martedì, ottobre 09, 2007

Focusing on...hot releases





























A cavallo tra il mese di Settembre e quello di Ottobre sono stati pubblicati almeno sei dischi di valore assoluto e di particolare rilevanza, riguardanti sonorità care al nostro forum.
Il primo in ordine prettamente cronologico è il debut sulla lunga distanza dei Baroness, band della Georgia che sforna per la sempre attenta Relapse un platter, Red Album, capace di riattualizzare il sound caldo e profondo tipico dell’hard dei 70’s, miscelandolo con le moderne tendenze del rock/metal progressivo (Mastodon su tutti).
E’ stata poi la volta di Frames, nuovo lavoro degli inglesi Oceansize, che sembrano aver raggiunto ormai la piena maturità grazie a brani decisamente più snelli ma maggiormente dilatati e marcatamente progressivi, amalgamando in modo davvero personale una gamma di infuenze tra le più varie in circolazione. Ottimo l'uso delle tre chitarre e mai banali le scelte melodiche all'interno dei pezzi....forse la band che attualmente incarna alla perfezione i temi dominanti del rock moderno.
Di notevole portata è pure il ritorno dopo varie peripezie dei Down, che con Over the Under riescono a rinnovarsi ancora una volta, pur rimanendo fedeli al loro possente sound infarcito di blues e southern rock. Sugli scudi Phil Anselmo con una performance vocale davvero sorprendente, la vera marcia in più della band in questo album.
Sul finire di Settembre è stata pure la volta del nuovo parto in casa Today Is The Day; con Axis of Eden mr.Steve Austin, dopo il non eccelso Kiss the Pig, ritorna su altissimi livelli con un lavoro compatto, estremo ma al tempo stesso cupo e ferale, in grado di riportare alla mente i fasti di capolavori del passato ma senza rinunciare a sperimentare soluzioni nuove. Da applausi la prova del nuovo drummer Derek Roddy, ex-Hate Eternal.
Ottobre si apre regalandoci la conferma dell’immensa classe degli Ulver. Shadows of the Sun è il loro disco più notturno e profondo in assoluto; lasciate da parte le ostentazioni e la genialità compositiva di Blood Inside Garm e soci si gettano su territori cari a David Sylvian, ovvero un sound fatto di sperimentazioni minimali, atmosfere avvolgenti e soffuse.
Infine segnaliamo la bella sorpresa a firma Rosetta, band post-core di Philadelphia che con il nuovo Wake/Lift bissa gli ottimi risultati del precedente Galilean Satellites, e grazie anche ad una maggiore maturità compositiva espande il proprio sound oltre le classiche influenze tra Cult of Luna ed Isis.

-Edvard-

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