martedì, settembre 16, 2008

VIBRATACORE




Siamo stati tra i primi a recensire Behind this Rapture, debut sulla lunga distanza degli abruzzesi Vibratacore, è giunta quindi l'ora di sentire cosa hanno da dirci....



Ciao ragazzi, innanzitutto fateci un veloce riepilogo della storia della band, dagli esordi fino ad arrivare alla pubblicazione di “Behind this Rapture”…..

In realtà il progetto VIBRATACORE non è nato da un giorno all'altro ma ha preso forma pian piano a partire da “germinali” e occasionali jam sassion tra il Kote (Danilo -batteria-), Fango (Alessandro -chitarra-) e StefanoLelii (-basso-). La prima ed embrionale line -up prese vita con l'ingresso di Davis al basso , Mimmo all'altra chitarra e Luka (nel gruppo fino al demo Empty box) alla voce e sinth. Con questa formazione venne registrato il primo demo “Trust away”(2002).
Di fatto però l'identità dei VIBRATACORE prende forma solo nel 2004 (Kote -batteria- ,Fango -chitarra- ,Ivano-basso- ,Luka -voce e sitnth-) anno nel quale viene prodotto Empty Box ,che rappresenta una sorta di transizione nel nostro percorso musicale e nel quale sono gia presenti quegli spunti che più avanti diverrano i temi compositivi portanti.
Nel 2005 il progetto VIBRATACORE prende le sembianze definitive con l'arrivo di Andrea alla voce (a sostituire Luka). E si può dire che questo processo di stabilizzazione influisca in maniera determinante sia sugli obiettivi che sulla ricerca stilistico-compositiva. Risultato ne è la realizzazione nel 2008 di “Behind This Rapture” , debut-album e punto di svolta del nostro percorso creativo.


Rispetto ai due demo precedenti i nuovi pezzi sono, stilisticamente parlando, piuttosto diversi, ed in particolare decisamente più compatti e potenti; cosa vi ha spinto a tale svolta sonora?

Di sicuro consideriamo “Behind this Rapture” il nostro lavoro più maturo e completo, ma la ricerca musicale dei VIBRATACORE non si è mai concentrata su un genere particolare e definito.
Tanto per intendersi il progetto nacque da jam-sassion di stampo funky in cui non usavamo neanche il distorto sulla chitarra….. e ora siamo arrivati a “behind”. Non è detto che il prossimo lavoro sia ancora catalogabile dentro parametri musicali “estremi”….. per ora ci divertiamo cosi. …..quali altre “svolte sonore” ci aspettano non lo sappiamo.


A tal proposito credo che i suoni che siete riusciti ad ottenere in studio, in particolare per quanto riguarda le chitarre, abbiano giocato un ruolo fondamentale per la riuscita del disco, rendendo tremendamente efficaci i brani….

Beh diciamo che abbiamo passato molto tempo in studio a curare mix e suoni in generale.
Avevamo un’idea precisa di come dovessero “suonare” i pezzi…. ed è stato fondamentale l’aiuto tecnico di Stefano Lelii ( il fonico che ha registrato i pezzi). Il resto lo hanno fatto gli ampli e gli strumenti…. ah ah ah ah ah .


Il cantato in italiano era una delle vostre peculiarità, la scelta di privilegiare ora la lingua inglese è stata una conseguenza resasi necessaria dal nuovo approccio sonoro oppure semplicemente ora vi sentite più a vostro agio in queste vesti?

A dire il vero è una cosa che è venuta quasi naturale con l’ arrivo di Andrea, con il senno di poi direi che è stata una scelta stilistica; Il cantato in inglese offre sicuramente più impatto al sound generale delle canzoni. Comunque non abbiamo certo accantonato l'italiano, ne è la prova “Urlo la mia rabbia”.


Per quanto riguarda i testi, qualcosa è cambiato? In particolare quali sono ora le tematiche su cui vi focalizzate e da cui traete spunti di riflessione?

Sostanzialmente i testi abbracciano sia tematiche sociali che aspetti più introspettivi e personali ed in generale hanno come filo conduttore l’invito a guardare oltre, ad analizzare lo stato di fatto delle cose e dei fatti per comprenderne la vera natura (“Behind this Rapture” significa proprio questo). Tanto per fare un’ esempio “Rosaries to the Civilization” ha come tema portante quello della religione ed in particolare quella cattolica….. la “multinazionale più antica del mondo” che grazie all’abuso della credulità popolare e da dietro “l’effige caritatevole” del Cristo-salvatore ha fondato il suo potere e la sua ricchezza sul sangue di genocidi, torture, assassini, razzismo, intolleranza, superstizione, oscurantismo, prevaricazione dei diritti umani.
“Historia doquit quantum nos juvasse illa de Cristo fabula” (“la storia ci insegna quanto ci abbia fruttato quella favola di Cristo”)-Leone X.


Certamente la vostra proposta, la vostra identità sonora. ha solide radici nell’hardcore ma non solo e sebbene abbiate abbandonato gli influssi nu metal, sono ben presenti tracce di chiara estrazione alternative e soprattutto post-thrash. Tutto ciò aiuta a rendere i vostri pezzi carichi di groove, piacevoli e mai banali all’ascolto; siete soddisfatti del risultato raggiunto o nelle vostre intenzioni c’era anche altro che non siete riusciti a mettere a fuoco?

Diciamo che i risultati hanno superato le aspettative , quindi siamo molto soddisfatti del lavoro fatto. Ripeto…. non ci siamo mai concentrati su un genere musicale preciso e di conseguenza è difficile avere la totale consapevolezza di ciò che si sta facendo….ci sembra che le composizioni funzionino… era ciò che volevamo fare… ma è tutto frutto di sperimentazioni.


Parlando del background musicale, siete tutti sulla stessa lunghezza d’onda o avete gusti anche molto diversi tra di loro? Quali sono i punti di riferimento principali da cui traete influenza e che costituiscono le radici base della vostra musica?

Per nostra fortuna veniamo tutti da un background musicale diverso. Danilo( batteria) ad esempio viene dall’ hip hop, avendo militato per anni nella crew di LouX “Costa Nostra” . Alessandro (chitarra) è un’amante del death-metal svedese e di sonorità estreme in generale (e nonostante questo le sue precedenti esperienze musicali vertevano sulla psichedelia).
Dal canto suo Ivano (basso) proviene, per ascolti, attitudine e progetti musicali, da generi quali l’hardcore, il punk e il grind.
Infine Andrea (voce) preferisce ascolti più “contemporanei”… dal post-core al math-core fino al crossover di ultima generazione ed in definitiva è anche ciò che ha “suonato” prima di entrare nel gruppo.


Le parti etniche, con l’utilizzo di strumenti tradizionali come il Didjeridoo fanno ancora parte del vostro sound, ma sbaglio o si avverte la tendenza ad andare oltre e sperimentare atmosfere più industrial, come nel caso dell’outro “Ready to Fight”?

Sia “Sennoun” che “Ready to Fight” rappresentano il volto più sperimentale dei VIBRATACORE…di fatto è ciò che spesso facciamo in sala prove ma che per forza di cose non riusciamo a “portare” ai live. È un aspetto del nostro modo di fare le cose che ci sta molto a cuore e che cerchiamo sempre di “raccontare” nei nostri lavori. E non è molto importante se in un caso utilizziamo strumenti etnici e nell’altro ci avvaliamo dell’elettronica …. ci interessa solo sperimentare strade diverse.


Il cd è autoprodotto ed esce sotto AudioZero, vostra etichetta personale, insomma un lavoro in pieno stile DIY; scelta obbligata oppure vi sentite pienamente convinti e coinvolti in tale filosofia?

La scelta non è stata propriamente obbligata e a dire la verità non è che abbiamo abbracciato con questo la filosofia DIY….. di fatto non ci siamo mai messi alla ricerca di un’etichetta che ci producesse perché da una parte avevamo voglia di avere pieno controllo sul nostro lavoro e dall’altra ci piaceva l’idea di poter produrre un giorno altri gruppi come il nostro. E comunque DIY è bello…. ah ah ah ah


Non vi chiedo che riscontro sta ottenendo a livello mediatico il disco visto che molto probabilmente è presto per fare anche solo un primo bilancio; è interessante invece sapere come stanno venendo accolti i nuovi pezzi in sede live?

La risposta del pubblico ai concerti di promozione di “Behind this Rapture” fino ad ora direi che è stata estremamente buona…..i pezzi sono apprezzati…e a dire la verità ciò che ci fa più piacere è che il pubblico in generale apprezza soprattutto la nuova direzione stilistica intrapresa.


Soffermandoci appunto sull’aspetto live, come vivete tale esperienza? Cosa può aspettarsi chi viene a vedervi e sentirvi suonare?

Quella dei live è la parte del nostro “lavoro” che più ci piace. Lo consideriamo un momento “catartico” nel quale oltre alla musica riusciamo ad esprimerci anche in maniera “fisica”…è una sensazione eccitante e credo che ai nostri concerti questa cosa sia più che percepibile…ah ah ah


Riuscirete a promuovere a dovere l’album supportandolo con una costante attività live entro la fine dell’anno ed in particolare quest’estate?

Abbiamo promosso il nuovo album quest’estate un po’ in tutta Italia ma ora abbiamo voglia di starcene un po’ in sala prove per curare cose nuove. Con i live di supporto all’album ripartiremo intorno al periodo di dicembre.


Come e da chi è nata l’idea per l’artwork di “Behind This Rapture”? Parlateci un po’ del significato di tale immagine ed in che modo si relaziona con le liriche dei brani….

In realtà l’immagine di copertina non ha tanto a che fare con i testi delle canzoni quanto all’idea VIBRATACORE in generale. L’omino raffigurato è la metafora del progetto: un’ unica entità fatta da quattro individui, che è tutto e niente, che è istinto e pensiero (vedi la “simbologia” delle braccia). La maschera anti-gas è poi è un’ elemento”iconografico” che ci portiamo dietro dalla copertina di “Empty Box” e che rappresenta una sorta di volontà di isolamento dal resto oltre che di annullamento dell’individualità rispetto alla priorità del progetto complessivo.
Infine il Cuore che rimanda al significato del nome VIBRATACORE : cuore della vibrata (il nostro luogo di origine).
Il progetto grafico è stato “partorito” da Fango grazie alla preziosissima collaborazione di Alessandro Vitali e Andrea che lo hanno realizzato.


Come è la scena musicale nella vostra regione, vi è una fiorente attività underground?
Con quali bands (non necessariamente della vostra zona) invece condividete particolare amicizia e per le quali nutrite rispetto?


Tutto sommato non è che vada molto male, ci sono diverse band della nostra regione ( Abruzzo) che si danno da fare nella scena underground italiana e europea, il problema rimane quello dei locali, pochi disponibili a far suonare gruppi di sconosciuti “un po’ troppo rumorosi” e pochissimi spazi autogestiti dove potersi esprimere senza tanti vincoli.
Per quanto riguarda la scena Abruzzese siamo particolarmente legati agli STRAIGHT OPPOSITION e AFFLUENTE (di fatto ascolani ma praticamente vicini di casa) , e nutriamo rispetto e amicizia per band come ZIPPO, JULIETTE MASSACRE, KEEP-OUT tanto per citarne alcuni.
Nel panorama nazionale sicuramente gli INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE (grandi amici, persone spettacolari nonchè musicisti della madonna) con cui spesso suoniamo in giro e collaboriamo. Ma anche SLAIVER, ORANGE MAN THEORY, LOCKED-IN, CAST THY EYES, KERNEL ZERO, FOMENTO, INFERNO….. ma sono solo alcuni dei gruppi con cui abbiamo legami di amicizia e con cui abbiamo avuto il piacere di condividere palco ed esperienze musicali.


Avete realizzato un video per la title-track del platter, siete soddisfatti del risultato finale? Pensate a questo tipo di esperienza come un semplice esperimento oppure siete interessati a questa forma di veicolo espressivo?

Soddisfattissimi… era quello che volevamo fare: un piccolo “racconto” della nostra attitudine live “condito” da sequenze deliranti. Doveroso il ringraziamento ad Ercole Coruzzi che ha realizzato il lavoro sulla base di un progetto di Ivano. Sicuramente ci saranno altre produzioni in questo senso… ma, per ora , sono “progetti nel cassetto”.


Ok ragazzi è tutto, grazie per averci fatto conoscere meglio la band ed in bocca al lupo per tutti i vostri prossimi programmi!

Grazie a voi ! è stato un vero piacere!

-Edvard-

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