lunedì, ottobre 12, 2009

THREE STEPS TO THE OCEAN - Until Today Becomes Yesterday




Tracklist:
01. December 31st 1844
02. It's a day, maybe more, since I saw you
03. Diomede
04. Remember Lynne Cox
05. It's a minute, maybe more, since I could see
06. Il Quinto Giorno



Nel panorama post-rock/metal le proposte di una certa rilevanza artistica stanno rivestendo un ruolo sempre minore e ciò è la ovvia conseguenza di un settore musicale ormai saturo e stagnante; se in Italia Larsen, Port-Royal e Giardini Di Mirò (grazie al recente “Il Fuoco") per quanto riguarda sonorità meno robuste sono tra i pochi nomi che stanno portando avanti un discorso interessante, varcando ulteriormente i confini stilistici è possibile scovare una nutrita serie di progetti che vale la pena di portare all’attenzione. Tra questi i Three Steps To The Ocean sono senza dubbio da considerare come uno dei migliori esponenti in circolazione, soprattutto vista la recentissima uscita del loro full-lenght d’esordio, “Until Today Becomes Yesterday”, edito in Italia ed Europa dall’attenta Frohike Records e per il mercato americano dalla Forgotten Empire Records.
La band lombarda si era già posta all’attenzione in ambito underground con un demo di tre pezzi risalente al 2006, mostrando già un songwriting maturo attraverso trame sonore articolate e struggenti, seppur ricalcanti il lavoro fatto in campo internazionale da nomi quali Pelican, Red Sparowes e Russian Circles.
Rispetto al demo i passi avanti fatti con “Until Today Becomes Yesterday” sono enormi sotto ogni punto di vista: scrittura, produzione, personalità, profondità espressiva, dinamiche, ricerca sonora, tanto che con un pizzico di sorpresa ma soprattutto grossa soddisfazione è possibile affermare che i gruppi internazionali sopracitati hanno attualmente solo da trarre esempio da un lavoro come questo.

Stilisticamente parlando ci troviamo davanti ad un perfetto mix strumentale di sonorità post-rock vicine a Mogwai ed Explosions In The Sky unite ad una certa urgenza tipica del moderno post-metal, puntando decisamente sul lato atmosferico e calibrandone mirabilmente le impennate che, una volta preso il sopravvento, si fanno sentire in tutta la loro imponenza senza però che si avverta un netto stacco come avviene invece in molti altri dischi che affollano il mercato, tutto fluisce in modo sorprendentemente naturale.
Le sei tracce in cui sono divisi i 40 minuti dell’album si rivelano ben studiate e densamente stratificate, confezionando un sound meno immediato e più corposo rispetto al recente passato, al tempo stesso il quartetto (batteria, chitarra, basso e synth/elettronica) è riuscito a rendere ancor più comunicativa e suggestiva la propria espressione artistica. Ad ogni strumento è stato dato il giusto spazio in fase di produzione (da citare il mastering a cura di James Plotkin) e l’attento, costante ma mai invasivo uso dell’elettronica si rivela perfettamente complementare ai paesaggi sonori tessuti dall'intreccio del resto degli strumenti, in particolare chitarre e synth.

L’opener December 31st 1844 è esemplificativa della maturazione del gruppo e delle coordinate del disco, tutto fluisce mirabilmente tra momenti di suadente malinconia e sontuose impennate, il brano poi complice la relativa snellezza compositiva si erge a suo perfetto biglietto da visita. It's a day, maybe more, since I saw you e It's a minute, maybe more, since I could see sono due intermezzi che incorniciano il cuore del disco, composto da Diomede e Remember Lynne Cox, ovvero gli episodi più complessi e narrativi, autentiche perle che rivelano il proprio valore e forza espressiva solo dopo svariati ascolti. Spetta poi a Il Quinto Giorno chiudere il discorso, raggiungendo nel suo finale probabilmente il picco emozionale dell’intero album.
La riuscita del disco risiede anche e soprattutto nella capacità di catturare l’attenzione dell’ascoltatore e trasportarlo con la sua visionarietà in una sorta di limbo atemporale; a tal proposito la stesura dei brani è legata ad un concept sullo scorrere del tempo, ove esso è talvolta solo effettivamente riscontrabile su di un calendario ma nella realtà, sotto i cambiamenti in superficie, tutto è simile a prima. Il racconto inserito all’interno del cd ed il suggestivo artwork sottolineano alla perfezione questo concetto.

-Edvard-

Three Steps To The Ocean @Myspace

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