mercoledì, settembre 24, 2008
LUCERTULAS - Tragol de Rova
Line-up:
Christian Zandonella : chitarra
Federico Aggio : basso
Daniele De Vecchi : batteria
Tracklist:
1. Roulette
2. Partum
3. On Rough Sea
4. Miss Ratched
5. Tintinnio
6. 06
7. 07
8. Ops!
Per rendere onore al nome che portano, anche i Lucertulas hanno cambiato pelle nel corso degli anni; partiti nel 2003 sotto il monicker di Superlucertulas, pubblicarono l’anno successivo il primo full “Homo Volans” uscito sotto 8mm Records. Un lavoro sicuramente di valore, riassumibile con tre aggettivi : spigoloso, crudo, dilatato; album che ha permesso alla band di girovagare per due tour europei (Francia e Germania). Con il passare del tempo cambia la line-up e cambia anche il monicker, portando il suffisso “super” in soffitta; così con l’ingresso di Federico Aggio si arriva al secondo lavoro : Tragol De Rova.
Focalizzando quanto di buono fatto in Homo Volans e migliorandolo, il power-trio è riuscito a sfornare un album avvincente e allo stesso tempo ostico, una sfida non solo per loro, ma anche per l’ascoltatore; e il risultato è stato ottimo.
Roulette e Partum sono due schegge impazzite che la band propone in apertura per mettere subito le carte in tavola, nessun compromesso quindi, un suono tagliente, vivo, che ricorda i furenti esordi dei Polvo o le scorriband albiniane dei Rapeman. Ritmi quadrati e ossessivi, che vanno a martellare sempre sulle ferite musicali inferte in precedenza, un suono che sanguina, figlio dell’hardcore.
On Rough Sea è una perla schizofrenica, parte silenziosa, in punta di piedi, con atmosfere in ambient utili per tirare il fiato dopo la doppietta iniziale, ma è una pausa ingannevole, perché d’un tratto è il rock più rumorista a fare da padrone, chiudendo la canzone con divagazioni noise pure.
Miss Ratched e 7 sono sicuramente le meno tirate del lotto, ma non per questo le meno cariche, anzi, assestandosi su mid-tempos scavezzacollo che fanno il loro compito : disturbare, far male.
Tintinnio di distingue per il suo basso ancor più in evidenza, vero protagonista della canzone, conferendole un groove potente, d’impatto, giusto preludio prima della parentesi stridente di 6 : sette minuti di noise, come solo gli Skullflower saprebbero fare, e i Lucertulas di dimostranno all’altezza della band inglese.
A chiudere le (brevi) danze ci pensa Ops!, che da titolo pare scusarsi per le efferatezze commesse in questi intensi ventisei minuti del disco, e invece no, con la costanza e la pesantezza di un fabbro la band continua a menare fendenti fino alla fine, con le chitarre sature di Christian e il drumming furioso di Daniele.
Registrato e mixato da Giulio Favero, è un disco ostico sicuramente, ma dal valore indiscutibile, e da ogni nota traspare la fatica, il sudore e la passione della band, e questo non può che farle onore. Se nel sempre più (nuovamente) florido panorama noise-rock il Teatro Degli Orrori rappresentano il lato cantautoriale, i Dead Elephant quello psichedelico e i Putiferio quello più sperimentale, i Lucertulas ne incarnano il lato più sbilenco e ubriaco, e noi possiamo solo sperare che l’ebbrezza continui.
Neuros
Lucertulas @Myspace
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