sabato, novembre 21, 2009

DYSKINESIA



Il nuovo nato in casa Dyskinesia si candida ad essere una delle migliori uscite dell'anno, abbiamo quindi contattato Komesar per fare il punto della situazione.


Ciao ragazzi, innanzitutto complimenti per il disco, una sorpresa davvero gradita per chi ha seguito in diretta i vostri passi. E’ passato molto tempo dall’uscita di “Live in Prypiat” e la formazione è cambiata; quali sono state le dinamiche all’interno della band in questo periodo?

(k) Il cambio di formazione che c'è stato tra “Live in Prypiat” e “Dyskinesia” è stato conseguenza della volontà mia e di Sisto di dare concretezza a tutto ciò che con il primo disco non era stato possibile fare. Sicuramente anche ora, con una formazione a cinque e un sound decisamente più complesso di Live In Prypiat, la strada da fare è tanta ma quantomeno abbiamo i mezzi per “gestire” le nostre idee. Non escludo che in futuro si possano aggiungere altri strumenti e magari anche altri strumentisti ma sicuramente tra noi cinque si è raggiunto un' equilibrio tale da permetterci una totale autonomia di composizione e questo è quello che si andava cercando sin dagli inizi.


Il nuovo disco era pronto da tempo, ma l’attesa per la pubblicazione si è prolungata più del previsto, cosa è accaduto di preciso?

(k) Il disco è pronto dall'estate del 2008. La ricerca delle Label ha sicuramente occupato un bel po di tempo e anche una volta determinata la "cordata" si è perso tempo. E' inutile scadere nel gossip e puntare il dito ma una cosa è certa, ci sono stati dei ritardi e ci sono stati dei problemi che potevano essere evitati e se da una parte ci assumiamo le nostre colpe non abbiamo alcuna intenzione di dimenticare gli errori degli altri.


Nonostante “Dyskinesia” abbia attraversato periodi così travagliati e un periodo di due anni dal disco precedente, ci sono punti di collegamento tra i due album; allo stesso tempo pare anche che vi siate liberati da certe cime che legassero il vostro suono alla forma-canzone, arrivando a concepire il suono quasi come un flusso continuo...

(k) Mi fa piacere che tu l'abbia notato e mi fa ancora più piacere se la cosa è evidente a tutti e non solo a chi ci segue sin dagli inizi. I punti di collegamento con Live in Prypiat sono tanti, nonostante sia un'album impreciso, grezzo e privo di una qualsiasi razionalità negli arrangiamenti non ne cambierei una sola nota. Le atmosfere di "Dyskinesia" sono in evoluzione rispetto a Live in Prypiat e non in sostituzione.


A un ascolto superficiale potrebbe quindi sembrare un disco omogeneo, in realtà nasconde sfumature varie e ben assortite, tra intenzioni di scuola Neurosis e ritmi marziali, ombre rumoriste e momenti di silenzio, addirittura inaspettati passaggi dal sapore new-wave. In che maniera riuscite ad armonizzare tutte queste componenti?

(k) E' molto semplice, almeno per quanto riguarda il nostro modo di comporre. Non c'è nessuna scaletta o struttura da seguire, il pezzo vien da sè in funzione di quello che suoniamo. Solo una volta che il pezzo raggiunge stati già embrionali si ragiona sulla struttura e sul prodotto finale.


Chiedere a questo punto quali siano le vostre influenze potrebbe sminuire il vostro ottimo lavoro, quindi sarebbe molto più interessante conoscere quale sia l’ispirazione -o quali siano- per i vostri componimenti-...

(k) personalmente sono molto legato ad artisti come Atrax Morgue, Lustmord, Mono, Coil, Genocide Oragn, Brighter Death Now, GodSpeed You Black Emperor e molti altri che ora non mi vengono in mente. Contando però che la composizione dei pezzi avviene solo durante le prove e mai da una persona soltanto non mi ispiro direttamente ai miei gruppi preferiti, è tutto molto più diretto e naturale.


Addirittura nella traccia “Il secondo giorno” compare una inattesa vena melodica, celata sotto strati di chitarra, ma comunque ben riconoscibile. Essendo anche la traccia più lunga e, per chi scrive, affascinante, del disco, potreste dirci come è nata?

(k) Esattamente come gli altri pezzi per quanto riguarda la nascita, la composizione e l'arrangiamento. Le assonanze con il post rock che l'alleggeriscono un poco e la struttura leggermente più definita sono state però per noi un punto di partenza e una svolta , i pezzi per il nuovo disco di fatto sono molto più sulla linea de " Il secondo Giorno".


Proprio la vena melodica della traccia sopraccitata non sarebbe emersa senza un suono adeguato, sicuramente uno dei punti di forza del disco. Quanto ci avete lavorato e quanto è importante per voi questo aspetto? Avete usato sperimentato nuove apparecchiature al riguardo?

(k) Abbiamo registrato in presa diretta all'Elfo Studio, sfruttando l'acustica della sala e il riverbero della hall. Non abbiamo sovrainciso nulla se non la voce per motivi tecnici e anche in fase di mixaggio ci siamo limitati a una pulitura generale del suono senza alterare significativamente nessun strumento. Il grosso del lavoro è stato fatto quindi prima della registrazione, nella scelta degli ampli, degli strumenti e del modo migliore per conciliarli.
Al momento, rispetto a "Dyskinesia", abbiamo già una sturmentazione differente e settaggi differenti quindi la ricerca dei suoni e del sound complessivo continua e non ho alcun idea di dove andremo a sbattere la testa. Personalmente credo che nonostante l'aggiunta di strumenti o anche solo di rumori, stiamo andando verso un suono più semplice e diretto, meno effetti e molta più sostanza. Ma è un mio punto di vista, nulla di più.


Il lato visuale è strettamente collegato con quello sonoro. Il formato scelto è quello di un 7” con all’interno il cd. L’artwork del disco e il cartoncino all’interno rispecchiano fedelmente i suoni e le atmosfere dell’album: sono venuti dopo la creazione della musica? Che tecnica è stata utilizzata per realizzarli?

(k) l'artwork è stato realizzato da Luca successivamente alla registrazione dell'album, l'idea del formato, se non ricordo male, era venuta da una delle Label. Su come sia stato realizzato e affini non so nulla


Leggendo i titoli delle canzoni pare che vi sia un concepì dietro “Dyskinesia” o comunque un filo conduttore tra i componimenti. Di cosa si tratta, e in particolare quale è la “materia” a cui fate riferimento?

(k) Il disco vorrebbe essere un concept su un disastro nucleare. L'idea è di un' ipotetico continuo con Live in Prypiat che prende appunto ispirazione dal disastro di Chernobyl che costrinse all'evacuazione di varie città, tra le quali Prypiat. Le stesse foto presenti all'interno dell'artwork di "Dyskinesia" sono di Prypiat. Quindi c'è si un continuo con il primo disco anche se in entrambi i casi abbiamo solo voluto rispecchiare momenti e atmosfere che ci affascinano e che ci sono cari ma l'idea stessa del concept segue alla realizzazione dei pezzi quindi, a mio parere, non è da prendere cosi sul serio.


Potrebbe essere un ipotetico ponte verso il prossimo album?

(k) Potrebbe, per il momento però ancora non ci siamo posti il problema. Il degrado, il distacco e l'annichilimento ci sono, vedremo che veste dargli.


Pensate di aver raggiunto a livello musicale, le caratteristiche che il vostro nome porta?

(k) Forse, ma personalmente spero che si arriverà oltre i semplici spasmi.


Dalle vostre parti sono emerse negli ultimi tempi molte band dall’indubbio valore. Vi è una “scena” a livello locale? Come vedete la questione a livello nazionale invece?

(k) No no nulla di simile a una scena. A Piacenza, ora come ora, non ci sono locali per suonare, nel senso vero e proprio che non ce ne è neanche uno. Cremona anche naviga in mari disperati e sicuramente la provincia Parma-Cremona-Piacenza non offre tanto di più delle città. I gruppi validi ci sono ma non si suona, quindi come se non ci fossero.


Recentemente avete partecipato a una delle compilation Droning Earth e al secondo volume della compilation NeuroSounds. Qual è il vostro pensiero riguardo a queste iniziative? Pensate che possano realmente contribuire a scardinare certi luoghi comuni sull’underground e permettere di riconoscerne il valore?

(k) Sono sicuramente delle buone iniziative e aiutano molto la conoscenza gruppo-gruppo.Personalmente mi hanno colpito molto i Donkey Breeder, non li conoscevo e sono stati un ottima sorpresa. Per quanto riguarda l'effttiva utilità che queste compilation possano avere nel far girare il nome del gruppo non saprei, bisognerebbe capire quanti e da quali canali scaricano questi pezzi. Non credo insomma che possa fare la differenza una compilation online, come neanche una compilation su disco ma sicuramente sono ottime iniziative che muovono nella direzione giusta.


Siamo quasi arrivati alla fine, quali sono i progetti futuri?

(k) con l'inverno usciranno due split, " Dyskinesia - Gioventu Suicida Studentesca " (Tape - Deserted Factory ) e "Dyskinesia - Corpoparassita " ( cd - Frohike Rec. ). In primavera contiamo di registrare il nuovo disco.


Grazie per la disponibilità ragazzi, a voi l’ultima parola. A nome di NeuroPrison un grande ringraziamento e un sentito “in bocca al lupo”.

(k) grazie a voi di neuroprison per la compilation, l'intervista e la recensione.Saluti!


Neuros

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