sabato, settembre 27, 2008
ONE STARVING DAY - Broken Wings Lead Arms to The Sun
Line-up:
Pasquale Foresti : vocals, samples and bass
Marco Milucci : guitar
Andrea Bocchetti : guitar
Francesco Gregoretti : drums
Dario Foresti : synths, samples and vocals
Tracklist:
1. Black Star Aeon
2. Secret Heart
3. Fate Drainer
4. Leave
5. Silver Star Domain
Il cammino degli One Starving Day comincia più di dieci anni fa, nel 1997, da un’idea di Pasquale Foresti, che dopo la militanza in alcune band hardcore decise di seguire nuove strade che portassero nuova linfa alla sua primigenia passione. Solo dopo anni di gavetta però, con una line-up completa e di spessore arrivarono i primi veri risultati, come la partecipazione alla compilation Emo Diaries 7, pubblicata per la Deep Elm Records, alla quale seguì nel 2006 il primo album della band, Black Star Aeon.
Un disco che già sul lato visuale si presenta ricercato e leggendo i titoli delle canzoni questa convinzione non può che aumentare; la musica ovviamente fa il resto.
La band stessa afferma di essere influenzata da band come Neurosis e Godspeed You!Black Emperor, ma il loro caleidoscopio sonoro non si chiude certo qua, proponendo soluzioni fresche, frutto di una ricerca sonora invidiabile. La titletrack è la dimostrazione di quanto appena detto, aperta da un tappeto di loops elettronici e suoni di violino che vanno crescendo, burrascosi e cupi, salvo poi aquitarsi e deflagrare con chitarre e voce sofferta. Le due anime della canzone si alternano e guerreggiano fino alla fine, senza risparmiare i colpi, come le textures sfilacciate che si propagano nel finale rincorse dalla batteria.
Secret Heart apre le braccia ad atmosfere orientali, rilette sotto un’ottica apocalittica, una speranza che non decolla e non necessita di parole, solo le chitarre fanno capolino con arpeggi solitari, che con il passare dei minuti prendono fiato e gonfiano il petto, finchè non vengono portati via dagli ultimi rintocchi di synth.
Fate Drainer si mostra sicuramente più ottimista rispetto alle precedenti due canzoni, con vocals lontane e narrate per manifestare questa differente direzione, e con il passare dei minuti il componimento muta la pelle, trasformandosi in una rivisitazione estrema di un certo suono settantiano, riportato dalle tastiere e da certi giri di chitarra di matrice kraut/space.
Se non era chiaro l’alternarsi di stati d’animo all’interno dell’album, ci pensa Leave a ricordarlo, mostrandosi in tutta la sua solitudine, rimandando alla mente le brulle lande di Away dei Neurosis, battute ancora una volta dalla voce di Pasquale; otto minuti sempre in bilico tra folk e psichedelia, che sono negli ultimi secondi alzano i toni e graffiano con le chitarre.
L’album si chiude con Silver Star Domain, pacata e raffinata, costruita unicamente su piano e samples, che filtrano la poce luce rimasta.
Un disco sicuramente di spessore, per una band che ha grandi potenzialità per crescere ancora, con una maturità già elevata, come si nota anche dai testi sempre ispirati e legati alla musica proposta.
Non rimane altro che aspettare il prossimo album che potrebbe lanciarli tra i migliori nel genere in Italia.
Neuros
One Starving Day @Myspace
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento