mercoledì, ottobre 29, 2008
SHANK - Create/Devour
Line-up:
Andrea Litti : guitars and vocals
Gianni Nicolì : guitars and samples
Max Nocco : drums
Piernicola Mele : bass guitar
Tracklist:
-Longing For the Dawn
1.At War With the Self
2.Create/Devour
3.A Turn for the Worst
4.The Fallen
5.Interlude
-Frail Memories Fading
6.Through Sour Tears
7.Frail
8.Tragedies and Pointed Fingers
9.Words on Sandpaper
La pubblicazione di due soli album in dieci anni di carriera non rende giustizia all’importanza degli Shank , veri portabandiera dell’underground salentino dal lontano 1998. Anni di gavetta e tour alle spalle, che hanno visto la band affiancare in sede live act importanti quali Sepultura, Propagandhi, One Dimensional Man ed Extrema tra gli altri, in più la partecipazione alle finali regionali dell’Arezzo Wave.
Create/Devour può rappresentare proprio il ponte che collega tutti questi anni, una linea rossa che unisce presente e passato, e può essere intesa sotto molteplici significati. In primis infatti la divisione presente nella tracklist del disco pone l’accento sul nuovo corso della band (Longing For the Dawn) e getta un occhio su quanto fatto in precedenza, donando una testimonianza degli Shank che furono (Frail Memories Fading). Un'ulteriore interpretazione la si può evincere dalla musica, difatti il suono della band unisce con intelligenza le derive dell’hardcore udibili negli ultimi quindici anni.
At War With the Self è manifesto di quanto detto appena detto, tirata fino allo spasmo sin dalle prime note, forte di richiami ai Coalesce, riottosa come da titolo; fanno poi capolino brevi momenti di distensione che portano alla mente i Fugazi, sino ad esplodere in un finale metallico e pungente.
La titletrack riprende musicalmente il finale della canzone precedente, mostrando muscoli di chiara matrice death statunitense, mixata con i semi piantati a inizio ’90 dai Quicksand, un suono secco e viscerale capace di togliere il fiato.
All’interno della loro proposta convivono diverse anime, ed ecco infatti venir fuori una vena drammatica in A Turn For the Worst, ben rappresentanta dalle vocals pulite di Andrea, che non riescono a celare una vena di malinconia e momentanea rassegnazione spazzate via dall’arrivo di The Fallen, sorretta da chitarre possenti e quadrate che hanno imparato la lezione degli Helmet; non è però presente alcun copia/incolla nella musica degli Shank, un suono che ha i suoi punti di riferimento ma sicuramente rielaborati con maestrìa secondo le proprie esigenze.
Un breve interludio elettronico introduce alla seconda parte dell’album contenente materiale più datato, e qualche differenza a livello compositivo è udibile; le canzoni sono più snelle, fattore che va lievemente ad inficiare l’impatto sonoro della band, riconducibile a certe soluzioni dei Poison the Well come in Tragedies and Pointed Fingers, oppure influenzato da un certo hardcore melodico nella coppia Through Sour Tears-Frail.
La chiusura del disco è affidata a Words on Sandpaper, sicuramente tra le migliori del vecchio corso, con soluzioni avvincenti e riff che ricordano i Deftones.
Un disco sicuramente valido e un passo importante per gli sviluppi futuri per il sound della band, considerato che gli spunti capaci di rendere la proposta ancora migliore sono numerosi; consigliato sicuramente a chi apprezza sonorità “estreme” ma allo stesso tempo non convenzionali e, cosa più importante, suonate con passione.
Neuros
Shank @Myspace
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