lunedì, ottobre 26, 2009

A NEW SILENT CORPORATION - Everything Is Exactly As It Seems



01. Time Discipline
02. Hiver
03. Will Noise
04. Reprise
05. WOTGG
06. Maple



Ogni cosa è esattamente come sembra. Il debutto degli A New Silent Corporation comincia così, senza alcun giro di parole, una posizione avvalorata dal carattere puramente strumentale del loro rock, lontano da qualsiasi etichetta, a volte roboante, altre muovendosi in punta di piedi. Semplice, come il candore dell’artwork, interrotto unicamente dalla visione lontana di alcune ciminiere, paragonabili alle incursioni elettroniche riscontrabili nella loro musica.
Senza abbandonarsi a futili tribolamenti, sempre in agguato in questo genere di proposte, il sestetto dimostra di puntare sull’insieme, nonostante gli andamenti prolungati di alcuni componimenti, necessità compositiva per esprimere al meglio un determinato mood.
Un immaginario lontano e sfocato fa da cornice a Time Discipline, con le sue frequenze radio che procedono a singhiozzo, a introdurre pochi arpeggi che crescono l’uno sull’altro, poggianti su scariche trip-hop da una parte e robusto rock dall’altra, componenti estremamente differenti ma necessarie al suono del gruppo, come se i Boards of Canada si unissero a chitarre ed atmosfere dei Callisto.
Se la parola d’ordine è semplicità, Hiver ne è sicuramente il testimonial per eccellenza, ordinata nel suo climax e diligente nel suo spegnersi sulle note più rilassate del finale, forse la canzone che insieme a Maple più si rifà ai 65DaysOfStatic , il risultato è comunque convincente nonostante i riferimenti siano chiaramente udibili.
Il vero piatto forte si trova però nel cuore del disco, il terzetto composto da Will Noise-Reprise e WOTGG è sicuramente quanto di meglio proposto dal combo, che nelle prime due cerca di scindere le colonne portanti presenti nella loro musica, riuscendoci con eleganza grazie alle reminiscenze di Eluvium della prima, con incisività nella seconda, dove fanno capolino i Red Sparowes.
WOTGG funge invece da collante per ogni sfumatura, ma lo fa in maniera personale e sicuramente con risultati ancora migliori dei precedenti componimenti, con i suoi cambi d’umore e le sue atmosfere sincopate, con l’ utilizzo dell’elettronica davvero convincente in un contesto del genere, dove è sempre la melodia a fare da padrona.
Nonostante alcuni spunti risentano molto dell’influenza di altri act ben più blasonati, un peccato comunque assolutamente rimediabile nel futuro prossimo, il risultato nel complesso è assolutamente da premiare, soprattutto alla luce della politica della band, decisa più che mai a lavorare autonomamente nella produzione della propria musica e di tutto ciò che vi ruota intorno.

Neuros

A New Silent Corporation @Myspace

lunedì, ottobre 12, 2009

THREE STEPS TO THE OCEAN - Until Today Becomes Yesterday




Tracklist:
01. December 31st 1844
02. It's a day, maybe more, since I saw you
03. Diomede
04. Remember Lynne Cox
05. It's a minute, maybe more, since I could see
06. Il Quinto Giorno



Nel panorama post-rock/metal le proposte di una certa rilevanza artistica stanno rivestendo un ruolo sempre minore e ciò è la ovvia conseguenza di un settore musicale ormai saturo e stagnante; se in Italia Larsen, Port-Royal e Giardini Di Mirò (grazie al recente “Il Fuoco") per quanto riguarda sonorità meno robuste sono tra i pochi nomi che stanno portando avanti un discorso interessante, varcando ulteriormente i confini stilistici è possibile scovare una nutrita serie di progetti che vale la pena di portare all’attenzione. Tra questi i Three Steps To The Ocean sono senza dubbio da considerare come uno dei migliori esponenti in circolazione, soprattutto vista la recentissima uscita del loro full-lenght d’esordio, “Until Today Becomes Yesterday”, edito in Italia ed Europa dall’attenta Frohike Records e per il mercato americano dalla Forgotten Empire Records.
La band lombarda si era già posta all’attenzione in ambito underground con un demo di tre pezzi risalente al 2006, mostrando già un songwriting maturo attraverso trame sonore articolate e struggenti, seppur ricalcanti il lavoro fatto in campo internazionale da nomi quali Pelican, Red Sparowes e Russian Circles.
Rispetto al demo i passi avanti fatti con “Until Today Becomes Yesterday” sono enormi sotto ogni punto di vista: scrittura, produzione, personalità, profondità espressiva, dinamiche, ricerca sonora, tanto che con un pizzico di sorpresa ma soprattutto grossa soddisfazione è possibile affermare che i gruppi internazionali sopracitati hanno attualmente solo da trarre esempio da un lavoro come questo.

Stilisticamente parlando ci troviamo davanti ad un perfetto mix strumentale di sonorità post-rock vicine a Mogwai ed Explosions In The Sky unite ad una certa urgenza tipica del moderno post-metal, puntando decisamente sul lato atmosferico e calibrandone mirabilmente le impennate che, una volta preso il sopravvento, si fanno sentire in tutta la loro imponenza senza però che si avverta un netto stacco come avviene invece in molti altri dischi che affollano il mercato, tutto fluisce in modo sorprendentemente naturale.
Le sei tracce in cui sono divisi i 40 minuti dell’album si rivelano ben studiate e densamente stratificate, confezionando un sound meno immediato e più corposo rispetto al recente passato, al tempo stesso il quartetto (batteria, chitarra, basso e synth/elettronica) è riuscito a rendere ancor più comunicativa e suggestiva la propria espressione artistica. Ad ogni strumento è stato dato il giusto spazio in fase di produzione (da citare il mastering a cura di James Plotkin) e l’attento, costante ma mai invasivo uso dell’elettronica si rivela perfettamente complementare ai paesaggi sonori tessuti dall'intreccio del resto degli strumenti, in particolare chitarre e synth.

L’opener December 31st 1844 è esemplificativa della maturazione del gruppo e delle coordinate del disco, tutto fluisce mirabilmente tra momenti di suadente malinconia e sontuose impennate, il brano poi complice la relativa snellezza compositiva si erge a suo perfetto biglietto da visita. It's a day, maybe more, since I saw you e It's a minute, maybe more, since I could see sono due intermezzi che incorniciano il cuore del disco, composto da Diomede e Remember Lynne Cox, ovvero gli episodi più complessi e narrativi, autentiche perle che rivelano il proprio valore e forza espressiva solo dopo svariati ascolti. Spetta poi a Il Quinto Giorno chiudere il discorso, raggiungendo nel suo finale probabilmente il picco emozionale dell’intero album.
La riuscita del disco risiede anche e soprattutto nella capacità di catturare l’attenzione dell’ascoltatore e trasportarlo con la sua visionarietà in una sorta di limbo atemporale; a tal proposito la stesura dei brani è legata ad un concept sullo scorrere del tempo, ove esso è talvolta solo effettivamente riscontrabile su di un calendario ma nella realtà, sotto i cambiamenti in superficie, tutto è simile a prima. Il racconto inserito all’interno del cd ed il suggestivo artwork sottolineano alla perfezione questo concetto.

-Edvard-

Three Steps To The Ocean @Myspace