martedì, luglio 27, 2010

UFOMAMMUT - Eve




Gli Ufomammut tornano dopo un disco enorme come “Idolum”, creando aspettative altissime e facendo sperare i fan nel nuovo disco italiano dell’anno ed invece? Invece ci si ritrova dinnanzi ad un lavoro poco chiaro.
“Eve” è un monotraccia di 45 minuti, diviso in cinque movimenti, che dovrebbe sviluppare un concept sulla donna, ma che alla fine non riesce a sfondare.
Soliti suoni granitici, curati in modo maniacale dai nostri piemontesi che, coadiuvati da Lorenzo Stecconi, registrano presso il Locomotore di Roma un disco che non ha idee.
Dispiace essere così critico nei confronti di una band che fino a quest’uscita è stata una delle preferite di chi sta scrivendo, però nel recensire un disco è doveroso andare oltre i gusti e le simpatie personali.
“Eve” è un'opera che non cammina, cinque movimenti che non si muovono, c’è della psichedelia, c’è del doom, del “post” ma tutto è già stato sentito e suonato, e purtroppo questa volta la band non è riuscita ad arrivare a soddisfare un palato esigente che chiede sempre una certa dose d’innovazione.
Sicuramente per chi non conosce la discografia del combo piemontese, “Eve” potrebbe rappresentare un gran bel disco, ma paragonandolo alle precedenti uscite ci si trova a dover riascoltare per 45 minuti sempre la solita idea di fondo, distorsioni devastanti, aperture schiacciasassi, suoni granitici, ma le idee dove sono finite?
C’è poco da fare, questa volta Urlo, Poia e Vita non riescono ad aggiungere qualcosa di nuovo alla loro opera, non c’è niente che suoni fresco in questo disco, è tutto già stato fatto; i più critici addirittura potrebbero arrivare a considerare “Eve” come una scusa per l'enorme e bellissimo lavoro di grafica che accompagna le varie edizioni, limitate e non, del disco.
Artwork ovviamente a firma Malleus, su cui obbiettivamente non possiamo dire nulla di male, e se la musica avesse solamente la metà del fascino che ha l’artwork forse questa recensione non sarebbe stata così critica ma purtroppo in questi 45 minuti di musica non c’è praticamente nulla di particolarmente accattivante.
Resta poi un mistero in quale modo questi cinque movimenti possano esprimere il concept che dietro l’album si cela, la donna.
Davvero un peccato, in quanto una delle uscite italiane più attese del 2010 si è invece rivelata come una delle più grosse delusioni dell'anno.


PostNero.

PS: recensione da integrare con Live-report

1 commento:

fabr0 ha detto...

completamente d'accordo. un disco con davvero poca sostanza.