martedì, novembre 25, 2008

THREE SECOND KISS - Long Distance



Anno: 2008

Label:
African Tape

Line-up:
Massimo Mosca: Bass,voice
Sacha Tilotta: drums
Sergio Carlini: guitar


Tracklist:
1. You Are The Music
2. I'm Wind
3. This Building Is Loud
4. Inexorable Sky
5. V Season
6. Dead Horse Swimming
7. Deviationism
8. Tarues
9. Guess You Bless This Mess



Quindici anni di carriera e cinque album all’attivo. Basterebbe questo per affermare l’importanza rivestita dai Three Second Kiss per la musica indie italiana; se poi ci aggiungiamo il rispetto nutrito da Mr.Steve Albini nei loro confronti, tanto da portarlo a produrre gli ultimi due album del gruppo, allora il cerchio si chiude.
Per inquadrare in maniera più approfondita la band basti sapere che dopo l’uscita dal gruppo di Lorenzo Fortini, il ruolo di batterista fu affidato a Sacha Tilotta, figlio di Agostino Tilotta e Giovanna Bellini, ovvero il nucleo degli Uzeda. Proprio da queste informazioni si può cominciare ad immaginare il suono nel quale i TSK si gettano a capofitto, asciutto, essenziale e nervoso, strettamente imparentato con Shellac e Don Caballero, differenti stili ma medesima attitudine, in un turbinìo sonoro perrenemente in bilico tra Chicago e Lousville. Ciò che i Three Second Kiss propongono non è però emulazione, in quanto contemporanei all’esplosione di determinate sonorità, e soprattutto caratterizzati da una perenne ricerca sonora, quasi maniacale per i piccoli dettagli, e in questo contesto è sicuramente ciò che fa la differenza.
Long Distance procede sui territori lambiti dal precedente Music Out Of Music, limando ancora più il suono dove possibile, arrivando a componimenti più brevi ma sicuramente non meno intensi, e come manifesto di questo labor limae ecco l’inizio quadrato di You Are the Music, con il drumming essenziale e preciso di Sacha, intorno al quale si sviluppano le trame chitarristiche di Sergio Carlini, capaci di scorticare, loro stesse sanguinanti e dalle mai nascoste reminiscenze blueseggianti.
Si ha l’impressione di essere incanalati in un vortice irresistibile, frastornati dalle trame oblique di I’m a Wind, caratterizzata da efficaci stop’n’go sopra i quali si erige la voce di Massimo Mosca, perennemente in bilico tra rassegnata narrazione e isterico menefreghismo.
Non mancano le parentesi più pacate, contenute principalmente nella parte centrale dell’album, piccoli anfratti di quiete dove è il basso a fare la differenza, in particolare in V Season e Dead Horse Swimming, dove è presente anche un serafico canto corale all’inizio della canzone.
L’attacco lounge di Tarues è un ulteriore tocco di classe, perfetto per introdurre una canzone dal carattere così introverso, notturno, tra fumo di sigarette e note sbilenche.
Guess You Bless This Mess chiude l’album in maniera ottimale, incanalando tutte le sfumature della band in soli quattro minuti, ricca di dissonanze e riff liberatori, che mantengono alta la tensione e non accennano graffiare se non nel finale, sussurrato e singhiozzante.
Ancora una volta i Three Second Kiss dimostrano di essere maestri in ciò che fanno, donando un carattere vitale a componimenti di per se spigolosi e severi, mostrando come la bellezza risieda nella semplicità e nelle piccole cose.

Neuros

Three Second Kiss @Myspace

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