martedì, giugno 16, 2009

HUNGRY LIKE RAKOVITZ - HolymosH





Tracklist:
01. Heart Grinder
02. Faceless Fear
03. The Party Is Over
04. Asskicker
05. Full Control System
06. I'll Cut Your Head
07. And Then Your Hair
08. Panta Rei
09. Carpe Diem
10. Paint Me A Smile
11. The Better Thing That Could Have Ever Been
12. Why?
13. Rotten But Not Dead Yet



Esordio discografico per gli Hungry Like Rakovitz, formazione bergamasca formatasi nel 2004 ed autrice precedentemente di un demo con l'ex Ephel Duath Luciano Lorusso alla voce. "HolymosH" si presenta decisamente bene grazie al riuscito ed enigmatico artwork a cura del drummer Tiziano Riva (da segnalare anche il logo della band a firma Seldon Hunt) ed al mastering ad opera di Scott Hull. L’ep vede la luce grazie ad una coproduzione tra un nutrito gruppo di etichette underground in pieno spirito DIY, tra cui la Weirdo Records di Rubens Bertini, nuovo frontman della band. Stilisticamente ci troviamo di fronte ad un furioso mix di sonorità thrash, hardcore e grind, con soli 17 intensissimi minuti condensati in 13 brani. L’opener Heart Grinder mette subito in chiaro di essere al cospetto di una band che non fa prigionieri e così sarà anche con il passare dagli episodi seguenti, caratterizzati da minime ma ben studiate variazioni sul tema.
Le carte iniziano a mescolarsi in modo interessante grazie ai rallentamenti carichi di groove (e sorretti da monumentali riff di chitarra) di Panta Rei ed al passo cadenzato di The Better Thing That Could Have Ever Happened, brano che sublima un mood generale decisamente malato ed oscuro; detto questo l’ep è comunque da considerarsi come un blocco unico in quanto, nonostante la presenza degli episodi sopracitati e la devastante resa di pezzi quali The Party Is Over e Why?, è il perfetto fluire di ciascun brano nell'altro a fare la differenza.
La produzione grezza, senza compromessi, denota poi una certa chiarezza d'intenti: il mood ed il feeling dei pezzi vengono prima di tutto, seppur penalizzando un pelo l’impatto generale del sound.

Il quartetto bergamasco si rivela dunque realtà decisamente interessante e da tenere d’occhio per gli sviluppi futuri, per il momento fatevi pure violentare da “HolymosH”, non ve ne pentirete.


-Edvard-

Hungry Like Rakovitz @Myspace

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