giovedì, aprile 23, 2009
VANESSA VAN BASTEN - Psygnosis (EP)
Tracklist:
1. Tutto Avanti All'Indietro
2. Psygnosis
Avevamo lasciato i Vanessa Van Basten nella loro “stanza” a riflettere sul magnifico disco prodotto, in una fase di autocompiacimento che a volte non può che far bene, una pausa che iniziava comunque a divenire troppo lunga e ingiusta per chi aveva amato le canzoni del duo genovese.
Quando le speranza parevano ormai vane, eccoli di nuovo, a sorprenderci ancora come la prima volta, aprire con sorriso smaliziato i lati della “scatola” e uscire allo scoperto senza però troppo clamore, come ci hanno abituato dagli esordi. Musica che prevale sulle parole, ecco la filosofia dei VVB, e rimanendo fedeli alla linea hanno dimostrato ancora una volta di tenere strette le redini del proprio futuro rimettendosi in gioco, cambiando le carte ma senza rivoluzionare il tavolo. Psygnosis è un nuovo punto di partenza per la band, che forte della partecipazione fisica dietro le pelli (non più elettronica) ha scelto di scendere dallo spazio indefinibile e lontano nel quale si era rintanata, si è sporcata le mani con la terra come mai in precedenza, ha dato fisico a un corpo di pura materia.
Il rosso dell’artwork è simbolo di vita, a ribadire gli intenti viscerali dei Vanessa Van Basten, che scelgono di affiancare le classiche melodie eteree con aperture sanguigne, inaspettate quanto piacevoli a un primo ascolto, esaltanti dopo averne assimilato il contenuto.
Tutto Avanti all’Indietro non fa che ribadire già dal titolo quanto detto fin’ora, la forma canzone è stravolta, si fa più complessa e dilatata, ma a ogni secondo il marchio del duo è rintracciabile in tutta la sua classe, le atmosfere e i suoni della "Stanza di Swedenborg" non sono spariti, anzi, sono esaltati da nuove strade percorse, senza comunque perdere di vista la meta finale del viaggio. Ecco allora l’apertura a la Pelican che si perde in un mare di effetti e riverberi, come degli Slowdive in preda a nevrosi, un ossimoro che i Vanessa Van Basten sanno conciliare con maestria, e quando tutto pare spegnersi ecco lo slancio inatteso, quasi ferino, un’accelerazione degna dei migliori Voivod: un alternarsi uniforme di alti e bassi che lascia uno strano sapore, che comunque intriga.
La titletrack non fa altro che proseguire quanto proposto poco prima, tanto che non sarebbe stato male udirle senza interruzione, in un continuum trascinante e ipnotico. Vengono riprese alcune melodie della prima traccia e nascoste sotto nuovi riff di chitarra, stravolti e plasmati di nuovi contorni, i tempi son nuovamente solenni, la sostanza appartiene sempre a uno spazio profondo.
Chi ha amato quanto fatto in precedenza non potrà che immergersi con ammirazione anche in questo lavoro, che in soli ventidue minuti ribadisce la caratura dei Vanessa Van Basten, che dai mari abissali dipinti riescono comunque a portare in superficie la propria luce, tenue sì, ma sempre viva. Poco importa a questo punto la decisione di dedicarsi per un po’ alla stesura del nuovo disco, evitando nuove esibizioni live, è una scelta da rispettare, ancora di più se la promessa è una superiore armonia, un risultato ancora migliore, una band finalmente grande sotto ogni punto di vista.
Dalla propria Stanza incominciano i viaggi piu' favolosi. Appoggiamo il capo sulle mani e attendiamo quello di Vanessa, sarà il viaggio di tutti.
Neuros
Vanessa Van Basten@Myspace
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