lunedì, dicembre 12, 2011

GOTTESMORDER - Ep


Tracklist:

1. Winternight
2. Abyss of Throats
3. Grim At Heart*


*bonus track from Tokyo Jupiter Records exclusive CDR series vol III.

Un pensiero alla Toscana e già la mente corre al seminale patrimonio letterale, terra dai gusti delicati in arte e gastronomia, una miriade di pensieri così dolci e bucolici che la carie è dietro l'angolo. Il fermento musicale riproposto in quest'ultimo periodo si oppone con fermezza a ogni orpello di delicatezza e alza il volume, esaspera i patterns, si sporca le mani nel quotidiano. I Gottesmorder non fanno eccezione. Difficile chiamarli giovani se l'anagrafe diviene un fastidio burocratico ma si guarda alla provenienza sonora, le radici affondano nel passato dei Violent Breakfast, dei Magdalene, dei Seicentodiciotto per citarne alcuni ma lista sarebbe generosamente lunga, tutto ciò per dire che non sono gli ultimi arrivati a strimpellare gli strumenti in cerca di due minuti di notorietà seguendo il trend del momento.
E ciò nonostante la loro proposta si inserisce a piedi fermi tra le maglie di quei suoni che negli ultimi tempi hanno trovato sintesi dal passato solo accennato e ora riscoperto, dove il nichilismo black-metal incontra l'irruenza hardcore, tanto da rendere difficile la vicinanza di sostantivo e aggettivo vista l'innegabile vicinanza di intenti.

Innegabilmente gli Wolves in the Throne Room hanno tirato le fila di questo processo archeologico, ma i Gottesmorder ne condividono contorno già di per sé vasti, ogni sfumatura ulteriore è merito di un processo indipendente. Un particolare su tutti, il carattere aulico dei lupi nel trio toscano viene a mancare, non c'è spazio per suggestioni di foreste o mistici landscapes, ci sono urbani paesaggi notturni in decadenza, c'è la furia degli His Hero is Gone nell'accelerazione di Winternight e un organo -ad opera di Pietro Riparbelli- che si accosta alla virulenza dei Neurosis di Given to the Rising, un suono che ha perso ogni tono di luminosità per giocare con le varianti del grigio.

Le melodie si affacciano sofferenti, ancora nelle orecchie le grida imploranti dei Fall of Efrafa, Abyss of Throats come Republic of Heaven, la grezza furia che scalcia il bastone di Justin Broadrick e lo accelera allo spasmo, dimenticando per un attimo la litania alla morfina targata Jesu.

Una delle prime descrizioni riferite ai Gottesmorder recitava: Black Sabbath, Black Flag, Black-metal. Difficile aggiungere altro, che siano le note a trascinare nella palude toscana. Il resto è presente http://gottesmorder.bandcamp.com/.

Neuros

lunedì, novembre 07, 2011

BARONE DEL MALE FEST Vol. IV


Quattro come le dita del mio falegname*, quattro come le punte dell'Ungheria di Puskàs, quattro come gli
eventi della quarta edizione del Barone del Male fest; un menu pantagruelico, una grande abbuffata di disagio
che si apre con un antipasto, servito venerdì 25 novembre al CSOA Ex Mattatoio, a base di SANTOS
LAVEY
, IL CAPRO e THE ORANGE MAN THEORY.


Il pasto vero e proprio inizierà il 1 dicembre al LOOP CAFE' con JOHNNY MOX, un folle costruttore /
manipolatore di loops ed innesti elettronici col solo utilizzo di bocca e pedali; continuerà il 2 dicembre al
KANDINSKY PUB con MR. OCCHIO, one man band che mescola selvaggia attitudine garage - punk con il
suono blues tradizionale ed alta gradazione alcolica.


Il 3 dicembre al CSOA EX MATTATOIO faranno gli onori di casa i redivivi (A)TOLL, che in versione power trio
disintegreranno palazzi interi con rumori molesti e noise rock a la Big Black / Helmet / Cherubs.

(A)toll su facebook

Di seguito faranno incetta di carboidrati, rock'n'roll, flessioni, Elvis al vetriolo e panze al vento i DISQUIETED
BY
, senza dubbio la migliore live (rock) band a livello interplanetario dopo il Baldazzi ("Scream Bloody Gore"
era).

www.myspace.com/disquietedbyheavyweights

I toscani DEVOGGOL (con tizi ed ex-tizi di Stoner Kebab, By The Grief e Ghost Empire) si presenteranno sul
palco con due chitarre, un'ugola tuttofare ed una batteria: bassless sludge 'n' roll. Gli Entombed di "Uprising", i
Motörhead e l'Amphetamine Reptile tutti assieme a lodare il Dio Riff.

www.myspace.com/devoggol

I DISTANTI proporranno la loro musica urlata, viscerale, (post) punk-hardcore, eppure dannatamente fragile.
Date ad Hüsker Dü, Rites Of Spring o Fugazi una penna tra Negazione e Fiumani (Diaframma), ed ecco il
tutto (e-scusa-se-è-poco).

http://distanti.bandcamp.com/

Tornano inoltre i vecchi amici barbuto-baronali ZEUS!; il duo basso distorto - batteria distorta composto da
Luca Cavina (Calibro 35) e Paolo Mongardi (Il Genio, Jennifer Gentle) crea un indomabile mix tra grind, math
rock, rock in opposition, NoMeansNo, gran bordello e malattie assortite.

www.myspace.com/zeuspower

A chiudere la kermesse baronale intervengono i DEAD ELEPHANT, pachiderma a tre teste capace di
fondere, in "Thanatology", ultimo enorme disco della band uscito per Riot Season (UK), atmosfere
Morriconiane, rallentamenti sludge / doom a la Neurosis, psichedelia, velenosi assalti noise-rock e rivisitazioni
di marce funebri della tradizione italiana. Perché morto è bello.

www.deadelephantband.com/


Ci sarà inoltre un ottimo pasto del male: diqua vegan cuisine squad ai fornelli, dilà braciolata infernale.

Come sempre le distro sono molto ben accette, ma fatevi vivi prima così organizziamo per bene i banchetti
per farvi trovare a vostro (dis)agio.

Se avete problemi di trasporto da Perugia chiamateci, la navetta è viva e lotta insieme a noi.
Il CSOA EX-Mattatoio è situato in via della Valtiera 23, Ponte S. Giovanni (uscita E45 Torgiano / Perugia). Il
Loop Cafè è situato in via della Viola 19, il Kandinksy Pub è situato in via Enrico dal Pozzo 22.
Se non trovate il CSOA, il Loop o il Kandinsky chiamateci lo stesso, vi indicheremo con piacere la via della
perdizione.

Dopo i concerti è prevista la serata danzante con gli Sheeleepoty e la loro mazurka responsabile, mentre Er
Pelliccia lancia estintori di birra e Bruno Vespa intervista Lorenzo Bini Smaghi al suono della migliore Polka
Madonna.

Ringraziamo per la collaborazione:

CSOA Ex Mattatoio
Prinz e LOOP CAFE'
KANDINSKI PUB
Marco M. per le grafiche
Luca Benni e TO LOSE LA TRACK www.toloselatrack.org/
Michele e AUDIODROME www.audiodrome.it/
PERKELE www.perkele.it/
MUSIC EXCHANGE di Nicoletti Francesco
MOTHER SHIP RECORDS
NEUROPRISON http://neuroprison.forumfree.it/
Nik L'assessore
Last but not least: Satana

Info:
rizzodamiano@gmail.com
3206461081 Damiano
3294777425 Daniele
3406787238 Federico

mercoledì, ottobre 12, 2011

ORBE - Albedo



Tracklist:

Liliith
Xbalanque
Amaterasu
Sisifo
Arjuna


A distanza di ben 4 anni dal demo d'esordio "Opera Al Nero" torna a farsi sentire il quintetto piemontese degli Orbe, promettente act dedito ad un ibrido strumentale dalle forti tinte psichedeliche, con un nuovo lavoro che vede espandere e migliorare sensibilmente il proprio percorso sonoro.

"Albedo", questo è il titolo del nuovo parto, è un full-lenght composto da 5 episodi altamente cerebrali ove influenze quali Tool, Isis, Slint, Mogwai, June of '44, Shellac, (ma lungo le intricate e sfaccettate tracce se ne possono individuare molte altre) vengono coerentemente inglobate in un discorso di non facile ed immediata lettura, ma in grado dopo un'attenta immersione di convincere e regalare momenti di preziosa indagine interiore.

La band si dimostra più che mai attenta al lato concettuale della proposta musicale, in questo caso i 5 episodi che compongono "Albedo" ruotano intorno agli studi dello storico delle religioni e mitologie Joseph Campbell, ed in particolare al saggio "L'eroe dai mille volti", ove vengono suggerite importanti connessioni tra mitologia e psicologia analitica. Ecco così che vengono comparate ed accomunate dalle medesime figure archetipiche mitologie di tutte le culture del mondo....mesopotamiche nella sferzante apertura di "Lilith" (l'episodio di maggior impatto all'interno del disco), maya in "Xbalanque", shintoista con "Amaterasu", greca in "Sisifo" ed infine induista in "Arjuna", forse il momento più esaltante e riuscito in assoluto.

"Albedo" è stato pubblicato con licemza Creative Commons ed è scaricabile gratuitamente insieme all'ottimo artwork collegandosi al loro sito: www.orbe.it


-Edvard-

lunedì, settembre 26, 2011

LA QUIETE @ Fame Festival, Grottaglie (Ta)



24.09.2011

I La Quiete sono una delle più importanti band del panorama screamo/emoviolence, una di quelle poche realtà italiane il cui seguito di fan e la cui influenza hanno travalicato gli angusti confini nazionali. La loro venuta in Puglia diventa quindi un evento imperdibile nonchè un'occasione irrinunciabile per testare di persona la resa live della loro musica.
La cornice è il Fame Festival di Grottaglie (Ta), uno dei più rilevanti raduni di street art a livello internazionale, di cui gli stessi membri della band sono dei grandi estimatori. Particolarmente suggestiva è la location in cui si svolge l'evento: il Quartiere delle Ceramiche del paese tarantino, un posto bellissimo che emana un profumo antico di arte e passione.

Il concerto vero e proprio, però, si svolge a circa 2 km di distanza, in una piccola casa di periferia. Arrivo qui e dopo qualche minuto incontro Michele (batterista dei La Quiete e dei Raein), col quale mi intrattengo per un pò. Vengo a sapere, ad esempio, che lui e Angelino (bassista della band, originario di Grottaglie) si conobbero nel 1998 al mitico Rumble Fish Festival di Fasano (Br), uno dei più importanti raduni della scena hardcore italiana degli anni '90. I conti tornano...

Il set dei La Quiete è breve, intenso e tirato, come nella migliore tradizione screamo. L'atmosfera è amichevole, non esistono barriere tra il gruppo e gli spettatori e il pubblico delle prime file si dimena cantando a squarciagola le canzoni. Super Omega, Cosa Sei Disposto A Perdere e Metempsicosi Del Fine Ultimo Nevrastenica Oscillazione Fra Poli Estremi sono i momenti migliori di un concerto quasi perfetto, penalizzato solo dai volumi un pò troppo bassi degli strumenti e dall'esclusione dalla set list, nonostante le richieste del pubblico, di La Fine Non E' La Fine, uno dei loro brani più memorabili (nel dopo-concerto Michele mi spiega che non ha più "il tiro di un tempo").
Sebbene sia su disco che dal vivo gli preferisca i cugini Raein , devo dire che anche i La Quiete hanno dimostrato di essere un'ottima live band.

Bella serata, tanto divertimento, tanta arte e ottima musica: questa è la Puglia migliore, quella che vorremmo sempre vedere.

PS:
Un ringraziamento particolare a Emilio Antonini per la bella foto.

-Marcello Semeraro

venerdì, luglio 29, 2011

NEUROSIS Live @ Spaziale Festival - 20/07/2011



Per impressioni, commenti e contributi andate pure QUI sul nostro forum.


PS: Sì lo sappiamo, siamo troppo pigri per un live-report come si deve....ma forse è anche perchè siamo rimasti semplicemente senza parole!




giovedì, giugno 16, 2011

NEUROSIS CONTEST 2011




Da molti etichettati come una delle bands piu' influenti degli ultimi vent'anni, sicuramente gli unici in grado di intrecciare hardcore, dark, ambient, doom, industrial, indie e folk in un unico, inebriante e indefinibile sound d'avanguardia. E' con grande orgoglio che Hellfire Booking e' fiera di presentarvi un'unica imperdibile data italiana dei maestri NEUROSIS! La Band di Scott Kelly e Steve Von Till toccherà il nostro Pease il prossimo 20 Luglio dove saranno ospiti di uno dei più prestigiosi Festival dell'Estate italiana: Spaziale Festival a Torino. Ciò che rende questo appuntamento ancora più interessante per i fans della band che verranno in Europa per presentare un nuovo lavoro. Se volete rimanere stregati dai sei di Oakland e dai loro spettacoli al limite della psichedelia, se volete scoprire o riscoprire dal vivo una delle creature più affascinanti della musica moderna, l'appuntamento è per il 20 Luglio!

In apertura ROSETTA e CITY OF SHIPS, entrambe giovani e valide realtà del panorama Post-Core e Post-Rock americano.

Una data che si preannuncia imperdibile per tutti gli amanti del genere.

Di seguito i dettagli della data:


NEUROSIS
UFOMAMMUT
ROSETTA
CITY OF SHIPS


20.07.11 - Spaziale Festival @ Spazio 211, Torino



Neuroprison in collaborazione con HellfireBooking mette in palio diversi ingressi omaggio per quest'imperdibile evento...basta al solito rispondere correttamente alla domanda seguente (inviandola all'indirizzo: neuroprison@hotmail.com) ed incrociare le dita, buona fortuna!

- La frase
"My own god, my own jury, and my own executioner", che si sente in apertura di "The Web" è un sample tratto da quale film? -


lunedì, maggio 02, 2011

THE CONFLITTO - Dusk Over the Nations

image

Tracklist:
1. Dusk over the Nations
2. Scribbling on some Fears
3. Disinformatjia
4. Hero
5. Beautiful Machine
6. Teddy
7. Small Rooms / Colourless Sand
8. Useless
9. The Earth Trembles
10. The End that I Dream
11. Residual of a Dream


Sulla lunga distanza segnata da una demo e da un ep, arriva finalmente il primo full degli spezzini TheConflitto “Dusk Over the Nations”, e come il precedente “Kids Die, Music and Protest don't Kill”, appare subito in evidenza una vena pulsante sulla fronte pronta a riversare sull’ascoltatore una dose imponente di malcontento.
In un processo di divenire, ancora una volta il quartetto apporta dosate ma importanti modifiche all’apparato sonoro, e quello che una volta era un suono più cupo e quadrato, senza per questo centellinare spigoli e ripartenze, ora si apre perde massa, si fa più snello grazie anche alla produzione, tingendosi qua e là di accelerazioni vicine all’hc melodico inteso dai Propagandhi, mantenendo comunque lo spessore di fondo. Si può sentire un progressivo dai numi tutelari che emergevano in passato quali i Botch, maestri nel costruire labirinti sonori all’interno di opulenti mura ritmiche, a questo giro invece le briglie sono maggiormente sciolte nell’approccio che può essere quello dei primi Knut, ecco allora la gentile voce melodica che apre il disco e introduce alla violenza di Scribbling in Some Fears, dissonante e bastarda, oppure i the Dillinger Escape Plan di Calculating Infinity la cui ombra appare anche fin troppo invadente in Disinformatjia.
Uno dei punti più alti del disco è sicuramente Beautiful Machine, che racchiude tutti gli elementi finora citati in una veste sicuramente personale e convincente, con un finale ossessivo che contrasta in maniera netta con le scorribande dei minuti iniziali.
E la menzione particolare la meritano anche Small Rooms / Colourless Sand che tra singhiozzi di chitarra e una batteria quadrata portano all’orecchio le storiche gesta dei Deadguy, così come la conclusiva Residual of a Dream, già contenuta nel precedente ep, preziosa nel suo finale a tinte fosche.
Ecco, da ciò si può evincere che forse i TheConflitto riescono a dare il meglio di sé quando il minutaggio si alza rispetto ai canoni tipici della proposta in cui si inseriscono, e questo è sicuramente un punto a loro favore. Qualche fantasma c’è ed evidente e qualche pezzo sottotono rispetto agli altri lo si può udire, ma nel complesso il risultato è positivo. Gli occhi e le orecchie sono quindi puntati su di loro e sul loro futuro come le telecamere dell’artwork, pronte a rilevare le nuove tracce di protesta degli spezzini.


Neuros

sabato, marzo 05, 2011

SQUADRA OMEGA - S/t




Tracklist:
1. Murder in the Mountains
2. The Mistery of the Deep Blue Sea
3. Hemen-Hetan! Hemen-Hetan!
4. Ermete
5. All the Words You Can Find


In passato le forze furono distribuite in singoli episodi, blocchi solo all’apparenza monolitici intarsiati su piani differenti, per questa nuova uscita cambia invece la forma di presentazione degli Squadra Omega, affidata alle movenze di più canzoni distribuite tra un “12 e un “7 per Holidays Records, già casa del precedente Tenebroso del 2009.
Il combo, che come ormai tutti sanno –ma è giusto ricordare- può vantare la presenza di membri pescati tra Movie Stark Junkies, With Love, Be Maledetto Now!, Mojomatics e di più, a questo giro non pone freno alcuno alla fantasia e con il beneplacito di Marty McFly salta a piedi uniti nella Germania dei primi ann’70, quella delle comuni e della psichedelia, in passato già toccata ma mai come questa volta evocata fino a renderla viva. E soprattutto, piazzare un filotto di canzoni che brillano di luce propria nonostante le radici ben in evidenza.
Accogliere l’ascolto con un componimento di sedici e più minuti è sberleffo, sfida, montagna già evocata nel nome e tutta da scalare, ma l’impresa è agevolata dalla bontà della proposta che va ad esplorare quei territori kraut-jazz così poco considerati nella nuova riscoperta di questo sonorità tanto palpabile di questi tempi, e allora ecco scorgere gli arabeschi degli Ibliss e dei Kollektiv, dando nuova vita a un’anima così poco rievocata e qui invece cangiante di tocchi eleganti dal suono moderno, solenni rintocchi e vortici appena accennati. Si balla il valzer sbilenco dei Can in the Mistery of the Deep Blue Sea, dalle ritmiche impazzite e ingolfate di afrobeat omaggiate di recente dai Mi Ami, mettendo un dito tra gli ingranaggi quadrati dei Neu! in All the Words You Can Find, scandita da un ritmo che fa venire in mente quelle scimmiette giocattolo dai piatti tra le mani.
E poi la sorpresa di Ermete che nasconde tra le notte il baffo ispido di Tony Iommi, con un rifacimento –omaggio- che non può non ricordare War Pigs, che con il passare dei secondi si trasforma in una marcia ossessiva a tinte fuzz.
Non una sterile opera a la History Channel, dentro questo disco c’è tutta la maestria di un gruppo che sa giocare con la psichedelia krauta come pochi altri di questi tempi, in un’elegante danza che è tutta loro, capace di far muovere i cervelli più pigri, gettarli dentro una tazza di perdizione e annegarli che ci si può fare colazione. Ne vogliamo ancora, e già sappiamo che a breve saremo accontentati.


Neuros

mercoledì, marzo 02, 2011

Stearica + Acid Mothers Temple & Melting Paraiso U.F.O



Tracklist:
01 - Vulture Chiama Fujiyama
02 - Queen Kong
03 - Warp Lag
04 - Noodles + Peperoncino
05 - I Nani
06 - Inan I
07 - 7 Alieni al di sopra di ogni Sospetto


Ritornano per la benemerita Homepathic records i torinesi Stearica, trio basso-chitarra-batteria che è già una garanzia, grazie ad una solida (ed ormai decennale) attività live nonché all'eccellente debutto discografico, Oltre.
Il sopracitato dischetto (che è bene recuperare prima di subito) già conteneva collaborazioni di un certo calibro: Amy Deino, Jessica Lurie, Nick Storring e Dalek (che insieme agli Stearica hanno realizzato uno dei loro brani più incredibili, secondo chi scrive).
E per il loro secondo appuntamento discografico i nostri non si sono fatti mancare niente.
Questo disco infatti è una collaborazione ad ampio spettro con gli Acid Mothers Temple & Melting Paraiso U.F.O., collettivo giapponese non bisognoso di presentazioni, con un'attività discografica e live monolitica ed una personalità decisamente sopra le righe, innestata su una psichedelia ed un folk assolutamente freak sposati a colossali ambizioni rumoriste.

Il disco documenta con precisione una jam session di meno di un'ora tra le due compagini. La musica scorre in libertà senza imporsi nessuna codifica, nessun marchio di genere o di stile; è semplicemente (si fa per dire) la personalità delle due band a miscelarsi e sincronizzarsi in un meraviglioso elogio alla pura qualità e goduria sonica.

Terminato un inizio esplicativo-medico-rituale, il disco inizia subito senza indugi in un'irrompenza sonora impetuosa, capace di divellere le orecchie e alzare immediatamente il livello d'attenzione.
Benché tanto Stearica e AMT possano dirsi delle band di rock psichedelico (almeno in partenza), qualcosa di totalmente nuovo scaturisce dalle loro combinate visioni musicali, arrivando ad una marzialità quasi industriale per poi muoversi in territori che si direbbero quasi jazz, andando poi ad esplorare texture ambientali e/o rumoriste, che pur senza tante sofisticazioni colpiscono dritte all'orecchio, la mente, il cuore.

Si consiglia vivamente di ritagliarsi quarantadue minuti di tempo per assaporare dall'inizio alla fine questo disco, compiuto, solido e oserei dire perfetto, nonostante la caratteristica improvvisata ed autogenerata di ciò che si ascolta.

Pensando alle definizioni musicali, ai "generi", alla classificazione in musica, sono sempre arrivato alla domanda: è davvero impossibile suonare veramente Liberi? Questo disco ci dimostra che potrà anche essere difficile, ma di sicuro impossibile non è.


-Godspeed you!-

mercoledì, febbraio 16, 2011

DEATH MANTRA FOR LAZARUS – Mu





2010, Grammofono al Nitro

Tracklist:

01. Atlantide
02. Carousell
03. Mu
04. Oppinion is not math
05. Maria callas
06. Boreale

Che significato ha fare post-rock nel 2010? Non certo quello di inventare, cambiare, sovvertire...probabilmente semplicemente esprimersi. Se poi si considera che i componenti della band in questione vengono da altri progetti ben più avviati non ci sono dubbi: urgenza espressiva, emozionalità viscerale adagiata su di un canovaccio stilistico preesistente.
I Death Mantra For Lazarus vengono da Zippo, Negative Trip, Keep Out, non hanno pretese, amano suonare e vogliono suonare, punto. Le coordinate sono chiare e semplici: post-rock (a tratti heavy, a tratti intimista e da camera), un velo di math ed una bella attitudine live che spesso rasenta il noise.
I quarantacinque minuti secchi di MU si perdono fra delicatissime suite chitarristiche echeggianti gli Explosions In The Sky, intrecci dinamici dove i tempi odorano di June Of 44 ( Four Great Points docet), assalti post-metal dalle sempre care movenze di un pellicano, ricordi di Massimo Volume, paesaggi catartici e minimali: un telaio di sensazioni e sapori, impressioni, pensieri, più che un disco un moleskine.

L'album si apre con quello che potrebbe definirsi il primo singolo del quartetto pescarese: Atlantide, di sicuro fra i pezzi più riusciti ed efficaci del lotto, cuore e sicurezza. Carousel mischia poi le carte, tanta sinfonia quanta frammentazione, crescendi e rarefazioni si muovono negli oscuri antri della mente umana: la tagliano, l'accarezzano, la mordono.
La titletrack prosegue il discorso della song precedente e di tanto in tanto, fra le aritmie, ci fischietta all'orecchio qualche volo pindarico su “australasiatiche città degli echi”. Lazzaro a questo punto è in piedi, si muove con noncuranza e tenera maldestria, a tratti incantato da qualche arco, cammina barcollando come fosse in estasi mistica. Opinion Is Not Math è il momento più alto, un reticolato (vedasi Paul Klee) dove basso e batteria solcano il tracciato e le due chitarre seminano germogli; il doppio binario si evolve, si attorciglia su se stesso, si compone e scompone arrivando ad esplosioni liberatorie, poi si riarrotola, si confonde e s'impenna, fino a ruggire ed impazzire come avesse scoperto di non aver alcuna via di fuga dal proprio ego. Quando il tormento passa arriva la rassegnata voce di Umberto Palazzo (storico cantante dei Santo Niente), il suo esperto raccontare ci parla di sconforto, dimenticanza, tristezza, decadenza, di Maria Callas, riscoprendo le lezioni di Emidio Clementi e demolendo gli ultimi strumentali minuti del pezzo, che, a questo punto, possono anche passare inosservati. Boreale è la pietra tombale di MU, nulla di nuovo, appendice “postqualcosannidoppiozero” che chiuede il lavoro senza allontanarsi dal suo contenuto, recuperando le iniziali note di violino e spegnendosi sul suolo come una lucciola che cade esanime.
Trequarti d'ora di buoni suoni, nessun miracolo, nessun esperimento alchemico, nessuna prospettiva, nessuna speranza: musica come se non esistesse alcun futuro.
I Death Mantra For Lazarus non son altro che un petalo di quell'italico fiore spontaneo dove giacciono anche Neil On Impression e Fog In The Shell. Forse ancora acerbi, ma dalle indiscutibili capacità compositive e tecniche.

www.myspace.com/deathmantraforlazarus


Mario Bava

QUARANTADUE - L'Estinzione E' Un Gioco Di Squadra


Tracklist:
1. Babel
2. Il Grido
3. Vi siete persi nella neve
4. Nel Buio
5. Vogon

Arriva il primo ep per i Quarantadue, band di Milano. Cinque pezzi in digisleeve di cartone ruvido, semplice ma efficace. Cinque pezzi che si posizionano in quel vasto territorio tra Deftones e Tool, anche se qua e là fanno capolino altri numi tutelari, come Nine Inch Nails e Isis ultima maniera. Nulla di particolarmente nuovo nè ricercato quindi, ma tutto sommato fatto benino, i pezzi funzionano e la voce alterna scream e melodico in scioltezza. A pelle mi piace un sacco il timbro dello scream e mi piace meno quello del cantato melodico, ma sticazzi. Mi piace molto anche la scelta dell'italiano: è sincero, troppo spesso l'inglese diventa un cliche dietro il quale nascondersi quando si ha niente da dire.

Detto questo, è inevitabile che qualche ingenuità ci sia, i ragazzi con gli strumenti ci sanno fare (anche se la voce melodica qua e là stona) ma le infuenze si sentono un pelo troppo, manca un po' di carattere. Dopodichè è il primo ep, ci sta tutto, se è vero che ho sentito esordi migliori è altrettanto vero che ne ho sentiti di nettamente peggiori.

Last but not least: i pezzi sono rilasciati sotto licenza Creative Commons. E' bello vedere che sempre più gente si stia rendendo conto che il futuro è adesso.


Nitraus

lunedì, febbraio 07, 2011

SCOTT KELLY Live in Italia - CONTEST online!



Siamo orgogliosi di annunciare che SCOTT KELLY sarà di ritorno in Italia il prossimo Febbraio! Meglio noto come essere niente di meno che il cantante e chitarrista dei Neurosis, SCOTT KELLY ha intrapeso oramai da anni anche una carriera solista, con un progetto acustico che lo vede impegnato in una sorta di Folk-Country dalle tinte molto cupe, che hanno da sempre caratterizzato la carriera artistica del musicista statunitense. Un'occasione imperdibile per tutti i fans dei Neurosis e non solo, di vedere all'opera un grande artista, che già lo scorso Gennaio ha dato prova delle sue grandissime doti artistiche.


Giovedì Feb 24, 2011 - Conegliano - Appartamento Hoffmann
Venerdì Feb 25, 2011 - Torino- Spazio 211
Sabato Feb 26, 2011 - Bologna - Lazzaretto


HellFire Booking in collaborazione con NeuroPrison mette in palio 3 ingressi, uno per ciascuna data, basta rispondere correttamente alla seguente domanda mandando una mail all'indirizzo neuroprison@hotmail.com specificando la data alla quale si intende presenziare......buona fortuna!

Come si intitola l'ultimo disco da solista di Scott Kelly?

martedì, febbraio 01, 2011

EARTH - Angels of Darkness, Demons of Light I





Siediti nella penombra di una stanza di notte, accenditi una sigaretta e schiaccia play.
Se hai inserito nello stereo “Angels of Darkness, Demons of Light I” degli Earth ti stai per fare il più bel viaggio extrasensoriale della tua vita.
Questo è in breve il resoconto di cosa può essere l’ultimo capolavoro della band di Dylan Carlson, uno che era partito dall’eroina degli anni 90 e che arriva in questo 2011 a raccontarci con linee melodiche morbide, sussurrate ed estasianti cosa si può fare con una chitarra e ben poco altro.
Batteria, basso, chitarra e violoncello, chi l’avrebbe mai detto che il confuso caos magmatico di “Earth2 : Special Low Frequency Version” si sarebbe evoluto in questo paesaggio notturno, dolce e malinconico come non mai.
Gli Earth arrivano in questo freddo inverno del 2011 con una perla a dir poco meravigliosa.
La dilatazione totale e angusta del passato, viene ora riorganizzata in un cammino oramai iniziato nel 2005 con “Hex Or Printing In The Infernal Method” e proseguito fino al 2008 dove “The Bees Made Honey in the Lion’s Skul” dievenne la rappresentazione dello sboccio finale della musica degli Earth.
Invece quello che non ti aspetti è che a distanza di tre anni i padri del Drone escano dal loro mondo con una nuova sbocciatura, forse anche più completa e matura di quella passata.
“Angels of Darkness, Demons of Light I” è oltretutto solamente l’inizio, come si evince dal titolo esiste una seconda parte già pronta e registrata che prima o poi vedrà la luce e solo allora forse la maturazione di questo gruppo sarà portata a termine.
Difficile dirlo, già dopo “The Bees...” nessuno avrebbe pensato che gli Earth sarebbero stati capaci di superarsi, ma ormai non poniamo limiti a quello che Carlson & soci possono e sanno fare.
“Old Black” apre questa “piece” riagganciandosi li dove, la titletrack dell’album precedente chiudeva quel capolavoro di cui abbiamo già accennato. Chitarre eteree, evaporazione di suono dove una batteria e un basso ritmicissimi creano quelle cadenze atte a rallentare la vita intorno durante l’ascolto, con l’aggiunta di un violoncello magico e sognante, triste per definizione, che sa dare al suono degli Earth quella profondità che a volte solo l’uso di sostanze proibite riesce a creare.
Con questo album nuovo, gli Earth stessi diventano una sostanza proibita, meravigliosi, sognanti, creano psichedelia nera in un modo che nessuno riesce a fare oggigiorno.
“Father Midnight” è la colonna sonora di un film muto dove il lento cadenzare della batteria ci fa camminare con il protagonista lungo queste strade deserte e notturne alla ricerca di un qualcosa, forse se stessi che però in realtà non troveremo mai.
Hanno questa capacità gli Earth, non lanciano messaggi definiti, loro creano l’idea poi sta a te farti strada fra i fumi e le nebbie che le note spandono lungo il loro cammino.
Pregevolissimo esempio di questo cammino è “Descent to the Zenith” che con il suo incedere ci accompagna dove vogliamo essere accompagnati e via scivolare lungo sentieri misteriosi.
Approdando alla titletrack, ormai consuetudine per loro quella di chiudere i loro dischi con la titletrack, dove per 20 minuti veniamo risucchiati in vortici spazio temporali memorabili e solo alla fine ci accorgiamo che ormai la sigaretta è finita e che il disco con lei. Apri gli occhi e ti ritrovi li dove eri partito nella tua poltrona nella penombra.
Che fare ora? accenditi un’altra sigaretta e schiaccia nuovamente play, ci saranno altri nuovi mondi dove il nuovo album degli Earth ti potrà portare.

Signori questo è un capolavoro.


PostNero.

lunedì, gennaio 31, 2011

NEUROPRISON AWARDS 2010




MIGLIOR DISCO [TOP 20]


1. Swans - My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky
2. Locrian - The crystal world
3. Deathspell Omega - Paracletus
4. Barn Owl - Ancestral Star (
5. Celeste - Morte(s) Nee(s)
6. Flying Lotus - Cosmogramma
7. Gnaw Their Tongues - L'Arrivée De La Tern Mort Triomphante
8. Gonjasufi - A sufi And A Killer
9. Shearwater - The Golden Archipelago
10. US Christmas - Run Thick in the Night
11. The Black Angels - Phosphene Dream
12. Deftones - Diamond eyes
13. Pansonic - Gravitoni
14. The Secret - Solve et coagula
15. The National - High Violet
16. Brendan Perry - Ark
17. Alpinist - Lichtlærm
18. Four Tet - There Is Love in You
19. Daughters - S/t
20. Massimo Volume - Cattive abitudini


MIGLIOR DISCO ITALIANO [TOP 5]

1. The secret - Solve et Coagula
2. Massimo volume - Cattive abitudini
3. Ufomammut - Eve
4. Ruggine - Estrazione Matematica di Cellule
5. Uochi Toki - Cuore Amore Errore Disintegrazione / Verme - Vai Verme Vai (ad ex aequo)


MIGLIOR EP [TOP 5]

1. Altar of plagues - Tides
2. Orthodox - Matse Avatar
3. Raime - S/t
4. White Hills - Stolen Stars Left for No One
5. All Pigs Must Die - S/t


MIGLIOR BRANO [TOP 5]

1. Locrian - Obsidian Facades
2. Swans - Jim
3. Thee Silver mt.Zion - There is a light
4. Deathspell Omega - Apokatastasis panton
5. Locrian - Elevation and dephts


MIGLIOR DISCO D'ESORDIO [TOP 3]

1. Murmuüre - S/t
2. White Noise Sound - S/t
3. Cold Body Radiation - The Great White Emptiness


MIGLIOR VIDEOCLIP [TOP 3]

1. M.I.A. - Born Free
2. Yoga - Reptoids
3. Flying Lotus - Kill Your Co-Workers


DELUSIONE DELL'ANNO [TOP 3]

1. The Ocean - Heliocentric
2. Massive Attack - Heligoland
3. Intronaut - Valley of Smoke


COPERTINA DELL'ANNO [TOP 3]

1. Celeste - Morte(s) Nee(s)
2. Locrian - The Crystal World
3. Swans - My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky / Deathspell Omega - Paracletus (ad ex aequo)


MIGLIOR LIVE [TOP 3]

1. Swans @ Torino, Sala Espace
2. Dead Meadow @ Brescia, Vinile 45
3. Converge @ Rimini, Velvet


RISCOPERTA DELL'ANNO [TOP 3]

1. Godflesh - Streetcleaner
2. Bohren & Der Club Of Gore - Black Earth
3. Cop Shoot Cop - White Noise + Ask Questions Later


UTENTE DELL'ANNO [TOP 3]

1. Dolph Lundgren
2. bobafett
3. er T. alias Uao!

lunedì, gennaio 24, 2011

HUNGRY LIKE RAKOVITZ / O - Split




Tracklist:


HLR side
A1. Stop Walking, You're Dead
A2. There Hands Aren't Made for Pray
A3. Mombious Hibachi (The Melvins)
A4. Nice to Kill You
A5. Stammen Fra Taarnet (Burzum)
O side
B1. Inestinto
B2. Come il Buio


Lo split che vede gli Hungry Like Rakovitz dividere con gli O un bellissimo 7” dorato è in questo inizio di 2011 una vera e propria fucilata in faccia.
Andiamo con ordine, gli O ci propongono 2 tracce a dir poco tirate e violente, grind strisciante con un cantato in italiano che rende decisamente più agevole la comprensione del messaggio.
Violenza e stile si mischiano benissimo in questa band che esordisce con questo split lasciando intravedere potenzialità ben notevoli.
I testi, sui quali voglio soffermarmi un attimo proprio perchè in italiano, ci raccontano di solitudine, rabbia e disperazione, ma con un che di ragionato che li rende decisamente parte integrante del messaggio, che spesso, anzi troppo spesso, causa l’uso di una lingua straniera viene poco colto, quindi applausi agli O per questa scelta.

Veniamo ora al secondo lato, quello degli Hungry Like Rakovitz, bergamaschi con il grind al posto del sangue. LA violenza in Italia per me porta il loro nome tatuato sulla schiena. Cinque tracce fra cui due cover, “Mombious Hibachi” dei The Melvins e “Stammen Fra Taarnet” di Burzum, entrambe eseguite in maniera personalissima e decisamente riuscite.
Gli altri tre pezzi come indicato poco fa sono LA violenza fatta musica, spietati, non lasciano respirare e ti stringono le mani al collo facendoti morire in un mare di cazzi tuoi.
Non c’è una benchè minima speranza di sopravvivenza nel mondo narrato dagli Hungry Like Rakovitz.

Accoppiare queste due band è stata una scelta azzeccatissima, riescono ad amalgamarsi benissimo dando al 7” un sapore malvagio e mefitico che poche volte il “made in italy” riesce a dare senza risultare sdegnoso e fin troppo derivativo (n.d.r. questo termine fa cagare!).

Menzione a parte è per l’artwork, un vero e proprio gioiello.
Chi, come me, ha avuto o avrà l’occasione di accaparrarsi una delle 100 copie numerate a mano (da satana) dell’edizione speciale si troverà un vero e proprio gioiello fra le mani con tanto di 7” dorato e racchiuso in un packaging veramente curato, dove uno splendido cervo campeggia in copertina il tutto a firma di “Clementine” a cui vanno i miei personali complimenti.
Piccolissima nota sempre sull’artwork il laccio che chiude il packaging rende il tutto ancora più misterioso e affascinante, ottima scelta.
Brave anche tutte le etichette che hanno supportato quest’uscita. DIY italiano, quando lo facciamo sul serio, lo sappiamo fare bene.


PostNero.

sabato, gennaio 22, 2011

BARONE DEL MALE FEST 3 @ Perugia



(13.15.16/01/2011 @Perugia)


La paura fa 90.
Il Male fa 3.

Il Barone del Male è andato in pensione, ma il festival organizzato dai ragazzi della 'zine continua la sua corsa e arriva quest'anno alla terza edizione. E ancora una volta si è fatto centro.
Per chi ormai presenzia in maniera costante all'evento, l'utilizzo della parola festival sta stretto, strettissimo, perchè ogni edizione è una festa, addirittura c'è chi la chiama sagra per il clima di convivio che si respira, talmente convivio che ogni volta si chiude in un baccanale guidato dalla spoken beer. La tre giorni si apre giovedì al Loop Cafè con l'esibizione dei Blues Against Youth, performance acustica di Gianni degli Orange Man Theory.
Ma location del sabato è quella classica, il CSOA Ex-Mattatoio, che si riempie di più a ogni edizione, e mettendo le cose in chiaro, a questo giro di gente ce n'era molta, rimasta in gran numero fino alle prime luci dell'alba, merito di una scaletta come sempre eterogenea che vuole creare ponti piuttosto che compartimenti stagni. "Consapevolezza attraverso l'allegria", come lo slogan dell'Ex-Mattatoio.
Ad aprire le danze (del Male) è toccato ai Gottesmorder, il trio toscano che si aggiudica quest'anno lo scettro del Male appartenuto la scorsa edizione ai francesi Celeste. Un muro di suono che prende per il bavero i Wolves in the Throne Room e li tira fuori da foreste e cieli stellati, scaraventandoli in ossai appartenuti un tempo ai Cursed, aggressione quindi, ma senza trascurare momenti meno tirati e arredati di atmosfere venefiche. Tre canzoni per poco meno di mezz'ora a reiterare il carattere monolitico della loro proposta, che è già da ora un gran sentire e possiede grandi margini di miglioramento conoscendo le teste del progetto.

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(Foto di Valeria Pierini)

Cambio di registro, cambio d'atmosfera, arriva Lili Refrain, e per chi scrive è la sorpresa della serata.
Sorpresa perchè sul disco è difficile cogliere i collage di suoni imbastiti dalla semplicità di una chitarra e una voce multiformi, che si accavallano e combattono, si guardano negli occhi e fuggono all'improvviso, a volte corrono altre si adagiano. Difficile descrivere una proposta che attinge a piene mani dal metal quanto dall'ambient, dai Sepultura a Diamanda Galas con le miriadi di sfumature rintracciabili nel mezzo.
Troppo dite? E invece no, tutto è al suo posto traboccante di emotività, a volte pare di trovarsi al teatro, uno spettacolo a 360° che non può lasciare indifferenti. E gli omaggi al Male e Jerry Calà (mattatore del sabato perugino in un altro locale), chiudono in maniera goliardica una performance entusiasmante.

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(Foto di Valeria Pierini)

Si ritorna a giocare pesante con i romani Doomraiser, ed è doom. Un'ora di esibizione pachidermica che ruota prevalentemente intorno all'ultimo full Erasing the Remebrance, una vera goduria per le orecchie. Non c'è chissà quale spirito innovativo nella loro proposta ed è fuori luogo anche cercarlo, perchè i piedi dei Doomraiser affondano nel passato e nei suoi figli più recenti, dai Candlemass passando per gli Sleep, quel doom più sporco e dinamico lontano dall'asfissia degli Electric Wizard. Una cascata di riff nemici del collo dei presenti, che come un mantra non può far altro che muoversi e muoversi ancora, fino al dilatatissimo finale che chiude un'esibizione con i fiocchi.

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(Foto di Valeria Pierini)

I Cayman the Animal giocano in casa e si vede dalla partecipazione del pubblico, che risponde in maniera esaltante alla loro esibizione, con tanto di stage diving su una cyclette (del Male). Mezz'ora di aggressiva semplicità, un suono che rimane in bilico tra le quadrate soluzioni dei Quicksand, che quando accelera tira fuori radici di hc melodico che ha nella semplicità la sua bellezza, arrivando a toccare lidi più ricercati che furono degli Snapcase.
Divertimento e sudore nel cuore della notte, si può chiedere di più?

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(Foto di Valeria Pierini)

A chiudere la serata, forse il gruppo più atteso, quei Raein che di recente con "Ogni nuovo inizio" hanno fatto scendere più di una lacrima ai cuori teneri (perchè in fondo siamo del Bene), e l'assioma si è ripetuto pure dal vivo.
Un impatto sonoro ed emotivo tra i più intensi che si possano trovare al giorno d'oggi, schegge impazzite pregne di melodia, da sempre il loro punto di forza, da cantare a squarciagola mentre fuori albeggia, sugli scudi in particolar modo le riproposizioni del loro ultimo ep, meno diretto rispetto ai dischi passati, ma non meno impressionante.
Screamo è un nome odioso, sta di fatto che come loro pochi al giorno d'oggi, con buona pace di tutti.
Ancora una volta la serata si è poi conclusa nella Balera del Male come da tradizione, e tra gli highlights della serata, sicuramente il monologo del Barone in persona, pura essenza del Male con la pubblicità per un benefit a Burzum.
Momenti che rimangono dentro.
E a chiudere la tre-giorni del Male, ci pensa Adamennon con il suo progetto Habitantibus in Terra, coadiuvato in questa sede da Null, recente compagno di split. Una bella mezz'ora di fruscìo elettronico e profondo che ha accompagnato perfettamente i postumi del giorno precedente, un'atmosfera intima e buia.

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(Foto di Valeria Pierini)

Un ringraziamento per le foto a Valeria Pierini (www.valeriapierini.it/ e SUONA VISIONI su facebook)


Neuros.

lunedì, gennaio 17, 2011

NEUROPRISON GUESTS TOPLIST 2010



Michael Bertoldini (THE SECRET)


1) Burzum - Belus
2) The Black Angels - Phosphene Dreams
3) Ealy Graves - Goner
4) Horseback - The Invisible Mountain (reissue 2010)
5) Locrian - The Crystal World
6) Nails - Unsilent Death
7) Swans - My Father Will Guide Me Up a Rope to the Sky



Fabrizio Palumbo (LARSEN)

CINDYTALK Up Here In The Clouds
BABY DEE A Book Of Songs For Anne Marie
BLUE WATER WHITE DEATH s/t
BOYS OF SUMMER Future Ancient
BRIAN MC BRIDE The Effective Disconnect
BURZUM Belus
CYCLOBE Wounded Galaxies Tap At The Window
FABULOUS DIAMONDS II
GREIE GUT FRAKTION Baustelle
LOSCIL Endless Fall
MASTERS MUSICIANS OF BUKKAKE Totem 2
NEU! '86
ROKY ERIKSON & OKKERVIL RIVER True Love Cast Out All Evil
SWANS My Father Will Guide You ...
THE FALL Your Future Our Clutter



Lan (MORKOBOT)

1) Uohi Toki - Cuore Amore Errore Disintegrazione
2) Autechre - Move of Ten
3) Shining - Black Jazz
4) Sightings - City of Straw
5) Jimi Hendrix - Valleys of Neptune
6) Lucertulas - The Brawl
7) Zach Hill - Face Tat



Andrea Violante (AT THE SOUNDAWN)

Unkle "Where did the night fall"
The Villagers "Becoming a jackal"
The Hundred In The Hands "The Hundred In The Hands"
Four Tet "There is love in you"
Janelle Monáe "The archandroid"
Joanna Newsom "Have one on me"
Constants "If tomorrow the war"
Brian Eno "Small craft on a milk see"




Alessio Corsini (INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE)

1. Shining - Black Jazz
2. Ufomammut - Eve
3. Intronaut - Valley of Smoke
4. Viscera /// - 2: As Zeitgeist Becomes Profusion of the I
5. Knut - Wonder
6. The Secret - Solve et coagula
7. Mose Giganticus - Gift Horse
8. Melvins - The Bride Screamed Murder
9. Ghost Empire - S/t
10. K 11 / Pietro Riparbelli - METAPHONIC PORTRAIT: 1230 A.D. / The sacred wood

NEUROPRISON STAFF TOPLIST 2010



ENOCH

01. Locrian - The Crystal World
02. Swans - My Father Will Guide Me Up a Rope to the Sky
03. Deathspell Omega - Paracletus
04. Barn Owl - Ancestral Star
05. Midlake - The Courage of Others
06. Flying Lotus - Cosmogramma
07. Gnaw Their Tongues - L'arrivée de la terne mort triomphante
08. A Silver Mt. Zion - Kollaps Tradixionales
09. Shearwater - The Golden Archipelago
10. Liars - Sisterworld
11. Clubroot - II:MMX
12. Clipd Beaks - To Realize
13. Nightbringer - Apocalypse Sun
14. Gonjasufi - A Sufi and a Killer
15. Foals - Total Life Forever
16. Brendan Perry - Ark
17. Bardo Pond - Bardo Pond
18. Demdike Stare - Liberation Through Hearing
19. Theologian - The Further I Get From Your Star, The Less Light I Feel On My Face
20. Tame Impala - Innerspeaker



EDVARD

01. Flyng Lotus -- Cosmogramma
02. Canaan - Contro.Luce
03. Deathspell Omega - Paracletus
04. Swans - My Father Will Guide Me A Rope To The Sky
05. Shearwater - The Golden Archipelago
06. The National - High Violet
07. Brendan Perry - Ark
08. Locrian - The Crystal World
09. Gonjasufi - A Sufi And A Killer
10. Deftones - Diamond Eyes
11. Massimo Volume - Cattive Abitudini
12. The Secret - Solve Et Coagula
13. White Noise Sound - S/t
14. The Soft Moon - S/t
15. Crystal Castles - S/t
16. Caribou - Swim
17. US Christmas - Run Thick In The Night
18. Void Of Silence - The Grave Of Civilization
19. Foals - Total Life Forever
20. The Black Angels - Phosphene Dream



NEUROS

01. U.S. Christmas – Run Thick in the Night
02. Massimo Volume – Cattive Abitudini
03. One Starving Day – Atlas Coelestis
04. Shearwater – the Golden Arcipelago
05. Ruggine – Estrazione Matematica di Cellule
06. White Hills – White Hills
07. Murmuüre - Murmuüre
08. Barn Owl – Ancestral Star
09. Brendan Perry – Ark
10. Wooden Shjips – Vol.2
11. Aidan Baker – Liminoid /Lifeforms
12. Rosetta – A Determinism of Morality
13. Balmorhea – Constellations
14. Viscera/// - As Zeitgeist Becomes Profusion of the I
15. Rose Kemp – Golden Shroud
16. Woven Hand – the Threshingfloor
17. Moon Duo – Escape
18. The Sword – Warp Riders
19. These New Puritans – Hidden
20. Emeralds – Does it look like I’m here



VORTEX SURFER

1. Foetus - Hide
2. Crystal Castles - Crystal Castles
3. Swans - My Father Will Guide Me Up a Rope to the Sky
4. Shearwater - The Golden Archipelago
5. A Silver Mt. Zion - Kollaps Tradixionales
6. Ruggine - Estrazione Matematica di Cellule
7. Locrian - The Crystal World
8. Gonjasufi - A Sufi and a Killer
9. Wild Nothing - Gemini
10. Flying Lotus - Cosmogramma
11. Ättestupa - Begraven Mot Norr
12. Foals - Total Life Forever
13. The Soft Moon - The Soft Moon
14. Everyone Everywhere - Everyone Everywhere
15. Xiu Xiu - Dear God, I Hate Myself
16. A Forest of Stars - Opportunistic Thieves of Spring
17. Demdike Stare - Liberation Through Hearing
18. Perturbazione - Del nostro tempo rubato
19. Burzum - Belus
20. Massimo Volume - Cattive abitudini



JAMES "SAWYER" FORD

1) The Secret - Solve Et Coagula
2) Twilight - Monument To Time End
3) The National - High Violet
4) Urfaust - Der Freiwillige Bettler
5) Locrian - The Crystal World
6) Barn Owl - Ancestral Star
7) Fell Voices - S/T (Tour CD-R)
8) Foals - Total Life Forever
9) Agalloch - Marrow Of The Spirit
10) Black Breath - Heavy Breathing
11) Thou - Summit
12) Sailors With Wax Wings - Sailors With Wax Wings
13) Lesbian - Stratospheria Cubensis
14) Rorcal - Heliogabalus
15) Salome - Terminal
16) Celeste - Morte(s)Nee(s)
17) Alpinist - Lichtlaerm
18) Unearthly Trance - V
19) US Christmas - Run Thick In The Night
20) Nachtmystium - Addicts Black Meddle Pt II




SALVATION COMES IN THE END

01. Locrian - The Crystal World
02. Celeste - Morte(s) Nee(s)
03. Midlake - The Courage Of Others
04. Year Of No Light - Ausserwelt
05. Black Breath - Heavy Breathing
06. Masakari - The Prophet Feeds
07. Unearthly Trance - V
08. Alpinist - Lichtlaerm
09. White Hills - White Hills
10. Unkind - Yhteiskunnan Pikkuvikoja
11. Ufomammut - Eve
12. The Secret - Solve Et Coagula
13. Rosetta - A Determinism Of Morality
14. Master Musicians Of Bukkake - Totem 2
15. Panopticon - On The Subject Of Morality
16. The Black Angels - Phosphene Dream
17. Envy - Recitations
18. Sed Non Satiata - Sed Non Satiata
19. Coliseum - House With A Curse
20. Rorcal - Heliogabalus



ER T. ALIAS UAO!

1. Swans - My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky
2. Big Blood - Dark Country Magic
3. Glenn Branca - The Ascension: The Sequel
4. Demdike Stare - Liberation Through Hearing
5. Gnaw Their Tongues - L'Arrivée De La Tern Mort Triomphante
6. Golden Retriever - S/T
7. Vibracathedral Orchestra - Smoke Songs
8. Sylvester Anfang II - Live At Utmarken (tape)
9. Peeessye & Talibam! - S/T
10. White Hills & Gnod - Gnod Drop Out With White Hills
11. Urfaust - Der Freiwillige Bettler
12. Garden Sound - Black Summit
13. Harvey Milk - A Small Turn Of Human Kindness
14. Lloyd Miller & The Heliocentrics - S/T
15. Flower Corsano Duo - You'll Never Work In This Town Again
16. Sight Below - It All Falls Apart
17. Thee Oh Sees - Warm Slime
18. Vex'd - Cloud Seed
19. Aboombong - Asynchronic
20. Barn Owl - Ancestral Star



CELESTOPOLI


1. Flying Lotus - Cosmogramma
2. Gonjasufi - A Sufi and a Killer
3. Locrian - The Crystal World
4. US Christmas - Run Thick in the Night
5. Gnaw their tongues - L'arrivée de la terne mort triomphante
6. Vampire Weekend - Contra
7. Shearwater - The Golden Archipelago
8. Master Musicians of Bukkake - Totem Two
9. Ariel Pink’s Haunted Graffiti - Before Today
10. The Black Angels - Phosphene Dream
11. A Forest of Stars - Opportunistic Thieves of Spring
12. Caribou - Swim
13. Pansonic - Gravitoni
14. Alpinist - Lichtlærm
15. Daughters - S/T
16. Toro Y Moi - Causers of this
17. The National - High Violet
18. Sylvester Anfang II - Commune Cassetten
19. Foals - Total Live Forever
20. The Paradise Motel - Australian Ghost Story



ARIANRHOD

1. Flying Lotus - Cosmogramma
2.Gonjasufi - A Sufi and a Killer
3. Swans - My Father Will Guide Me Up a Rope to the Sky
4. Barn Owl – Ancestral Star
5. Clubroot – II:MMX
6. Locrian - The Crystal World
7. Midlake – The Courage of the Others
8. Clip Beaks – To Realize
9. Brian Eno – Small Craft to a Milk Sea
10. Deathspell Omega – Paracletus
11. A Silver Mt. Zion – Kollaps Tradixionales
12. Brendan Perry – Ark
13. Four Tet – There is love in you
14. Foals – Total Life forever
15. Shearwater – The Golden Archipelago
16. Toro y Moi – Causers of This
17. US Christmas - Run Thick in the Night
18. Demdike Stare – Liberation Through Hearing
19. These New Puritans – Hidden
20. Akira Rebelas - Caduceus



UNANOTA

01. Swans - My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky
02. Pan Sonic - Gravitoni
03. Belfi / Grubbs / Pilia - Onrushing Cloud
04. 3/4HadBeenEliminated - Oblivion
05. Yellow Swans - Going Places
06. Barn Owl - Ancestral Star
07. Oneohtrix Point Never - Returnal
08. Tame Impala - Innerspeaker
09. Akira Rabelais - Caduceus
10. Emeralds - Does it look I'm here?
11. Caribou - Swim
12. Exploding Star Orchestra - Stars Have Shapes
13. Jason Simon - Jason Simon
14. Julian Lynch - Mare
15. Sun Araw - On Patrol
16. Nadja / Ovo - The Life & Death of a Wasp
17. Mount Kimbie - Crooks and Lovers
18. Shearwater - Shearwater is Enron
19. Deathspell Omega - Paracletus
20. Flying Lotus - Cosmogramma



NITRAUS

1. Electric Wizard - Black Masses
2. Swans - My Father Will Guide Me Up A Rope To The Sky
3. The Secret - Solve Et Coagula
4. Ufomammut - Eve
5. Burzum - Belus
6. Celeste - Mortes Nees
7. Alpinist - Lichtlaerm
8. Deftones - Diamond Eyes
9. Kvelertak - Kvelertak
10. US Christmas - Run Thick In The Night


martedì, gennaio 11, 2011

AMIA VENERA LANDSCAPE - The Long Procession



Tracklist:
01. Empire
02. A New Aurora
03. My Hands Will Burn First
04. Ascending
05. Glances pt.1
06. Glances pt.2
07. Marasm
08. Nicholas
09. Infinite Sunset Of The Sleepless
10. The Traitor's March



Eccoci finalmente pronti ad occuparci di uno dei debut album più attesi e di una della band più discusse dell'underground musicale italiano (e non solo) legato alla scena metal/hardcore, visto che la giovane band veneta tra live di supporto a nomi del calibro di Underoath e Dillinger Escape Plan ma soprattutto un massiccio passaparola online è riuscita a conquistarsi una certa notorietà pur essendo attualmente senza contratto ed avendo per ora pubblicato solamente un breve Ep autoprodotto.
L'attesa per questo full-lenght si è fatta notare ma è anche diretta conseguenza dell'alta professionalità della band, attenta a curare ogni minimo dettaglio della propria sfaccettata proposta artistica.

The Long Procession è un concept album diviso in dieci tracce che sfociano una nell'altra, alternando momenti di raro impatto frontale con vorticosi cambi di tempo, ad altri più melodici e soffusi, intervallando il tutto con stacchi ambientali e progressioni strumentali di chiaro stampo post-metal.
Ai primi ascolti l'album con i suoi 68 minuti di durata può facilmente apparire piuttosto pesante da digerire, ma in definitiva direi che una volta metabolizzato tutto torna e le varie tracce si rivelano ben collegate tra loro, detto questo è innegabile il fatto che alcuni intermezzi ambientali e strumentali facciano perdere un pò d'impatto e fluidità alla tracklist.
Il trittico d'apertura composto da Empire, A New Aurora e My Hands Will Burn First è assolutamente perfetto nel proprio debordante incidere, reso da una sezione ritmica micidiale (in particolare impressiona il drumming di Simone Pellegrini) che in combinazione con un dissonante wall of sound chitarristico ed il possente growling di Alessandro Brun rivela tutto il potenziale tecnico/compositivo del giovane sestetto, magnificamente supportato poi da una produzione che definire scintillante è riduttivo.
Con il lungo episodio ambientale Ascending l'album vira verso atmosfere decisamente più rarefatte e melodiche, sublimate nell'accattivante singolo Glances. A questo punto la band si spinge ancora oltre con i 14 minuti di un'altra strumentale, Marasm, eccellente composizione dai tratti progressive che miscela con sorprendente maturità tecnicismo ed epicità.
E' la volta poi di Nicholas, a mio parere il punto centrale dell'album nonchè pezzo maggiormente riuscito ed in grado di sintetizzare in un solo colpo tutte le sfaccettature del sound della band.
Il breve intermezzo ambientale Infinite Sunset Of The Sleepless introduce The Traitor's March, perfetto tassello di chiusura dell'album, impreziosito dalle sempre ottime melodie vocali del chitarrista Marco Berton, in questo episodio particolarmente efficaci e decisive per la perfetta resa del mood del brano.

In conclusione non possiamo che dirci colpiti e soddisfatti del risultati raggiunti dalla band con The Long Procession, un debut album in grado di mettere in chiaroscuro moltissime band dai nomi altisonanti e con già molti anni di esperienza alle spalle anche se, a mio parere, la band in futuro potrebbe rendere il proprio lavoro sulla lunga distanza magari un pelo meno ambizioso ma senza dubbio maggiormente compatto, tagliando qualche intermezzo strumentale/ambientale di troppo.


Amia Venera Landscape


-Edvard-

GHOST EMPIRE - S/t




Tracklist:

1. Omega Glory
2. Gukurahundi
3. Gnosticism
4. Scalar Beams
5. Resurrection
6. Blood Harvest
7. Dialectic
8. Ghost Empire


I Ghost Empire, super gruppo che nasce dall’unione tra diversi membri della scena sludge italiana ed in particolare toscana, tra cui Stoner Kebab, Cosmotron, Devoggol, sono punto di riferimento assoluto che per chi ha a cuore tali sonorità e finalmente nel 2010 ci regalano la loro prima uscita ufficiale, un doppio Lp da ben 60 minuti di puro magma nero, una grossa colata di pece sui sentimenti.
Riff di chitarra schiacciasassi e bassi spacca ossa, non c’è un attimo di tregua in questo marasma di dolore e soffocamento, a cui va poi fatta una doversosa menzione ai suoni, a dir poco eccellenti e per certi versi inebrianti attraverso richiami alla più classica psichedelia anni '70, mischiata al doom più nero che vi venga in mente.
Dolore e frustrazione, argomenti ormai forse iper abusati in un mondo come quello dello Sludge/Doom, ma questi ragazzi ci sanno fare tanto che è difficile non alzare le corna al cielo e applicarsi nella sana arte dell’headbanging.
Spiccano decisamente i vari brani all'interno dell'album, che non diventano mai banali e non stancano nonostante la consistente durata, con la band che cerca e riesce nel rendere il suono particolarmente ricercato, che eviti di mescolarli alla tradizionale gran matassa di queste sonorità.

Applausi quindi ai Ghost Empire, che si rivelano un gran gruppo su cui poter sicuramente puntare e dal vivo poi devono essere una vera e propria esperienza sonora, per il momento in questa sede vanno promossi a pieni voti essendo autori di un debut album tra i migliori in assoluto dell'annata appena trascorsa.

Ghost Empire


PostNero.

domenica, gennaio 09, 2011

HIEROPHANT - S/t




Tracklist:
01. Hermetic Sermon Pt.1
02. I Am I, You Nobody
03. As Kalki
04. Mother Tiamat
05. Hermetic Sermon Pt.2
06. Lambgoat
07. We Know Love
08. Abissus Abissum Invocat
09. 1000 Winters
10. Hermetic Sermon Pt.3



Il connubio tra elementi black metal ed hardcore sembra stia ormai per divenire la tendenza del momento, con diverse proposte interessanti uscite negli ultimi anni tra cui sugli scudi abbiamo band quali i francesi Celeste o ancor meglio i nostrani The Secret, ed il debutto degli Hierophant si inserisce appunto su queste coordinate stilistiche.
Il quintetto della provincia di Ravenna è di recente formazione, essendosi affacciato sulla scena solamente nel 2009, ma si è da subito mostrato particolarmente attivo in sede live suonando addirittura in supporto di band del calibro dei Poison The Well.
Il gruppo si è poi focalizzato principalmente sulla scrittura di nuovo materiale per arrivare a registrare il debut album omonimo oggetto di questa recensione.
Il sound degli Hierophant è violento, cupo e malsano, ben reso dal lavoro in fase di produzione ed in perfetta sintesi tra old school (Imtegrity tanto per fare un nome, e guarda caso proprio David Hellion compare come guest) e le nuove tendenza post-hardcore, ma ciò che impressiona positivamente al di là di chiari rimandi a questa o quell'altra band, è la capacità di scrivere pezzi semplici ma affatto banali, diretti e d'impatto ma assolutamente pregni di carattere e pathos.
L'album, incorniciato da un intro ed un outro davvero azzeccate, si presenta anche alquanto vario, passando da episiodi dai ritmi più sostenuti (I Am I, Lambgoat, We Know Love) ad altri più cadenzati e particolarmente sulfurei (As Kalki, Mother Tiamat, 1000 Winters), anche se è con Abissus Abissum Invocat che ha mio parere vengono raggiunti i migliori risultati, miscelando e sintetizzando mirabilmente i due approcci.
In conclusione non possiamo che trovare complessivamemte riuscito questo lavoro che, se da una parte certamente non brilla per originalità, dall'altra denota carattere ed incisività, non cosa da poco per un debut e soprattutto per una band nata da così poco tempo. Avanti così.


Hierophant


-Edvard-

venerdì, gennaio 07, 2011

VISCERA/// - 2: As Zeitgeist Becomes Profusion of the I



Tracklist:
1. Ballad Of Barry L.
2. Hands In Gold
3. Um ad-dunia
4. They Feel Like Co2


Due anni fa e qualcosa più, Cyclops faceva naufragare in maniera decisa i Viscera/// lontano dai territori grind degli esordi, e se qualche occhiata alla terra ferma era ancora riscontrabile, con il nuovo album sono stati volutamente tirati i remi in barca per prendere il largo.
2: As Zeitgeist Becomes Profusion of the I, è un album ambizioso già dal titolo, atto a celare la prosecuzione del focus iniziato con il disco precedente, un viaggio sul riconoscimento della propria esistenza che in questo episodio trova la sua pausa di riflessione, come una sosta obbligatoria in un percorso tortuoso iniziato da tempo.
Per questo motivo i tempi rallentano e le atmosfere si dilatano, con quattro composizioni diluite in circa quaranta minuti di musica, che hanno le proprie radici nelle passate Iris Overburden o Titan, ma con una coesione di fondo che è evidente soprattutto nelle chitarre che si adagiano in maniera uniforme a riempire qualsiasi spazio, mentre frammenti solisti disegnano melodie liquide come in Ballad of Barry L., una ballata appunto, e per quanto atipica possa essere il nome non è fuorviante, ma rende palpabile l’essenza dell’introspezione. L’approccio può essere definito come doom, ma come a livello concettuale, anche la musica ha ben poco a che spartire con il passato e con tonalità terrene, cosicché anche i richiami allo space-rock appaiono trasfigurati e riletti in una chiave nuova, che per comodità non si può definire che moderna, affiancati da voci che si affacciano dietro un riverbero ovattato e dal piglio rock, semplicemente.
Canzoni come Hands in Gold e They Feel Like Co2 riescono nell’impresa –di questi tempi- sempre più difficile nel coniugare cambi di registro e generale senso dell’ordine, senza abbandonare la canzone a onanismi vari, ma mantenendola sempre su una rotta precisa nonostante le deviazioni, si chieda conferma a band come Intronaut o The Ocean quale sia il rischio ad allontanarsi dalla rotta: naufragio e conseguente saluto ai pesci. La tavolozza pesca tanti colori dalle tonalità calde, e un paragone calzante potrebbe essere quello con Discipline dei King Crimson, un’influenza sicuramente riscontrabile, elaborata però in un contesto estremo e visionario come quello del gruppo cremonese.
E allora è impossibile non stupirsi dinanzi alla progressione di Um ad-Dunia, la più avvincente del disco, con passaggi di registro dall’epico al sinistro, come nel finale tirato allo spasmo e poi nuovamente concretizzato in muraglioni sonori, che nonostante la mole si mantengono eleganti e precisi, vivi insomma.
I Viscera/// quindi non pongono freno alla loro sperimentazione, in un ambito dove la commistione tra metal, derivazioni hardcore e passaggi ambientali pare vicina alla saturazione, loro riescono comunque a sorprendere, come sono riusciti di recente a fare solo i Juggernaut.
E allora se di trilogia si può parlare, questo secondo capitolo bissa la qualità di Cyclops e mantiene ancora aperte numerose strade per l’evoluzione sempre perseguita dal gruppo, senza donare alcun punto di riferimento sui futuri sviluppi, e questo in un periodo dove tutto è scontato e prevedibile, è forse tra le più grandi qualità.

Viscera///


Neuros