre etichette e distro, con cui abbiamo condiviso serate, mail e abbracci, ci sentiamo vicini a tutti loro, inutile stare qui a fare nomi o indicare col dito (mia mamma ha sempre detto che è maleducazione!). Una cosa che ci fa veramente piacere notare è che anni fa eravamo i più "giovani" a fare una cosa del genere, oggi ci sono altri nostri coetanei a farci compagnia. Largo ai giovani, morte ai vecchiacci.

M - Ad esser sincera, non riesco a pensare a nessuna influenza in particolare, specie dal nostro stesso "ambiente". Credo che i maggiori spunti provenienti dall'esterno provengano da elaborazione di discorsi, un po' alticci, fatti con amici vari, altrettanto alticci.


Qualche domanda specifica sul vostro ultimo lavoro, ovvero lo split tra Corpoparassita e Dyskinesia. Come mai la scelta di far flirtare queste due band all’apparenza così distanti musicalmente? La scelta di alternare una traccia per artista è spontanea o frutto del caso? Per la prima volta avete anche creato una t-shirt, inizierete anche con il merch quindi?

M - Diciamo che non è merito nostro, le due band ci hanno proposto l'idea e noi non potevam far altro che accettare di buon grado, vista la stima che abbiamo per entrambi i progetti! Lo stesso vale per le tracce, un'idea molto interessante aggiungerei.

S - Abbiamo avuto la necessità di imparare a serigrafare in poche settimane per avere pronti i dischi (la bustina dello split è infatti serigrafata), di conseguenza abbiamo provato a fare una serie molto limitata di magliette. Sicuramente la serigrafia è una tecnica che ci affascina morbosamente e stiamo già pensando ai mille usi che ne potrebbero derivare. Nella nostra mente vogliamo tentare di curare il merch dei gruppi, magari proponendo cose particolari e strane. Vedremo...


Siamo quasi alla fine. State già decidendo come muovervi in futuro e quali sono i progetti in ballo?

M & S - In questo periodo stiamo lavorando all'uscita di un progetto molto particolare che vede i Viscera/// alle prese con la colonna sonora per un cortometraggio di animazione. Il tutto uscirà in dvd limitato con allegato cd, contenente la colonna sonora e remix di canzoni dei Viscera/// di precedenti dischi, in collaborazione con GrindPromotion. Poi per l'inizio dell'estate è pianificata l'uscita del primo lavoro dei nostri amici Block! Antonius Block! da Milano, anche qui artwork e packaging curati totalmente da noi. Nel frattempo aspettiamo novità dal fronte fronte O (ex-Deprogrammazione) per quanto riguarda lo split con gli Hungry Like Rakovitz e pensiamo all'organizzazione stessa della Frohike. Se tutto va bene, in autunno torneremo con grosse sorprese.


Una domanda personale: quali sono i libri sul comodino e i dischi nel lettore/giradischi in questo periodo?

S - Come libri, sto leggendo "Considera l'aragosta" di Wallace e dovrei rileggere "Tokyo blues norwegian wood" di Murakami, cosa che rimando da mesi ma giuro che farò al più presto. Dischi... mmm nell'ultimo periodo sto ascoltando tanto i Distanti, Massimo Volume, Bon Iver, Sylvester Anfang (che tra l'altro ho scoperto grazie a NeuroPrison!) e mi sono da pochissimo innamorato del nuovo dei 65daysofstatic. Nei mesi passati ho ascoltato tanto black metal, facendo finta di essere depresso, ma ora ho smesso, giuro!

M - Tra le letture: Il cinema secondo Hitchcock (F. Truffault) e La pubblicità (G. Fabris), entrambe amate seppur obbligate dai doveri accademici, gli ascolti sono decisamente più svariati, da Lili Refrain (grandissima anche nei live, per altro) ai Thrones, ma di fisso direi The queen is dead - The Smiths e We were exploding anyway - 65daysofstatic.


Con questo è tutto ragazzi, a nome di Neuroprison un grande in bocca al lupo. Come da tradizione, chiudete pure come volete.

S - Grazie a NeuroPrison per l'interesse, lo spazio e il tempo dedicato a noi! A tutti gli altri, fate l'amore, comprate i dischi e andate ai concerti (meglio se fate tutt'e tre le cose nella stessa serata, l'ordine decidetelo voi).

M - Null'altro da aggiungere al mio collega, amen.

Neuros

Nessun commento: